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Venerdì, 19 Aprile 2024
Lavoro

Suggerimento per il colloquio: non dare risposte, raccontare storie

Affrontare un colloquio di lavoro non è mai semplice, ma è diverso da un esame. Per questo rispondere semplicemente alle domande non basta, bisogna coinvolgere l'interlocutore con la propria storia

In questo articolo ti daremo un suggerimento che potrà esserti utile durante un colloquio di lavoro, ma che potrai utilizzare in ogni occasione nella quale dovrai presentarti a chi non ti conosce ancora: raccontare una storia, la tua storia. 

C’era una volta: l’essere umano e il racconto

Iniziamo spiegandoti perché ti suggeriamo di raccontare una storia. Le storie sono la modalità di narrazione con la quale noi tutti siamo entrati in contatto per la prima volta. Le storie ci accompagnano fin da quando siamo bambini, ma anche se in forme diverse, sono sempre presenti nelle nostre vite.

Considera che raccontare una storia significa emozionare e coinvolgere chi ti sta ascoltando: esattamente il risultato che ci si aspetta durante un colloquio. Raccontare una storia è quello che in comunicazione viene definito storytelling; pensa alle pubblicità che più ti hanno coinvolto o alle aziende che più senti vicine: è probabile che il loro modo di raccontarsi significhi qualcosa per te e che riesca a suscitare i sentimenti che ti aspetti (a volte inconsciamente) da un marchio.

Perché raccontarsi

Il nostro suggerimento deriva da una semplice constatazione che qualsiasi selezionatore potrebbe sottoscrivere: un colloquio di lavoro non è un esame. Se tu ti limitassi a rispondere, magari con frasi brevi, siamo certi che, anche con un numero elevato di qualifiche e di esperienze, finiresti per non lasciare la buona impressione che invece ti meriteresti. Il motivo è semplice: un colloquio è uno strumento per farsi conoscere dal selezionatore. Limitarsi a ripetere le informazioni riportate nel curriculum non è una buona strategia; sfrutta invece il colloquio per comunicare quello che desideri far sapere a chi ti sta offrendo questa possibilità. A questo punto ti starai certamente chiedendo cosa dovresti (e cosa invece non dovresti) raccontare di te durante il colloquio. 

Come raccontarsi

Fino ad ora abbiamo parlato di raccontare la propria storia, senza però spiegarti come farlo. Ecco allora alcuni suggerimenti. In primo luogo considera che non dovrai raccontare la storia della tua vita, ma limitarti a narrare gli aspetti che possano avere un’influenza sul colloquio di lavoro. 

Per fare questo potresti prepararti a casa allenandoti a rispondere ad una domanda tanto classica quanto in grado di mettere in crisi: “Mi parli di lei”. Preparati a rispondere senza imparare un discorso a memoria, ma facendo attenzione a rispondere almeno a queste domande:

  • Chi sono
  • Da dove vengo
  • Dove voglio andare
  • Perché mi sono candidato per questo lavoro

Potrai spaziare nella scelta di quanto raccontare, senza tuttavia mai superare un limite massimo di tempo. Considera che tre minuti sono più che sufficienti per presentarti e che un discorso più lungo potrebbe finire per risultare eccessivo al tuo interlocutore. 
Se le domande vertono più nello specifico sul ruolo lavorativo, potresti utilizzare la tecnica del racconto per spiegare alcuni dei risultati che hai raggiunto o per motivare perché ritieni di essere adatto per quello specifico ruolo professionale. 

Nel raccontare la tua storia lavorativa, potresti sottolineare alcune esperienze che ti hanno influenzato anche nella vita e viceversa. Lo stesso discorso può valere anche per quelle negative, ma in questo caso fai attenzione a non enfatizzare troppo i lati negativi dei lavori passati, perché potresti correre il rischio che il tuo racconto venga percepito come una lamentela. 

Utilizza invece anche gli aspetti negativi nel caso in cui tu sia capace di volgerli a tuo favore. Ti facciamo un esempio: se la tua esperienza di lavoro precedente ti ha allenato a lavorare costantemente sotto stress, sottolinea la tua capacità acquisita di gestire ritmi incalzanti, senza magari sottolineare che è proprio questo il motivo principale che ti spinge a cercare una nuova occupazione. 

Un altro aspetto che dovrai tenere in considerazione è il tono del tuo racconto; anche se stai narrando la tua esperienza sotto forma di storia, non dimenticare mai che si tratta pur sempre di un colloquio: la storia deve essere solo una tecnica narrativa, ma non devono cambiare i termini utilizzati né il tono che sceglierai per parlare di te e della tua esperienza. 

Assolutamente da evitare quindi le forme troppo colloquiali e i toni informali, a meno che l’ambiente di lavoro e il tuo interlocutore non lo prevedano. In altre parole: fai sempre attenzione a chi hai di fronte, il tuo “pubblico” ti ascolterà solo se saprai raccontarti in un modo che reputai interessante e coinvolgente. 

Da questo punto di vista non esiste una formula universale, ma starà alla tua abilità adeguare il linguaggio ed il registro alla situazione. Non spaventarti però: è un ambito lavorativo che conosci probabilmente e sarà quindi molto meno complesso di quanto possa apparire sulla carta. 

Raccontare storie…senza raccontare storie

Raccontare la tua storia deve essere un modo per presentarti, senza però aggiungere nulla a quello che realmente hai fatto. Limare la realtà, anche nei piccoli dettagli, potrebbe diventare un fattore molto negativo qualora questi aspetti venissero scoperti.

Evita assolutamente di raccontare esperienze lavorative che invece non hai fatto davvero; sarebbe un pessimo biglietto da visita per la tua selezione qualora venissero scoperte (ed accade più spesso di quanto possa immaginare). 

A questo proposito ricordati sempre che la persona con la quale parlerai ha avuto modo di leggere il tuo curriculum: informazioni diverse da quelle contenute potrebbero mettere la parola fine a qualsiasi buona storia, anche se ben raccontata.

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