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Giovedì, 25 Aprile 2024
Le misure

Cosa c'è nella prima manovra Meloni: tutte le novità su bonus, tasse, pensioni, pos e reddito di cittadinanza

Quarantaquattro le correzioni complessive quasi in extremis: per il via libera è, a ogni modo, una corsa contro il tempo. Si farà di tutto per evitare che il voto in Senato slitti al 31

Legge di bilancio, ci siamo (quasi). Il voto di fiducia alla Camera dei deputati sulla manovra si terrà oggi dalle 20.30 con la prima chiama. È quanto ha stabilito la conferenza dei capigruppo di Montecitorio dopo la richiesta posta in Aula dal governo. Le dichiarazioni di voto inizieranno alle 19. La seduta proseguirà poi ad oltranza con le votazioni sulle tabelle poi a seguire gli ordini del giorno e la nota di variazione approvata dal Consiglio dei Ministri. Quindi le dichiarazioni di voto ed il voto finale atteso intorno alle 6 del 24 dicembre. Poi toccherà al Senato, chiamato a dare l'ok finale entro il 31 dicembre. Un minimo imprevisto, e si rischia l'esercizio provvisorio. Vediamo insieme cosa è successo nelle ultime ore e quali saranno le novità impattanti sulla vita degli italiani nel 2023 ormai alle porte.

Tutto fatto (o quasi)

Un percorso accidentato, ora indirizzato verso la fine. La commissione Bilancio, che si era riunita per recepire i rilievi della Ragioneria generale dello Stato e cancellare un emendamento approvato per errore con uno stanziamento da 450 milioni per colmare il rosso dei Comuni, ha infine approvato le correzioni. Quarantaquattro le correzioni complessive, incluso lo stralcio della norma salva-Comuni "per effetti negativi sui saldi" non avendo coperture. La Ragioneria generale dello Stato, tra le varie indicazioni, ha poi bocciato eventuali compensi e simili per i membri del tavolo permanente sui Pos, e ha chiesto di prevedere dei paletti per i voucher ai lavoratori delle discoteche. Si chiede, inoltre, la revisione dell'emendamento sulla proroga al 31 marzo dello smartworking dei fragili perché comporta oneri di sostituzione del personale scolastico interessato da compensare. Richiesto, poi, un decreto ministeriale per consentire ai Comuni a forte vocazione turistica di alzare la tassa di soggiorno fino a 10 euro a notte, limitare al solo 2023 il contratto per Radio Radicale e rivedere le modalità di finanziamento del bonus giovani per quest'anno.

Tra correzioni, precisazioni e soprattutto aggiustamenti di tiro sulle coperture degli emendamenti, il traguardo ora si intravede. Non è una novità che i lavori si concludano quando la campanella sta per suonare. "Alla luce delle critiche emerse, ritengo opportuno sottolineare che le note elaborate dalla Ragioneria di Stato nel percorso di approvazione della legge di bilancio rientrano nella normalità delle operazioni svolte dai tecnici del Mef. Queste osservazioni tecniche sono pervenute anche lo scorso anno e in misura nettamente superiore", minimizza in una nota il sottosegretario all'Economia e Finanze Lucia Albano. "Inoltre, mi preme ricordare - sottolinea Albano - che negli ultimi due anni la manovra si è chiusa il 30 dicembre e l'esecutivo in carica non si era formato durante l'autunno, come accaduto al governo Meloni. Insieme ai tecnici del Mef, che ringrazio per il puntuale e sempre professionale apporto, parlamento e governo sono al lavoro per gli ultimi aggiustamenti alla manovra in commissione bilancio alla Camera, prima dell'apposizione del voto di fiducia".

Anche la premier Giorgia Meloni ha cercato di gettare acqua sul fuoco affermando che, pur "tra mille difficoltà, anche di rodaggio, e nonostante tutto quello che si può e dovrà migliorare", la "catastrofe" paventata dalle opposizioni non c'è affatto stata. Non la pensano così le opposizioni. Pd, M5S e pure Terzo polo non sono d'accordo, con il segretario uscente del Pd, Enrico Letta, che sottolinea: "Non erano pronti, è la Finanziaria più pasticciata degli ultimi venti anni".

Prassi o meno, per il via libera è ancora, e resterà fino alla fine, una corsa contro il tempo: dopo il sì alla Camera il 24, il provvedimento passerà al Senato tra il 27 e il 30, si auspica, per l'approvazione finale. Si farà di tutto per evitare che il voto slitti al 31, perché basterebbe un imprevisto qualunque (già peraltro sperimentato alla Camera con la norma salva-Comuni) per vacillare pericolosamente sulla linea rossa dell'esercizio provvisorio.

Cosa c'è nella manovra: tutte le misure

Tutte le misure ora in attesa solo del voto finale di fiducia:

PACCHETTO ENERGIA - I soldi destinati alle misure contro caro energia per i primi tre mesi del 2023 sono sia per le famiglie sia per le imprese e ammontano a oltre 21 miliardi di euro. Viene confermata l'eliminazione degli oneri impropri delle bollette, viene rifinanziato fino al 30 marzo 2023 il credito d'imposta per l'acquisto di energia elettrica e gas naturale che per attività come bar, ristoranti ed esercizi commerciali sale dal dal 30% al 35% mentre per le imprese energivore e gasivore si passa dal 40% al 45%. Tra gli interventi anche l'iva ridotta al 5% sui consumi di gas metano. Per i comparti sanità, agricoltura, enti locali, trasporto pubblico locale, sono previsti interventi ad hoc per fronteggiare il caro energia e assicurare la prosecuzione dei servizi. Il prossimo cruciale appuntamento del governo sarà proprio per fine marzo quando andranno in scadenza le misure per far fronte al caro energia, il cui impatto ha assorbito buona parte della manovra.

SMART WORKING - Prorogato fino al 31 marzo il diritto a richiedere, e ottenere, lo smart working per i lavoratori fragili, individuati da un decreto della Salute. La norma si applica ai dipendenti pubblici e privati. La Ragioneria ha modificato la copertura, prevedendo uno stanziamento di 15,8 milioni per sostituire il personale scolastico potenzialmente interessato dalla norma (perché fragile). Nella manovra si prevede un nutrito “pacchetto lavoro”, che spazia dal taglio al cuneo di 3 punti fino a 25mila euro di reddito e di 2 punti fino a 35mila. Per i premi di risultato la tassazione scende, nel 2023, dal 10 al 5%. Si stringe ancora sul reddito di cittadinanza: per chi è occupabile le mensilità, nel 2023, scendono da 8 a 7 e per i giovani tra i 18 e i 29 anni il sussidio è condizionato all’assolvimento dell’obbligo di istruzione.

BONUS SOCIALE ENERGIA - Cresce la platea dei percettori del bonus sociale nel settore elettrico e in quello del gas. La soglia Isee per accedere al bonus da parte dei soggetti economicamente svantaggiati sale da 12.000 a 15.000 euro.

REDDITO DI CITTADINANZA, LA STRETTA - L'anno prossimo il Reddito sarà versato ai percettori abili al lavoro per sette mesi anziché per otto, come stabiliva il disegno di legge di bilancio approvato dal Consiglio dei Ministro. L'ulteriore stretta comporta un aumento dei risparmi che salgono da 743 milioni di euro a quasi un miliardo, esattamente a 958 milioni di euro. Un decreto a gennaio ufficializzerà altre novità sul sussidio.

QUOTA 103 - Introdotta per il 2023 'quota 103' che consente di andare in pensione con 41 anni di contributi e 62 anni di età anagrafica. Chi decide di restare in servizio può scegliere di non avere il versamento dei contributi previdenziali che quindi restano in busta paga.

PENSIONI MINIME - Gli assegni minimi per gli over 75 salgono a 600 euro. Ma si tratta di un 'aumento transitorio' che si applica per il solo 2023. Sono circa 5,5 milioni i soggetti interessati e il costo dell'intervento ammonta a 270 milioni di euro.

Tutte le notizie di oggi

RIVALUTAZIONE DELLE PENSIONI - Si modifica il meccanismo di rivalutazione delle pensioni rispetto a quanto previsto nel disegno di legge di bilancio approvato dal Consiglio dei Ministri. Confermata la rivalutazione piena per le pensioni più basse, per le altre l'adeguamento percentuale si riduce in base all'importo. Quelle di importo tra 4 e 5 volte il minimo (circa 2.600 euro lordi al mese) avranno per il periodo 2023-2024 un adeguamento automatico pari all'85% anzichè all'80%. L'adeguamento si riduce però per tutte le altre pensioni di importo superiore. Quelle tra 5 e 6 volte il minimo, ad esempio, passano dal 55% al 53%, i trattamenti tra 6 e 8 volte il minimo dal 50% al 47%, per arrivare al 32% per i trattamenti più elevati, superiori a 10 volte il minimo, per i quali l'adeguamento si riduce dal 35% al 32%.

OPZIONE DONNA - Viene confermato l'intervento restrittivo legato al criterio dei figli. Gli emendamenti presentati dal governo non sono intervenuti sulla misura che prevede per il 2023 la possibilità per le donne di lasciare il lavoro a 60 anni, oppure a 59 anni con un figlio e a 58 anni con due o più figli. L'anticipo pensionistico è riservato alle donne caregiver, alle invalide al 74% e alle lavoratrici di aziende in crisi. In quest'ultimo caso l'uscita è possibile con 58 anni d'età indipendentemente dal numero dei figli.

APE SOCIALE - continua ad applicarsi per i lavori usuranti.

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