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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Carabinieri contro il governo: "La manovra offende la dignità del personale in uniforme"

Infuocato comunicato stampa del Consiglio Centrale di Rappresentanza Militare (Co.Ce.R.), l'organo che rappresenta il personale dell'Arma: gli investimenti in Legge di Bilancio sarebbero quasi "inesistenti" e le forze dell'ordine si sentono penalizzate

La prossima Legge di Bilancio, così come è stata presentata fino a questo momento, non soddisfa in alcun modo l’Arma dei Carabinieri. Lo dimostra un infuocato comunicato stampa del Consiglio Centrale di Rappresentanza Militare (Co.Ce.R.), l'organo centrale a carattere nazionale in rappresentanza del personale dell'Arma dei Carabinieri. "Un’attenta analisi del provvedimento fa emergere l’inesistenza di importanti investimenti per il comparto sicurezza e difesa - si legge nella nota - 500 milioni per un piano assunzionale distribuito su cinque anni; circa 60 milioni l’anno per gli aumenti stipendiali dei soli Carabinieri, con cui peraltro assurdamente si ritiene di poter rivedere parte delle indennità accessorie; 70 milioni sul progetto del futuro riordino delle carriere, con la pretesa che possano, insieme agli altri 20 milioni – stabilizzati nel decreto sicurezza – risolvere le richieste di 450.000 operatori di sicurezza".

Cifre ritenute insufficienti, persino offensive: "Offendono la dignità del personale in uniforme". Poi quasi un appello al governo: "Permetteteci di evidenziare che: il valore medio dell’aumento contrattuale che avete previsto, non si avvicina minimamente al debito che il Governo ha nei nostri confronti: mediamente 800 euro lorde annue pro-capite di straordinario non pagato, per un importo complessivo di circa 80 milioni di euro.

Pensioni e flat-tax

I Carabinieri chiedono chiarezza anche sul fronte pensioni e reddito di cittadinanza: "Leggiamo di riforme pensionistiche sbandierate come la risoluzione delle problematiche di tanti cittadini, ma nessuno ha pensato di dirci come sarà applicata a noi. Infatti, la quota 100, con i principi enunciati dei 62 anni di età, penalizza chi come noi ha limiti ordinamentali di 60 anni, almeno con riferimento ai contrattualizzati. Non abbiamo una previdenza complementare e per finire i coefficienti di trasformazione non sono adeguati alle nostre esigenze pensionistiche, bensì tarati sui 67 anni del pubblico impiego". E poi ancora:  "Leggiamo di reddito di cittadinanza e abbiamo sperato che si sarebbero trovati i soldi anche per coloro che pur avendo il lavoro, sono soggetti a impieghi gravosi. Coloro che vantano un credito verso lo Stato di 80 milioni l’anno".

Per ultimo, "ma non per importanza", un riferimento alla flat-tax (i cui dettagli non sono ancora affatto chiari, ndr): "Al momento sembrerebbe essere ad appannaggio delle sole partite iva fino ad un certo reddito. Sembra paradossale, ma è vero: giustamente un privato con un imponibile di 30.000 euro, pagherà di tasse 4.500 euro, peccato che un Carabiniere, con lo stesso imponibile, pagherà 7.000 euro. Come non criticare - si chiedono dall'Arma - una manovra economica che continua a penalizzare le forze dell’ordine? L’amarezza è tanta ed è percepibile e lo è ancor di più in questo periodo storico dove la parola d’ordine è ridiamo l’Italia agli italiani".

Cosa chiedono i Carabinieri al governo

Poi ci sono le richieste all'esecutivo, molto chiare: "Noi siamo italiani. Siamo gli italiani in uniforme su cui tutti i connazionali fanno affidamento. Siamo gli italiani in uniforme ai quali il Governo non esita a chiedere sempre maggiori sacrifici, per garantire la sicurezza del Paese. Per questo, suggeriamo al Governo di: applicare la flat-tax anche al personale del Comparto difesa sicurezza; incrementare i fondi sulla specificità, per aumentare quelle indennità accessorie che gridano vendetta da 16 anni; finanziare con almeno 500 milioni di euro il nuovo riordino delle carriere; approvare una riforma previdenziale dedicata al nostro settore, partendo dalle categorie più basse, per consentirci di percepire delle pensioni decorose. Ci permettiamo di suggerire tutto questo, perché o il Governo è effettivamente quello del cambiamento, oppure non potrà non essere catalogato come i governi che lo hanno preceduto".

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