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Giovedì, 28 Marzo 2024
Lavoro

Le storie d'amore in ufficio fanno bene o male?

Innamorarsi di un collega non è certo un reato, ma come sempre accade quando ci sono in gioco dei sentimenti, ci sono dei pro e dei contro: ecco quali sono

Diciamoci la verità: andare al lavoro con la consapevolezza di incontrare il collega carino, con cui ci troviamo a filtrare durante la pausa pranzo o nella sala riunioni, può fare la differenza. La voglia di piacergli dovrebbe, infatti, spingerci a sfoderare le nostre armi migliori, non solo in termini di femminilità (o mascolinità), ma anche in ambito professionale. E allora perché molte aziende osteggiano gli amori nati in ufficio? E perché molte altre precisano, sin dall'assunzione, che avere rapporti sentimentali con capi, colleghi o subalterni può portare al licenziamento? Scopriamolo insieme, scorrendo le informazioni (reperite su alcuni siti stranieri e nazionali) che dovrebbero aiutarci a capire se le storie d'amore in ufficio fanno bene o male.

Coi Millenials c'è più amore al lavoro

Secondo un recente sondaggio realizzato negli Stati Uniti (ma che può essere preso in considerazione anche da noi), le storie d'amore in ufficio sono in costante crescita. Il 68% delle persone coinvolte nello studio confezionato dalla Viking ha, infatti, candidamente ammesso di essere stato colpito dalla freccia di Cupido mentre si trovava al lavoro e di aver ceduto alle lusinghe del collega o della collega, senza opporre resistenza. E' capitato soprattutto ai più giovani che, a quanto pare, fanno più fatica degli altri a tenere separati gli affari lavorativi da quelli di cuore. Il 74% dei lavoratori in love ha, infatti, tra i 24 e i 35 anni, mentre il 62% ne ha già compiuti 55.

L'arrivo dei Millennials e della Generazione Z sembra aver portato una ventata di nobili sentimenti al lavoro, ma è davvero così? Non sempre, visto che il 29% degli intervistati più giovani ha dichiarato di aver vissuto solo una fugace avventura col collega (o la collega). Percentuale che si abbassa al 13%, quando parliamo degli intervistati più agée che, a conti fatti, sembrano dunque credere di più nella possibilità di innamorarsi veramente tra un turno e l'altro.

Storie d'amore in ufficio: le possibili ricadute negative

E veniamo al nocciolo della questione: trovare il proprio Romeo o la propria Giulietta in ufficio è un bene o un male? Stando al sopra citato studio, la possibilità che le cose prendano una brutta piega non è così remota visto che il 37% delle persone intervistate ha dichiarato che, nel periodo in cui intratteneva una relazione sentimentale con un collega, produceva di meno. E non è che l'inizio: il 26% degli interpellati ha riconosciuto che la storia d'amore rappresentava una seria fonte di distrazione ed il 22% ha ammesso di sentirsi particolarmente stressato. Quasi il 60% di loro ha poi preferito tenere nascosta la relazione ed il 42% ha vissuto con l'angoscia di finire sulla bocca di tutti i colleghi. Innamorarsi del vicino di scrivania potrebbe, insomma, rivelarsi particolarmente insidioso, specie quando la relazione non cresce come si vorrebbe e ci si domanda se sia meglio portarla avanti rischiando di compromettere la propria immagine e credibilità professionale.

Storie d'amore in ufficio: le possibili ricadute positive

Ma non  facciamoci vincere dal pessimismo: per quanto possa essere rischioso, coltivare un'affettuosa amicizia al lavoro potrebbe apportare i suoi benefici, soprattutto quando non si rivela un "fuoco di paglia" e si trasforma in qualcosa di solido. Ad attestare la validità delle storie d'amore in ufficio è stato un pool di ricercatori dell'Università svedese di Goteborg che ha pubblicato uno studio sull' "International Journal of Psychological Studies" in cui ha rilevato che chi si innamora in ufficio è solitamente più produttivo, sicuro e motivato. E più svelto nel centrare gli obiettivi che segnano la sua crescita professionale e spianano la strada ad una promettente carriera. Avviene perché - spiegano i ricercatori svedesi -  avere al proprio fianco la persona che ci fa battere il cuore ci aiuta a credere di più in noi stessi e a fronteggiare più serenamente le difficoltà legate ad un fraintendimento con un collega o ad una negligenza sanzionata dal capo. La presenza del nostro partner al lavoro ci renderebbe, insomma, più forti e più inclini a dimostrare le nostre capacità e la nostra voglia di fare.

Ma allora dove sta la verità?

La diatriba tra i detrattori ed i sostenitori dell'amore in ufficio sembra destinata a rimanere irrisolta. E forse è giusto che sia così perché, a conti fatti, a determinare se una liaison tra colleghi meriti di essere incoraggiata od osteggiata è solo la contingenza del caso e la specificità delle persone coinvolte nella faccenda. Pensare che esista una regola universale a cui potersi attenere, nel caso in cui si perda la testa per qualcuno che lavora a stretto gomito con noi, è una mera illusione. Quando l'amore beggia il cartellino in ufficio, occorre fermarsi un attimo a riflettere e sforzarsi di analizzare ogni cosa in profondità. "Non bisogna confondere la voglia di evadere dallo stress lavorativo con la ricerca dell'amore", ha messo in guardia una sociologa americana, che invita a fare i conti con la possibilità che il nostro batticuore sia più legato ad uno stato di insoddisfazione generale che ad un effettivo innamoramento.

Qualche consiglio per venirne a capo

Bisogna, insomma, capire quanto la faccenda sia seria e, nel caso in cui si appurasse che ciò che stiamo provando è reale, seguire le indicazioni di alcuni esperti che consigliano di procedere così:

  • evitiamo di reprimere i sentimenti. Innamorarsi di un collega non è certo un reato, ma cerchiamo di capire fino a che punto siamo coinvolti. Un conto è compiacersi delle attenzioni di un collega con cui ci piace, di tanto in tanto, flirtare; altra cosa è convincerci che non saremo più in grado di vivere senza di lui (o lei);
  • valutiamo le conseguenze sia sul piano professionale che su quello privato. Molte storie d'amore in ufficio nascono quando le cose, a casa, non vanno più bene. E' davvero arrivato il momento di voltare pagina o possiamo impegnarci a recuperare la complicità perduta col partner? 
  • prepariamoci a fronteggiare le maldicenze. Dichiarare a tutti che ci siamo innamorati del collega ci esporrà al pubblico giudizio e darà il là ad una serie di maldicenze, specie se a rubarci il cuore è stato un superiore. Valutiamo se il sentimento a cui abbiamo scelto di abbandonarci sia in grado di resistere ai pettegolezzi;
  • mostriamoci sempre professionali. Lavorare al fianco della persona che ci fa stare bene non ci autorizza a scambiare l'ufficio per la panchina del parco dove andiamo a "tubare". Manteniamo sempre il dovuto decoro ed evitiamo di sbandierare ai quattro venti (soprattutto in presenza dei colleghi single in cerca dell'anima gemella) il nostro appagamento sentimentale. La professionalità passa anche dalla capacità di considerare il nostro compagno un semplice collega, quando siamo al lavoro.

E se le cose dovessero andare male? Esattamente come tutte le altre, anche le storie d'amore in ufficio sono esposte al rischio di finire. La possibilità di ritrovarci l'ex nella stanza accanto potrebbe mandarci in tilt ed inficiare il nostro rendimento lavorativo. Se siamo dei tipi emotivi, che faticano a "processare", in maniera composta, la delusione che scaturisce dalla fine di una storia, faremmo meglio ad evitare ogni tipo di implicazione sentimentale. Se è lecito perdere il controllo a casa, farlo al lavoro è invece inaccettabile. Rancori e ripicche potrebbero avvelenare il clima e costringere il capo ad allontanarci. Basiamoci sulle esperienze passate e cerchiamo di capire cosa è meglio fare: se siamo riusciti a mantenere rapporti civili con gli ex partner, dovrebbe andare bene anche in questo caso; ma se alla fine di ogni storia, abbiamo augurato ogni male a chi non ci stava più accanto, allora è meglio lasciar perdere. Ed aspettare che l'amore arrivi e resti fuori dall'ufficio.

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