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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Tax Freedom Day, dal 3 giugno gli italiani non lavoreranno più per il Fisco

E' arrivato il "giorno della liberazione fiscale", come calcola la Cgia di Mestre. Il 3 giugno è il giorno in cui gli italiani smettono di lavorare per pagare l'Erario e iniziano a lavorare per sé e per la propria famiglia

Scatta il 3 giugno il "tax freedom day", ossia il giorno di liberazione fiscale. Lo rende noto la Cgia di Mestre, spiegando che quest'anno gli italiani hanno lavorato per pagare il fisco ben 154 giorni. A partire dal 3 giugno, quindi, chi lavora lo farà soltanto per sé e per la propria famiglia.

Ma da dove arrivano questi dati? La Cgia di Mestra calcola da 15 anni questo parametro, come ricorda Repubblica, prendendo in esame il dato di previsione del Pil nazionale e suddividendolo per i 365 giorni dell'anno. Il risultato è un dato giornaliero. 

Si rapporta dunque il gettito di imposte, tasse e contributi che gli italiani versano allo Stato, al Pil giornaliero, ottenendo appunto il cosiddetto "giorno di liberazione fiscale". Nel caso del 2015 e del 2016, la pressione fiscale è stata calcolata al netto del cosiddetto "bonus Renzi" che nel bilancio pubblico italiano è conteggiato come un aumento di spesa e non come una diminuzione del carico fiscale a vantaggio di quasi 11 milioni di lavoratori dipendenti con retribuzioni medio-basse

"Rispetto al 2015 il gettito complessivo del Fisco è destinato a scendere di oltre 5 miliardi di euro - segnala il coordinatore dell'Ufficio studi, Paolo Zabeo –. Quest’anno, infatti, le famiglie, a eccezione di quelle proprietarie di ville, castelli e palazzi di pregio storico, non pagano la Tasi sulla prima casa, risparmiando circa 3,5 miliardi di euro. Le imprese, invece, non sono tenute al versamento dell'Imu sugli impianti imbullonati, da cui deriva una riduzione di gettito di 530 milioni di euro, mentre l'esenzione dell'Imu per i terreni agricoli vale 405 milioni".

La "liberazione" quest'anno è arrivata con tre giorni di anticipo rispetto al 2015, ma guardando gli anni dei dati passati la situazione non è rosea. Rispetto a 20 anni fa, la situazione è peggiorata di 5 giorni, visto che allora ci si era liberati dal pagamento delle tasse il 29 maggio, 2 giorni dopo rispetto al risultato ottenuto nel 1996, anno bisestile.

"In questi ultimi anni - conclude il segretario della Cgia, Renato Mason - le politiche di rigore e di austerità hanno incrementato la pressione fiscale nel nostro Paese, penalizzando soprattutto le famiglie monoreddito e i lavoratori autonomi. Speriamo che dopo l'introduzione degli 80 euro a beneficio delle retribuzioni medio-basse, il Governo adotti anche delle misure  a vantaggio delle partite Iva, abolendo l'Irap e riducendo le aliquote Irpef".

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