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Giovedì, 25 Aprile 2024
La protesta

La raffineria Lukoil rischia di chiudere per le sanzioni, in migliaia in piazza con i bimbi: "Vogliamo un futuro"

Dopo il vertice odierno, fissato un nuovo incontro a metà dicembre. Urso: "L'impianto di Priolo è un asset strategico"

Sono circa settemila i manifestanti che hanno aderito alla mobilitazione organizzata da Cgil e Cisl per chiedere il salvataggio dell'impianto di raffinazione Isab Lukoil di Priolo. Lo stabilimento di raffinazione rischia di chiudere i battenti per le sanzioni alla Russia, mandando a casa 10mila persone. Al corteo di Siracusa ci sono non solo i lavoratori dell’azienda ma anche i loro bambini, oltre ai sindaci della provincia di Siracusa e a una delegazione di studenti. 

Corteo a Siracusa Cisl Cgil per Lukoil

Il primo cittadino del capoluogo invece si trova a Roma per partecipare al vertice voluto dal governo per decidere la strategia da adottare per salvare la raffineria di Priolo, la seconda più grande d'Italia e la quinta in Europa. Dal 5 dicembre, infatti, scatterà l'embargo alle importazioni di petrolio dalla Russia, l'unico al momento trattato da Lukoil. Lo stabilimento di raffinazione necessita di crediti per acquistare petrolio da fornitori alternativi alla Russia. Tra le soluzioni individuate, l’estensione delle garanzie della Sace, società controllata dal ministero dell'economia, anche all'Isab per garantire l'erogazione dei crediti Lukoil da parte delle banche. Davanti al ministero per le imprese e Made in Italy (sx sviluppo economico) c'è un presidio della Uil. "Abbiamo grandi aspettative per l'incontro di questa mattina - ha detto Daniela Piras, segretaria generale Uiltec - Ci aspettiamo che il governo ci dia delle risposte concrete per la continuità della raffinazione in Italia e la tutela dei posti di lavoro". 

Rivolgendosi al governo Meloni l'eurodeputato Pietro Bartolo ha dichiarato: "Fin dal primo giorno dell'invasione russa dell'Ucraina, i sindacati avevano paventato il pericolo di chiusura. Se (la premier, ndr) ha a cuore le sorti della nazione come dice, il governo punti a mantenere l'occupazione dell'area industriale siciliana e a costruire un piano di investimento che ne garantisca l'esistenza anche durante e dopo la transizione energetica. Serve una visione di futuro e servono risorse su Priolo e la Sicilia per farne un hub del Mediterraneo".

Il countdown al petrolio russo che garantisce 10mila stipendi e un quarto della produzione nazionale

Urso fissa un nuovo incontro a metà dicembre

Tutto rimandato: le soluzioni al problema arriveranno probabilmente tra un mese. "Abbiamo preso l'impegno di rivederci entro metà dicembre con delle soluzioni che noi pensiamo di poter mettere in campo per quella data", ha dichiarato il ministro per le imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, al termine dell'incontro sul'impianto Isab Lukoil. "L'impianto di Priolo è un asset strategico per il nostro sistema produttivo per la nostra filiera industriale del settore chimico in modo specifico e quindi è un interesse nazionale". Al vaglio diverse ipotesi: "Noi intendiamo proseguire tutte le strade a partire da un ulteriore confronto con il sistema bancario" su ulteriori garanzie della Sace. Il ministro non si sente di escludere una nazionalizzazione con "l'intervento diretto dello Stato", dicendosi pronto anche a "confrontarsi in Europa per una eventuale proroga dell'embargo al petrolio come è stato concesso ad altri paesi" o un'acquisizione con l'uso del golden power per garanzie occupazionali.

Secondo il presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, si è trattato di un tavolo "interlocutorio ma molto molto molto importante", segnalando un "grande assente", il mondo bancario. Ci sono però delle speranze: "Il governo ha garantito, con grande senso di responsabilità, che la vicenda non potrà che trovare una soluzione e questo rasserena il governo regionale sul mantenimento dei posti dell'indotto". Schifani ha giudicato poi "opportuna l'iniziativa del ministro di interloquire con Abi, con l'intera associazione bancaria italiana".

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