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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia Italia

Manovra, è davvero un successo quello di Conte? Ecco cosa dovrà fare l'Italia

Il governo ha accettato di tagliare la spesa per investimenti, pensioni e reddito di cittadinanza, aumentare le tasse su scommesse e lotterie, introdurre una web tax e rivedere le clausole dell'aumento dell'Iva. Tria: "Quota 100 da aprile, ad ottobre per Statali". Saltano le assunzioni nella Pubblica amministrazione

Superato il rischio di una procedura d'infrazione sulla manovra economica per l'Italia si apre una nuova sfida: evitare i possibili aumenti dell'Iva a partire dal 2020 e far quadrare tutti gli obiettivi di bilancio concordati con la Commissione Europea. 

Non c'è solo lo slittamento delle previste misure per le pensioni che - come spiega il ministro dell'Economia Giovanni Tria intervenendo a Porta a Porta - il Governo pensa di far partire Quota 100 ad aprile per il privato, ad ottobre per il pubblico.

Il governo Conte ha dovuto incassare anche il taglio delle risorse destinate al reddito di cittadinanza che dagli iniziali 9 miliardi saranno ridotti a 6,1 miliardi. Per la quota 100 - cui erano destinati 6,7 miliardi - andrebbero invece appena 4,5 miliardi.

In Manovra sforzo aggiuntivo di 10,25 miliardi di euro

Il "dialogo" che ha portato all'accordo di oggi fra il governo e l'Ue sulla manovra italiana è diventato un negoziato serio, con nuove proposte, e finalmente con la discussione sulle cifre, solo a partire dal 30 novembre col vertice del G20 di Buenos Aires dove il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro dell'Economia Giovanni Tria hanno incontrato il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e il commissario agli Affari economici e finanziari, Pierre Moscovici.

La situazione di partenza era difficilissima con un progetto di bilancio consapevolmente in sfida alle regole Ue aumentando di circa lo 0,8/1,2% il deficit strutturale rispetto al Pil per il 2019 invece rispettare il percorso di consolidamento finanziario strutturale, che andava ridotto o almeno non aumentato. 

Tutte le concessioni che l'Italia ha fatto all'Europa

Prima di tutto una premessa: il risultato più importante ottenuto da Conte è lo stop all'apertura di una procedura di infrazione che avrebbe comportato enormi costi per il Paese (solo in agricoltura, secondo Coldiretti, circa 5 miliardi di fondi Ue). Ma tra i costi del braccio di ferro tra Roma e Bruxelles va ricordato quello legato all'aumento dello spread, che dopo settimane vorticose, è tornato a scendere. Per quanto il peggio sia alle spalle, nel 2019 le casse pubbliche italiane dovrebbero versare 1,5 miliardi in più di interessi, secondo le stime di diversi economisti.

Un primo disgelo si è avuto quando Conte e Tria hanno portato la prima proposta di modifica della manovra. Riguardava i previsti risparmi da 4,6 miliardi di euro che sarebbero arrivati dall'attuazione ritardata (da gennaio ad aprile 2019) sia del reddito di cittadinanza sia dell'introduzione di Quota 100 tra le finestre previdenziali per accedere alle pensioni.

La vera concessione del Governo è arrivata tuttavia in seguito con la rinuncia agli investimenti, il cosiddetto piano annunciato a più riprese da Di Maio-Conte-Salvini. Il governo ha accettato di tagliare di oltre 4 miliardi la spesa per investimenti. Secondo l'accordo la Commissione aiuterà l'Italia a compensare questo taglio garantendo un'assistenza tecnica per garantire un migliore assorbimento in Italia dei Fondi strutturali comunitari, vero e proprio tallone d'Achille dell'Italia.

In manovra spuntano le "misure salva-conti" 

pensioni d oro

Garantita dalla Commissione Ue la clausola di flessibilità agli investimenti per le infrastrutture, e in particolare la ricostruzione del Ponte Morandi di Genova, e per il dissesto idrogeologico, per un totale di 3,15 miliardi di euro (lo 0,175% del Pil) da sottrarre al deficit.

Ma l'ultima vera concessione è arrivata Mercoledì scorso quando Conte e Tria hanno consegnato a Juncker, Moscovici e Dombrovskis, la nuova proposta del governo: il deficit nominale programmato per l'anno prossimo passava dal 2,4% del Pil al 2,04%.

Saltano le assunzioni nella pubblica amministrazione

Il taglio alla spesa ha costretto il governo a rivedere anche l'impegno preso sulle assunzioni nelle pubbliche amministrazioni: "Si prevede infatti un rinvio della presa di servizio degli assunti al 15 novembre 2019, ma limitato alle assunzioni derivanti del turn over ordinario dell'anno precedente".

Definanziato inoltre il Fondo per favorire lo sviluppo del capitale immateriale, la competitività e la produttività "di 75 milioni di euro per l'anno 2019 e di 25 milioni di euro per l'anno 2020". Tagli anche al Fondo per lo sviluppo e la coesione territoriale destinato a misure per il superamento degli squilibri socio-economici territoriali "per 800 milioni di euro per l'anno 2019", ha spiegato Conte.

Via anche le agevolazioni alle imprese: abrogato il credito di imposta relativo alle deduzioni forfetarie in materia di Irap riconosciute in favore dei soggetti passivi che impiegano lavoratori dipendenti a tempo indeterminat, così come è abrogato il credito di imposta in favore dei soggetti che compiono investimenti in beni strumentali nuovi e abrogata l'aliquota ridotta Ires riservata agli enti non commerciali

Le trattative delle ultime ore hanno visto il governo accettare una revisione sostanziale della previsione di crescita per il 2019, dall'1,5% inizialmente stimato, a un molto più realistico 1% "in considerazione del peggioramento dell'economia mondiale - si è giustificato Conte - e dell'impatto negativo che ha avuto sui mercati l'incertezza degli ultimi mesi".

L'ultimo mezzo miliardo di euro per restare al di qua della "linea rossa" sul saldo strutturale è arrivato grazie all'impegno di alzare le tasse su scommesse, giochi a premi e gioco d'azzardo, per un totale di 450 milioni di euro.

E nel caso in cui, nella seconda metà dell'anno, risultasse chiaro uno sforamento dell'obiettivo del 2,04% per il deficit/Pil nominale, due miliardi di euro accantonanti in un fondo di garanzia andrebbero a riempire il buco.

Aumento dell'Iva nel 2020?

L'accordo di oggi vale come fine dell'iter avviato con il parere negativo del 21 novembre dell'Esecutivo Ue sul Documento programmatico di bilancio, e con il suo rapporto sul non rispetto della regola del debito. Eppure... la discussione fra la Commissione e il governo non è mai entrata nelle prospettive per gli anni successivi al 2019.

aumento iva 2020

Così guardando al futuro, e tornando al punto di partenza di questa argomentazione, va ricordato che la clausola di salvaguardia dell'aumento dell'Iva è sempre pronta a scattare, se non nel 2019 lo sarà nel biennio 2020-2021: la scommessa del governo è tutta qua, confinata nell'orizzonte di 12 mesi. 

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