Il principio di Pareto e la sua applicazione nella ricerca del lavoro
Di cosa si tratta e come può essere utile
Al giorno d’oggi, in un contesto occupazionale caratterizzato da una grande domanda di lavoro e forte concorrenza e, allo stesso tempo, da accentuata instabilità lavorativa, la ricerca attiva del lavoro si profila come un’attività che richiede molto impegno e applicazione. In tal senso, per evitare di impiegare la gran parte del proprio tempo in azioni che, a conti fatti, si rivelano non essenziali e che non influiscono sostanzialmente sul risultato finale, può essere utile adottare una serie di accorgimenti e ragionare per priorità, applicando il cosiddetto Principio di Pareto.
Cos’è il Principio Pareto
Il principio di Pareto prende il nome dall’economista e sociologo omonimo il quale, nel 1897, mise a punto un concetto empirico-statistico, noto anche come regola 80/20. Secondo tale legge, generalmente l’80% dei risultati è raggiunto grazie al 20% delle azioni e del tempo dedicato. Ciò vuol dire che la maggior parte degli effetti conseguiti è determinata da un numero limitato di cause. A ben vedere, quindi, se tutto dipende dal 20% del totale, il restante 80% genera esiti di importanza minima o nulla. Il principio paretiano non ha una valenza matematica, per cui il rapporto non è necessariamente 80/20. Ad esempio: il 90% delle conseguenze può essere causato dal 10% delle cause oppure il 30% delle cause porta al 70% dei risultati, e così via. La logica del postulato di Pareto, dunque, risiede nella corrispondenza non proporzionale tra causa effetto: alcuni fattori hanno più peso di altri. Sulla base di questa teoria, si possono avere i massimi risultati nel più breve periodo possibile mediante una programmazione efficace.
Campi di applicazione del Principio di Pareto
Il meccanismo paretiano trova applicazione in molti campi. Ad esempio, nel settore economico, è stato rilevato che: il 20% dei clienti aziendali genera l’80% del fatturato;
nel trasporto stradale sul 20% delle strade avviene l’80% dei transiti totali;
in ambito informatico l'80% del tempo di esecuzione è impiegato solo dal 20% delle istruzioni di un programma;
l'80% delle operazioni degli utenti riguardano il 20% delle funzioni previste da un applicativo;
nel settore sanitario dove il 20% dei pazienti grava sull’80% della spesa sanitaria complessiva,
in ambito controllo di gestione dove l'80% dei costi deriva dal 20% delle attività svolte.
L’assunto paretiano vige anche in ambito marketing, ad esempio per il lancio di nuovi prodotti e per l’analisi dei profitti e delle perdite. Queste percentuali si sostanziano nella pratica anche a livello micro, nelle attività quotidiane. Verificato che il maggior numero di mansioni svolte in vista di un obiettivo sono in realtà secondarie e improduttive, è importante focalizzarsi invece su quel 20%, su quella parte minoritaria di azioni che da solo porta il grosso dei frutti.
Legge 80/20: gli step per cercare lavoro
In vista dell’application per un’offerta di lavoro, i candidati come primo step si dedicano alla stesura del curriculum per poi inoltrare il maggior numero di candidature o rispondere a più annunci possibili. Tuttavia, c’è spesso il rischio concreto che si disperda l’80% delle proprie energie fisiche e psichiche assicurandosi, in definitiva, appena il 20% dei risultati sperati. Per evitare di sottrarre tempo e sforzi alle poche azioni ridotte che sono, nei fatti, quelle davvero decisive, è quindi fondamentale definire una strategia mirata. La ricerca dell’opportunità lavorativa che sia più in linea con le proprie competenze hard e soft e con le proprie aspettative professionali si configura come un vero e proprio processo di time management. Esso richiede una serie di passaggi chiave: pianificazione, monitoraggio, organizzazione e definizione delle priorità. Non occorre focalizzarsi su una singola attività bensì svolgerne molteplici.
Di seguito alcuni esempi: Conformare il CV ed eventuale lettera motivazionale in relazione ad una determinata offerta;
Analizzare gli annunci di lavoro riguardanti la job position di interesse per concentrarsi sulle skills richieste;
Studiare le società e il mercato del lavoro nell’area geografica di proprio riferimento;
Rintracciare quali sono le principali aziende del settore di proprio interesse al fine di inviare un’autocandidatura;
Fare networking, allargare la propria rete relazionale, connettersi con figure che lavorano nell’ambito HR;
Sviluppare il proprio personal branding;
Curare il proprio profilo sulla prima piattaforma professionale ovvero LinkedIn;
Seguire giornate di orientamento, webinar, career day;
Iscriversi a master o corsi professionalizzanti per accrescere le abilità spendibili sul mercato del lavoro.
Fare ciò che conta
Operativamente, per capitalizzare il tempo e canalizzarlo in task utili, è bene servirsi di strumenti quali Excel dove redigere un elenco di attività programmate, spuntando di volta in volta quelle svolte, e Calendar per sistematizzare i vari impegni in precise fasce orarie. Questi, insieme a una to-do list giornaliera con gli obiettivi da raggiungere, possono servire a tenere traccia dei risultati ottenuti dalle singole azioni. Ciò aiuta a comprendere quale, tra esse, risultano essere più produttive e a ripianificare i programmi proprio puntando su queste ultime. Dando importanza alla qualità della candidatura piuttosto che alla quantità di annunci a cui rispondere, e scrivendo un CV di bell’impatto che susciti interesse nel recruiter, aumenta verosimilmente la probabilità di essere contattati per un colloquio. Anche per quest’ultimo vale la legge di Pareto. Generalmente il primo 20% dell’incontro risorsa-selezionatore è affidato all’interlocuzione da parte del candidato. Quei minuti sono fondamentali e spesso decisivi: è fondamentale presentarsi in maniera trasparente e raccontare con puntualità le proprie esperienze e soprattutto comunicare il proprio valore aggiunto, quella peculiarità personale che farebbe la differenza in quella specifica realtà lavorativa. Ottenere il lavoro sperato, postula quindi la determinazione di una strategia di ricerca da osservare con costanza. In generale, diventa essenziale costruire il proprio personale principio di Pareto e applicarlo alla propria vita e alle proprie decisioni sulla base delle proprie aspirazioni e dei propri desideri.