Marelli chiude lo stabilimento con 230 dipendenti: "La produzione verrà trasferita"
L'azienda ha comunicato la decisione durante un incontro con i sindacati: a chiudere i battenti sarà la fabbrica di Crevalcore, in provincia di Bologna. Le sigle chiedono un dietrofront e l'intervento del Governo
La Marelli ha deciso di chiudere lo stabilimento di Crevalcore, in provincia di Bologna, un impianto con una produzione legata ai motori endotermici e che dava lavoro a 230 dipendenti. Durante l'incontro con i sindacati, in cui l'azienda ha aggiornato la situazione di tutti gli stabilimenti dislocati sul territorio italiano, è stata annunciata la chiusura, con il conseguente spostamento della produzione nel sito di Bari. "L'Italia è strategica - ha ribadito Marelli - è un centro di rilievo in ambito ingegneria e ricerca e sviluppo, così come un importante polo produttivo".
Marelli chiude a Crevalcore: i sindacati chiedono l'intervento del governo
Come spiegato in una nota dai sindacati di settore (Fim- Fiom- Uilm- Fismic- UglM- AqcfR) l'azienda ha dato una duplice motivazione per la chiusura della fabbrica, attualmente impegnata nella produzione di collettori di aspirazione aria e di pressofusi di alluminio entrambi componenti per motori. In primo luogo il risultato economico "negativo", con una perdita prevista pari a 6 milioni di euro, dovuta anche all’aumento del costo dell’energia, e in secondo luogo la dinamica negativa delle attività legate al motore endotermico che oggi porta a un utilizzo del 45% della capacità produttiva e calerebbe naturalmente anno dopo anno fino ad arrivare al 20% nel 2027. Questo aggravato dalla scelta di non prevedere alcun investimento per la transizione all’elettrico. L'intenzione dell'azienda è quella di chiudere lo stabilimento del prossimo anno.
Le sigle, attraverso una nota congiunta, hanno chiesto un immediato intervento del Governo: "Chiediamo a Marelli di rivedere la sua decisione e al Governo di convocare immediatamente un tavolo istituzionale di confronto. È da tempo difatti che chiediamo riconversioni per le fabbriche legate al motore termico, senza le quali la chiusura di Crevalcore sarà solo la prima di una lunga serie, così come chiediamo di concentrare le risorse pubbliche sulle leve che possono salvaguardare e rilanciare l’industria di esportazione. È su queste priorità che si deve concentrare l’interesse del Ministero del Made in Italy e delle Imprese, trasformando le dichiarazioni di principio sull’automotive in atti concreti. Per chiedere a Marelli di ritirare la decisione di chiusura della fabbrica di Crevalcore e per chiedere al Governo di convocare un tavolo di confronto, si proclama la mobilitazione permanente a Crevalcore e otto ore di sciopero in tutto il gruppo per venerdì 22 settembre".
Gli altri stabilimenti Marelli in Italia
L'unica chiusura prevista dall'azienda dovrebbe essere quella di Crevalcore, mentre tutti gli altri stabilimenti dovrebbero continuare la produzione. Sul comparto Lighting non ci sono novità, così come sullo after market per cui non è stato raggiunto l’accordo di cessione. Per quanto concerne Venaria Reale, la fabbrica che produce sistemi di scarico, a fronte della cessazione e del trasferimento della produzione, prosegue il piano di passaggio dei lavoratori all’altro stabilimento Automotive Lighting, che sorge ad appena un chilometro di distanza. Lo stabilimento di sistemi di scarico di Caivano nel prossimo futuro dovrà ricevere i volumi da Venaria Reale, ma in prospettiva dovrà compensare il progressivo calo di volumi causato dalla elettrificazione delle vetture Stellantis con prodotti di settori diversi dall’automotive, in particolare attraverso forniture a veicoli commerciali per cui è già in corso una trattativa con Iveco; sono anche attesi trasfertisti volontari da Melfi e da Sulmona, in mancanza dei quali si procederà ad assunzioni temporanee.
Lo stabilimento di Melfi ha acquisito da Stellantis anche la fornitura del telaio posteriore, oltre naturalmente la traversa anteriore già acquisita in precedenza e questo consente di guardare con rinnovata fiducia al futuro dello stabilimento lucano, poiché si tratta di commesse da 7-10 anni che possono portare al superamento del contratto di solidarietà nel 2025. Nello stabilimento di Sulmona, per effetto della prosecuzione della fornitura al Ducato Messico, il potenziale esubero, che comunque sarà affrontato nel 2024 con il contratto di solidarietà, si ridurrà da 135 a 100 persone; resta fondamentale la trattativa in corso con Stellantis per la fornitura alla piattaforma large. Per quanto riguarda Bari si è in attesa di conoscere i risultati di varie gare a cui Marelli sta partecipando, a iniziare da quella per il motore elettrico di Porsche e da quelle in discussione con Stellantis; sul versante degli ammortizzatori sociali, con ogni probabilità l’unificazione dei due plant consente di ripristinarne una completa disponibilità.
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