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Giovedì, 18 Aprile 2024
Economia

Dagli Stati Generali dell'Export l'appello a Giorgia Meloni: "Ripristinare il Ministero del Commercio estero"

Il presidente del Forum Italiano dell’Export, Lorenzo Zurino: “In Italia il settore vale 570 miliardi di euro, un terzo del Pil. Con il caro energia rischiamo tutti un passo indietro, in grande sofferenza il comparto dell’agroalimentare che vale il 10% delle esportazioni”

“Se l’Italia vuole crescere sui mercati internazionali è fondamentale reintrodurre il Ministero per il Commercio Estero”. Ne è convinto Lorenzo Zurino, presidente del Forum Italiano dell’Export che da Ravenna lancia un appello a Giorgia Meloni e alla nuova governance di centrodestra uscita vincente dalle votazioni di domenica scorsa. Nelle quarantotto ore precedenti le elezioni Politiche, infatti, nella città che conserva le spoglie di Dante Alighieri, il padre spirituale della lingua e della nazione italiana, Zurino ha tenuto a rapporto il mondo industriale e delle istituzioni nella quarta edizione degli “Stati Generali dell’Export”. “Oggi più che mai - ha detto l’imprenditore, classe 1984, fondatore e Ceo di The One Company, tra le prime aziende italiane specializzate nell’internazionalizzazione delle imprese - è importante valorizzare il settore dell’export, soprattutto in un periodo in cui potremmo andare incontro a una sensibile contrazione del mercato interno. In Italia vale 570 miliardi di euro l’anno e rappresenta un terzo del PIL del nostro Paese. Alla Meloni e ai suoi alleati le imprese non chiedono l’istituzione di nuovi carrozzoni, ma auspicano che le istituzioni e la politica siano fattivamente presenti là dove c’è bisogno del loro intervento. In particolare la competitività di paesi come Spagna e Francia, dovuta ad un minore costo dell’energia pagato dalle loro imprese, rischia di far crollare l’export dei prodotti alimentari italiani, che rappresentano il 10% dei beni esportati”.

Il Ministero per il Commercio Estero, che aveva il compito di promuovere l'internazionalizzazione delle imprese italiane e il relativo commercio, venne accorpato nel 2008 dal governo Berlusconi nel Ministero dello Sviluppo Economico. Ma ora, a detta degli industriali, se ne sente di nuovo il bisogno. “La storia del Ministero del Commercio internazionale – commenta al temine dei lavori congressuali Zurino - iniziò il 22 dicembre del 1945, quando i padri costituenti si preoccuparono di creare un dicastero che si occupasse esclusivamente del supporto al commercio internazionale delle imprese italiane, particolarmente vocate all’esportazione della loro qualità. Già allora utilizzarono il termine Made in Italy, ma in maniera del tutto incosciente visto che nessuno poteva prevedere che esso sarebbe diventato un simbolo di qualità e garanzia di professionalità a livello globale. Da presidente degli Stati Generali dell’Export mi sento in dovere di farmi da portavoce delle istanze di un settore che fa da traino all’economia italiana”. Supporto dalle istituzioni, competenza e conoscenza del settore per chi occuperà i ruoli chiave nel nuovo governo, pressione fiscale ridotta, aggiornamenti tecnologici ma anche, se non soprattutto, unità d’intenti tra le stesse imprese nelle rivendicazioni di settore nei confronti della politica.

E un primo risultato in tal senso gli Stati Generali l’hanno ottenuto grazie alla stretta di mano, definita “storica”, tra la vicepresidente di Confindustria, Katia Da Ros e l’erede di casa Agnelli, Eduardo Teodorani Fabbri. Fautore del gesto è stato lo stesso Zurino, che ha permesso l’incontro tra i due sul palco del Teatro Rasi di Ravenna, nella seconda giornata degli Stati Generali dell’Export. L’evento rappresenta sicuramente il primo passo per quella che si preannuncia essere una rappacificazione “tra due punti di vista italiani rimasti lontani ormai da troppo tempo”, in seguito allo strappo avvenuto tra la Confindustria e l’allora amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne. “Quanto è accaduto durante gli Stati Generali dell’Export – ha commentato Zurino - è stato certamente significativo e sarà di buon auspicio per far tornare l’armonia tra due realtà italiane equamente importanti per il tessuto imprenditoriale del nostro Paese in un momento cruciale per l’economia e per l’export italiano”.

Tra i numerosi ospiti del Forum Italiano dell’Export ricordiamo, tra gli altri: Ettore Prandini, presidente di Coldiretti; Michele de Pascale, sindaco di Ravenna; Stefano Rossetti, vice direttore generale di BPER Banca; Massimo D’Alema, presidente Fondazione Italianieuropei e già presidente del Consiglio dei Ministri; Stefano Bonaccini, presidente di Regione Emilia-Romagna; Stefano Cuzzilla, presidente di Federmanager e CIDA; Marco Bonezzi, direzione Imprese e Global Transaction di BPER Banca; Stefano Bellucci, responsabile Servizio Global Transaction Banking di BPER Banca; Marco Gubitosi, partner di Legance Associati; Stefano Pontecorvo, H.E. Chief NATO; Matteo Marzotto, presidente di Fas Intenational Srl e presidente di Minervah Ub Spa; Andrea Benetton, presidente di Maccarese Spa e Ceo di Cirio Agricola – Gruppo Atlantia; Marcello Minenna, direttore generale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e Giorgio Carlo Brugnoni, Head of Debt & Equity International Business Support presso Cassa Depositi e Prestiti. Sono stati inoltre intervistati durante le due giornate: Katia Da Ros, amministratrice delegata di Irinox e vicepresidente di Confindustria; Danilo Iervolino, editor di Forbes Italia e L’Espresso; Eduardo Teodorani Fabbri, discendente della famiglia Agnelli e Guido Ottolenghi, Ceo presso La Petrolifera Italo Rumena Spa. I sette panels presentati hanno avuto tematiche diverse che hanno spaziato da “La nascita dell’Export Manager e la formazione indoor” a “Health and Pharma”; dalla lotta alle agromafie all’incontro tra imprenditori Under 35 e Over 35; da “Come i nuovi ordini geopolitici incideranno sull’export” alle tematiche sul servizio delle imprese nell’epoca della società informatizzata. L’evento è stato patrocinato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, ITA, Agenzia dei Monopoli (ADM), Comune di Ravenna, Camera di Commercio e la Regione Emilia Romagna.

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