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Giovedì, 18 Aprile 2024
Economia Italia

Minibot, così il Parlamento ha votato all'unanimità l’espediente per uscire dall'euro (senza capirlo e per poi pentirsene)

A parere dell'economista della Lega Claudio Borghi potrebbero diventare temporaneamente la moneta avente corso legale in caso di una ipotetica uscita dell'Italia dall'euro

La Camera martedì 28 maggio - occhio alla data successiva alla "ubriacatura" elettorale- ha votato all'unanimità una mozione che impegna il governo ad introdurre i minibot, buoni del tesoro di piccolo taglio emessi dallo Stato che dovrebbero essere usati per pagare i debiti che le pubbliche amministrazioni hanno contratto nei confronti delle imprese. 

In poche parole non si tratta di moneta legale ma assomigliano alla moneta avente corso legale e possono essere utilizzati nei rapporti con lo Stato e le altre amministrazioni pubbliche. In soldoni lo Stato si impegna ad accettarli come forma di pagamento al pari degli euro emessi dalla BCE.

Per capirci sono quell'espediente che l’economista della Lega Claudio Borghi anticipava nel suo piano di uscita ordinata dall’euro.

A parere di chi li propone potrebbero diventare temporaneamente la moneta avente corso legale in caso di una ipotetica uscita dell'Italia dall'euro, minimizzando in tal modo i danni nella probabilità di una corsa agli sportelli bancari per la svalutazione dei depositi delle famiglie.

Con i mini bot non ci sarà neanche necessità di stampare segretamente nuove banconote, dato che -in via temporanea- i MiniBot saranno utilizzati come nuova banconote in caso dell'uscita dell'Italia dal sistema della moneta unica.

borghi minibot-2

Ma che cosa è successo in Parlamento? Alla Camera approda un Atto cofirmarto dai capigruppo Molinari (Lega) e D'Uva (M5s) poi ritirato. Il resoconto stenografico dell'Assemblea di martedì 28 maggio 2019 riporta come i parlamentari abbiano deciso di convergere verso il voto sulla mozione Baldelli, presentata inizialmente dalle opposizioni e sottoscritta poi anche in maniera bipartisan dai deputati Faro, Claudio Borghi, Fregolent, Rizzetto, Fassina e Lupi. Mozione su cui il Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo Alessandra Pesce aveva confermato il parere positivo del Governo, e su cui la Camera aveva espresso una votazione positiva unanime.

In calce al testo riportiamo per completezza le dichiarazioni di voto.

Il testo quindi passa e finisce all'attenzione dei media internazionali, causando un vero e proprio sussulto e l'Italia finisce sull'ottovolante delle piazze finanziarie con l'impennata dello spread. D'altronde dei minibot se ne parlava da anni. Una proposta dell'ex premier Silvio Berlusconi, nel 2017, fece il giro del mondo.

Nel frattempo il ministero dell'Economia corre ai ripari su una vicenda potenzialmente "dirompente" proprio mentre l'Italia rischia una procedura d'infrazione per il debito. "Non c'è - precisa Via XX settembre - nessuna necessità né sono allo studio misure di finanziamento di alcun tipo, tanto meno emissioni di titoli di Stato di piccolo taglio, per far fronte a presunti ritardi dei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni italiane".

Eppure il danno è fatto, quanto meno politicamente.

Il "mea culpa" delle opposizioni

"Nella prima versione della mozione non c'era quel punto", spiegherànno poi i deputati di +Europa mentre il Partito Democratico prepara un ordine del giorno urgente al decreto legge crescita per mettere una toppa. Ma il danno è fatto come ammetterà in serata anche Mr preferenze Carlo Calenda.

Quando Borghi spiegava l'Italexit con i minibot

Le dichiarazioni di voto sui minibot

STEFANO FASSINA (LEU). Presidente, innanzitutto voglio ringraziare anch'io il collega Baldelli per aver avviato la proposta di intervento su una questione che sappiamo annosa, molto complicata da gestire sul piano della finanza pubblica, ma estremamente rilevante per i diretti interessati, in particolare per la platea delle piccole-medie imprese e del lavoro autonomo. Come sapete, i debiti della pubblica amministrazione verso il settore privato sono molto rilevanti: lo stock è arrivato di nuovo a circa 57 miliardi; e, come potete capire, è un problema molto serio in ogni caso; diventa drammatico in un quadro in cui l'economia ristagna ed è difficile per le imprese, soprattutto quelle meno strutturate, ricorrere ad altre fonti di finanziamento, in particolare il credito bancario.

Liberi e Uguali ha scelto di non presentare una propria mozione, perché quando abbiamo letto la mozione del collega Baldelli l'abbiamo ritenuta una mozione non solo condivisibile, ma completa nei suoi impegni rivolti al Governo. Come sapete. su questo problema l'Italia è in una situazione critica nei confronti della disciplina europea: ci sono procedure in corso, ci sono interventi in atto per recuperare norme contraddittorie che sono state introdotte nella legislazione precedente, in particolare per quanto riguarda un allungamento di 30 giorni dei pagamenti della pubblica amministrazione rivolti alle imprese. Non c'è bisogno di sottolineare, in questa sede, quanta rilevanza abbia una cifra così importante: appunto, parliamo di decine e decine di miliardi, nel 2018 le somme dovute e non erogate alle imprese sono state di circa 28 miliardi; quindi, stiamo parlando di punti percentuali di PIL, che possono fare la differenza per centinaia e centinaia di imprese, per decine di migliaia di lavoratori, e poi, alla fine. anche per il gettito che ne viene alla finanza pubblica. Gli impegni sono molto chiari, e ovviamente sono impegni complessi, che non si possono raggiungere da un giorno all'altro; e tuttavia vanno attuati, auspicabilmente anche attraverso emendamenti ad uno dei decreti-legge che qui alla Camera o al Senato discutiamo in questi giorni.

Il primo impegno riguarda il meccanismo di compensazione tra crediti commerciali e debiti tributari: è un meccanismo che introducemmo per la prima volta nel 2013, è un meccanismo che è stato esteso, è un meccanismo che è stato più volte prorogato, è un meccanismo che deve entrare a regime e diventare fisiologico, in un rapporto che viaggia sempre più attraverso l'informatica, tra imprese e pubblica amministrazione.

Il secondo impegno riguarda appunto una velocizzazione, che consenta di rispondere alle riserve, alle critiche che sono state avanzate dalla Commissione europea nei confronti dell'Italia, e che vedono appunto una procedura aperta presso la Corte di giustizia europea, che andrebbe chiusa al più presto.

Il terzo impegno, significativo, riguarda specificamente il DURC, la cui mancanza è un oggetto, come sapete, molto sensibile, e che tuttavia può essere, nei suoi obiettivi fondamentali, soddisfatto senza ledere i diritti dei lavoratori e i principi di legalità, anche qui attraverso un utilizzo sistematico del meccanismo della compensazione.

Poi, il penultimo impegno prevede l'accelerazione, da parte di tutte le pubbliche amministrazioni per l'utilizzo del Siope +, e cioè quell'infrastruttura digitale che consente un monitoraggio in tempo reale tra debiti, tra quanto dovuto, in termini tributari, dalle imprese, dal lavoro autonomo alla pubblica amministrazione, e i crediti della medesima rispetto ai fornitori.

Infine, abbiamo anche condiviso l'impegno che è stato proposto dalla risoluzione della maggioranza, che è stato incluso nella mozione unitaria che abbiamo elaborato, e che prevede la possibilità - ovviamente da verificare con il Ministero dell'Economia e delle finanze, con la Ragioneria generale dello Stato - di utilizzare i titoli di Stato di piccolo taglio per i pagamenti della pubblica amministrazione.

Insomma, oggi possiamo votare insieme un atto molto significativo: significativo perché è un atto unitario, e significativo perché affronta un problema che è davvero urgente, estremamente rilevante per migliaia di imprese, decine di migliaia di lavoratori.

Quindi, ringrazio tutti i colleghi, ringrazio il Governo per la disponibilità, i colleghi della maggioranza, e ovviamente il collega Baldelli per aver portato in Aula un testo utile, un testo condivisibile, un testo sul quale esprimeremo convinti il nostro voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

WALTER RIZZETTO (FDI). Presidente, vede, sì, siamo d'accordo con la proposizione di questa mozione parlamentare, che di fatto va incontro alle esigenze che per molti anni i nostri concittadini hanno posto nei confronti della politica, e nello specifico le nostre imprese, i nostri imprenditori, coloro che di fatto lavorano in pancia e per la pubblica amministrazione.

Perché tra l'altro, vede, questo tipo di operazione, ovvero il pagamento dei debiti da una parte, e, quindi, dei crediti dall'altra, rispetto a quanto, di fatto, molti nostri imprenditori attendono da parte del soggetto che dovrebbe essere tra i più qualificati a pagare nei tempi corretti, ovvero, lo Stato, e siamo anche, voglio dire, sotto alcuni termini di fiducia reciproca nei confronti dei fornitori di servizi e non soltanto di servizi stessi, ecco, vede, questa iniezione di, chiamiamola, liquidità, al netto di quanto prima discusso rispetto ad obbligazioni - e dopo mi soffermerò soltanto pochi secondi su questo tema - avrà un effetto diretto, tra l'altro, sul nostro prodotto interno lordo, e perché? Perché, già durante la scorsa legislatura qualcosa si era fatto; si era fatto qualcosa di sufficiente? No, probabilmente non si era fatto qualcosa di completamente sufficiente, perché a step, evidentemente, Presidente, Governo, abbiamo cercato di pagare queste persone che necessitavano, per portare avanti la propria attività e per pagare i propri dipendenti, di queste somme che, di fatto, gli erano dovute.

Tra l'altro, lo ricordiamo, nel 2017, la Commissione europea ha deferito l'Italia alla Corte di giustizia dell'Unione europea, definendo “sistematico” il ritardo con cui le amministrazioni pubbliche italiane hanno effettuato e continuano ad effettuare i pagamenti nelle transazioni commerciali dalla pubblica amministrazione ai soggetti che hanno lavorato per la pubblica amministrazione. Ad oggi, come già prima citato, il debito, lo stock complessivo di questo debito ammonta quasi a 57 miliardi di euro. Presidente, quindi la nostra intenzione, avendolo anche sottoscritto, è di favorire l'iter di questo atto parlamentare.

Tra l'altro, Presidente, ricordiamo che l'Italia è attualmente in Europa il Paese con i tempi più lunghi rispetto a questi pagamenti. La media europea è di 41 giorni, la media italiana è di quasi tre volte tanto, di 104 e oltre giorni, oltre a detenere nei confronti di questi soggetti sopracitati il debito più alto, quindi, di fatto, lo rinnovo, lo Stato che dovrebbe essere il soggetto commerciale in questo caso più affidabile per quanto riguarda i nostri concittadini e le nostre imprese è insolvente nei confronti delle stesse. Infatti, mi rivolgo al Governo, io cito e ricordo un caso; io vengo dal Friuli Venezia Giulia e una persona, di una grande impresa del Friuli Venezia Giulia che non lavorava soltanto in Friuli Venezia Giulia ma faceva appalti pubblici rispetto a lavori di edilizia in quasi tutta Italia, aveva da molti anni un debito, anzi, un credito nei confronti della cosiddetta pubblica amministrazione e si parlava di parecchi milioni di euro per un'azienda che aveva qualche centinaio di dipendenti, quindi, quando si parla di milioni di euro di indotto nei confronti di questa azienda, significa che è un'azienda, di fatto, messa in ginocchio, sotto molti punti di vista, sotto l'aspetto strutturale dell'azienda, sotto l'aspetto del pagamento degli stipendi e così via. Per farla breve, questo imprenditore dopo, purtroppo, è caduto nella rete di persone poco oneste che ad un certo punto, da qualche parte, in qualche ufficio, gli hanno detto: se tu paghi una tangente la tua pratica di pagamento, al posto che essere sotto, viene messa sopra. Ci sono state evidentemente delle ripercussioni, giustamente, giudiziarie, perché in Italia chi evade e chi corrompe deve subire delle ripercussioni giudiziarie, ci mancherebbe altro, però, dopo anni in cui questa impresa aspettava dei pagamenti, trovatasi, devo dire, forse, purtroppo costretta a fare quel gesto, perché una tangente è stata pagata, ha chiuso e duecento persone sono finite per strada. Allora, se noi riuscissimo ad abbreviare queste tempistiche, probabilmente non andremmo incontro a queste che sono, sui territori di tutto il nostro Paese, delle vere e proprie catastrofi, perché, dopo, dietro 200 persone, ci sono 200 famiglie, 200 madri di famiglia, 200 padri di famiglia. Migliorano, evidentemente, le tempistiche in tempi di performance rispetto ai pagamenti e i pagamenti stessi. Ho avuto, forse anche grazie all'intercessione e al colloquio avuto con il presidente Borghi, qualche dubbio rispetto ad un impegno, mi pare alla lettera b), rispetto al pagamento con i titoli di Stato di piccolo taglio, di fatto, però, ripensandoci, questo è un qualcosa che, correggetemi se sbaglio, introduce i cosiddetti mini-BOT che, ricordiamolo - e mi rivolgo alla maggioranza -, devono essere necessariamente su base volontaria, nel senso che nessuno può essere obbligato ad essere pagato attraverso, di fatto, obbligazioni emesse per coprire anche il debito pubblico, quindi parlo di BOT, BTP e CCT, buoni del tesoro e strumenti del genere. Deve essere, lo rinnoviamo, una scelta assolutamente volontaria.

Voteremo a favore di questa mozione che, lo rinnovo, abbiamo sottoscritto e abbiamo firmato, perché, oltre al fatto che, una volta sbloccate queste risorse, ci sarà un'evidente iniezione di liquidità nel sistema stesso, c'è una cosa che ci conforta: ad esempio, se si paga subito e se si paga alla svelta, non ci sarà neanche questa spesa aggiuntiva che sono gli interessi di mora dell'8 per cento, se eventualmente si va e si andrà ad elevare un contenzioso proprio per i ritardi dei pagamenti. Mi spiego, se un'impresa non viene pagata, e non viene pagata nei tempi, può elevare una causa rispetto a un giudice e gli interessi di mora rispetto a questo ritardo sono e saranno dell'8 per cento. Quindi, si parla, soltanto rispetto agli interessi, di qualche miliardo di euro. Confidiamo che dopo questa mozione anche i Ministeri che probabilmente sono stati, nel tempo, magari non oggi, più recalcitranti rispetto a questo tipo di iniziative, e mi riferisco al Ministero dell'Economia e delle finanze, cerchino effettivamente di aprire un po' i cordoni della borsa e pagare legittimamente persone ed imprese che hanno fatto grande il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

SIMONE BALDELLI (FI). Faccio questa dichiarazione di voto, esprimendo una grande soddisfazione da parte del gruppo di Forza Italia. Noi abbiamo voluto porre all'attenzione di questa Assemblea il tema dello stock di debiti delle pubbliche amministrazioni che vale circa 57-58 miliardi, perché crediamo che sia un problema strutturale che l'Italia ciclicamente si trova a dover affrontare. Fu affrontato già nel 2013, come ho ricordato nel corso della discussione generale, e fu affrontato da quello che allora era il Governo Letta su proposta, in particolare, di Forza Italia, con la possibilità di derogare ai vincoli del Patto di stabilità da parte della Commissione europea, da parte dell'allora Vicepresidente della Commissione europea, l'italiano Antonio Tajani, perché questo tipo di sforamento viene consentito dall'Unione Europea per ragioni di crescita, nel senso che pagare i debiti delle pubbliche amministrazioni e abbattere questo stock di debiti, significa, in qualche misura, far respirare l'economia, dando sollievo a tutta quella sofferenza da parte di imprese e di professionisti che soffrono non solo i mancati pagamenti, ma i ritardi ormai cronicizzati che il nostro sistema ha nei confronti di questi fornitori. Pagare questi debiti significa recuperare gettito fiscale, significa fare in modo che queste imprese possano pagare i contributi ai propri dipendenti e, quindi, non metterle nella condizione di non poter avere, per esempio, il DURC, che impedisce loro di partecipare a determinate attività con le pubbliche amministrazioni, pensiamo a certe gare, e, quindi, in qualche misura permette un passo in avanti nella crescita anche del prodotto interno lordo.

Al di là di quelle che sono le conseguenze virtuose che questa accelerazione dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni ci auguriamo abbia, anche a seguito di questa mozione, mi permetto di sottolineare il valore dell'unitarietà di questa mozione. Io ringrazio i colleghi che sono già intervenuti, Fassina e Rizzetto, ma ringrazio anche quelli che interverranno a nome degli altri gruppi parlamentari, perché anche il gesto che ha voluto fare la maggioranza, ritirando la propria mozione e condividendo un tema con un gruppo di opposizione, con il parere favorevole del Governo, su impegni concreti che noi chiediamo al Governo di verificare nei tempi, nei contenuti e nelle coperture, ma che chiediamo di mettere in campo con forza, ha un valore aggiuntivo rispetto all'approvazione sic et simpliciter di un numero “x” di mozioni ciascuno pro domo sua o ciascuna costruita su misura per il proprio elettorato di riferimento. Credo che questo sia un segnale, quello dell'unitarietà di questa mozione, che permetta oggi alla rappresentante del Governo di tornare a casa con un mandato forte, chiaro, esplicito, a tentare di risolvere questo problema, che è un problema che è in capo al Ministero dell'economia, al Ministero della funzione pubblica, per alcuni aspetti al Ministero dello sviluppo economico, che credo debba essere un tema assolutamente centrale nell'azione politica di ciascun Governo e debba essere tenuto nella debita considerazione quando, di qui a qualche tempo, si stilerà la lista delle priorità da incardinare nella legge di bilancio, a fronte di un numero di risorse tutt'altro che infinite, sulle quali ci dovremmo misurare per competere a chi più di altri riesce a individuare priorità nell'interesse collettivo del Paese.

Noi non possiamo permetterci uno Stato che metta in ginocchio imprese e professionisti, che metta imprese nelle condizioni di arrivare sull'orlo del fallimento o addirittura di fallire solo perché lo Stato è un cattivo pagatore, nel senso che o paga in grande ritardo o non paga. Forza Italia è una forza liberale, per noi lo Stato deve essere un esempio. Noi crediamo che lo Stato debba comportarsi con flessibilità ma anche con chiarezza. Noi non crediamo che lo Stato, quando è creditore di un imprenditore o un professionista, debba dormirti sullo zerbino tutta la notte e massacrati di carte bollate, di ingiunzioni di pagamento e poi, però, quando è debitore, debba potersene andare fischiettando e facendo finta di nulla. È intollerabile che in questo Paese si possa fallire perché una pubblica amministrazione, qualunque sia, non ti paga un servizio che tu, da imprenditore, hai fornito nei tempi giusti, un tuo credito certificato. Per cui, Presidente - e concludo -, il ringraziamento a tutti coloro che hanno voluto scrivere insieme questa bella pagina parlamentare, con l'augurio che da questa pagina emerga qualche risultato concreto che ci permetta di qui a qualche mese di poter tirare una riga e di poter fare delle valutazioni positive sulle iniziative che il Governo riuscirà a mettere in campo. Ce ne sono cinque o sei già incardinate, a partire dalla compensazione tra crediti e debiti della pubblica amministrazione, che, per bocca del Vicepresidente del Consiglio Di Maio, sono nella sensibilità del Governo, lo disse di fronte a un ordine del giorno a mia prima firma durante l'esame del cosiddetto “decreto dignità”, quando venne approvato un emendamento a mia prima firma che prevedeva la compensazione tra debiti e crediti per il 2018. Allora, lavoriamo per renderla strutturale, in questo c'è, voluto e introdotto dalla maggioranza anche lo strumento dei mini BOT, i titoli di debito pubblico di piccolo taglio come possibilità di compensazione tra debiti e crediti. Mettiamoli in campo questi strumenti, verificando che tutto questo sia compatibile con gli equilibri di finanza pubblica, ma sapendo che tutto questo rimette in circolo l'economia, fa girare l'economia, e soprattutto restituisce credibilità allo Stato, una credibilità di cui c'è un disperato bisogno.

Per questo io credo che questa pagina parlamentare, che mi auguro tutti quanti scriveremo all'unanimità, ha tutte le premesse per essere una pagina parlamentare dalla quale possiamo aspettarci dei risultati positivi a favore dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

SILVIA FREGOLENT (PD). Grazie, signor Presidente. Ringrazio anche il collega Baldelli, che ha condiviso con tutte le forze del Parlamento la mozione, e la maggioranza, che ha deciso di ritirare la propria mozione aderendo a quella dell'onorevole Baldelli. La questione dei ritardi nei pagamenti ai propri fornitori da parte delle amministrazioni pubbliche e il contestuale prodursi nel corso del tempo di un consistente ammontare di debiti da pagare dalle amministrazioni medesime costituisce, oltre che un elemento di iniquità da parte degli operatori pubblici, anche un elemento di debolezza dell'economia del Paese, in quanto la mancanza di disponibilità liquida che tale circostanza produce presso le imprese ne rende difficile sia la gestione ordinaria che i piani di investimento, e quindi ostacola la ripresa economica. Secondo la normativa vigente, tutte le pubbliche amministrazioni sono tenute a pagare le proprie fatture entro trenta giorni dalla data dal loro ricevimento; fa eccezione il mondo della sanità, il cui termine è fissato in sessanta giorni. L'Italia ha recepito la direttiva 2011/7/UE, dell'Unione europea, con il decreto legislativo 9 novembre 2012, n. 192, e la normativa è entrata in vigore il 1° gennaio 2013. Essa prevede l'obbligo per le pubbliche amministrazioni di pagare le imprese creditrici entro il termine massimo di trenta giorni, pena interessi di mora dell'8 per cento al di sopra di quello di riferimento della Banca centrale europea. Sono previste possibilità di deroga con estensione del termine di sessanta giorni in alcuni casi specifici, deroghe che devono essere in ogni caso giustificate e approvate dalla Commissione europea. Gli Stati possono concedere agli enti pubblici che forniscono assistenza sanitaria una certa flessibilità nell'onorare i loro impegni. La puntualità e il rispetto di queste scadenze rientra nel rispetto delle direttive europee e, come hanno già ricordato alcuni colleghi, l'Italia è in procedura di infrazione, anzi c'è in corso un procedimento per verificare o meno la procedura di infrazione da parte d'Italia proprio per i ritardi della pubblica amministrazione nei pagamenti delle imprese.

Sul sito del MEF è stato pubblicato recentemente, nel 2019, un comunicato che riporta i dati di miglioramento sistematico dei tempi di pagamento delle pubbliche amministrazioni italiane. Si tratta di dati che devono essere letti con cautela, perché riferiti alle pubbliche amministrazioni registrate sulla piattaforma elettronica. In ogni caso, nel 2018, rispetto ai pagamenti relativi ai 20,3 milioni di fatture, per un importo pari a 120,7 miliardi di euro, i tempi medi ponderati per fatturare sono diminuiti, si registra quindi un significativo miglioramento rispetto ai tempi medi del ritardo relativi alle fatture: nel 2017, più dieci giorni; nel 2016, più sedici giorni; nel 2015, più 114.

Questo risultato è stato raggiunto grazie ad una strategia complessiva sul tema avviata già durante la XVI legislatura, ma che ha avuto un grosso potenziamento nella XVII legislatura. Le misure approvate hanno interessato tre aspetti del problema: lo smaltimento dello stock del debito accumulato, lo snellimento delle procedure e l'aumento della trasparenza dei pagamenti della pubblica amministrazione e il monitoraggio dei processi. Sulla base dei dati forniti in un documento dell'ottobre del 2015 dalla Banca d'Italia, lo stock di debito accumulato dalle pubbliche amministrazioni per il ritardo dei pagamenti aveva raggiunto una dimensione complessiva di 90 miliardi, nel 2012. A questo un punto vorrei soltanto ricordare brevemente cosa è stato fatto nella passata legislatura: il Governo Letta ha fatto seguire un decreto-legge, il n. 102, del 31 agosto 2013, con il quale sono stati incrementati i pagamenti previsti nel 2013, per 7,2 miliardi, senza ridurre quelli attesi nel 2014; con la legge di stabilità del 2014 sono stati stanziati ulteriori 0,5 miliardi per l'anno in corso; e con il Governo Renzi, con il decreto-legge n. 66 del 2014, abbiamo stanziato 9,3 miliardi, per un totale complessivo di 57 miliardi, che sicuramente ha facilitato e ridotto quei pagamenti, così come detto prima.

Con la garanzia dello Stato il creditore ha la facoltà di cedere il proprio credito a intermediari finanziari in modo semplice e meno oneroso, in quanto gli intermediari non corrono il rischio di non incassare le somme dovute. Infatti, qualora l'ente debitore non fosse in grado di rispettare i termini di pagamento, l'intermediario finanziario può cedere a sua volta il credito alla Cassa depositi e prestiti, che ha stanziato a questo scopo dieci miliardi.

Quello che noi abbiamo chiesto con questa mozione, che il collega Baldelli ha chiesto con la mozione e che sicuramente è stato oggetto anche dell'intervento del mio collega Filippo Sensi nella seduta di lunedì, è che l'attuale Governo non peggiori quello che noi abbiamo costruito con fatica negli anni precedenti.

È ovvio che non bisogna mai generalizzare nella pubblica amministrazione, perché purtroppo, ahimè, come sappiamo, l'Italia è lunga e larga e abbiamo diverse modalità di pagamento se si va al Nord, nelle amministrazioni del Nord, dove è tutto più celere, e progressivamente peggiora nel trasferirsi verso il Sud Italia.

Ma alcune delle proposte che sono state fatte con i primi provvedimenti legislativi da questa maggioranza sembravano non andare verso una direzione aspettata, cioè nel continuare l'azione fatta precedentemente. Parlo, ad esempio, del “decreto semplificazioni”, dove l'istituzione nell'ambito del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese di una sezione speciale dedicata a interventi di garanzia in favore delle piccole e medie imprese che sono in difficoltà nella restituzione delle rate di finanziamenti già contratti con banche e intermediari finanziari e sono titolari di crediti certificati nei confronti delle pubbliche amministrazioni non ha avuto quel supporto finanziario che ci aspettavamo; o come nella legge di bilancio nel 2019, ad esempio, dove l'aggiornamento e la pubblicazione trimestrale da parte delle amministrazioni pubbliche dei dati relativi agli importi complessivi delle fatture ricevute all'inizio dell'anno, i pagamenti effettuati e i relativi tempi medi ponderati di pagamento, con l'introduzione di meccanismi sanzionatori e premiali sulla base dei pagamenti, ha avuto, anche lì, un minor supporto finanziario rispetto agli anni precedenti. E sappiamo come, in questi casi, avere tolto delle risorse finanziarie ha fatto, di fatto, venir meno la celerità dei provvedimenti.

Per questo con riferimento a questa mozione - che, come dicevano i colleghi che mi hanno preceduto, ha vari elementi di interesse e ha anche una norma generica che lascia a discrezione della maggioranza i termini entro i quali produrre quelle norme e quelle risorse che sono necessarie per tenere fede a quanto contenuto nella mozione, ossia quanto sia importante finalmente che le piccole e medie imprese abbiano un giusto compenso per le attività compiute a favore della pubblica amministrazione - è con questo spirito che noi abbiamo accettato di firmare unitamente a tutti i colleghi, e quindi voteremo favorevolmente alla mozione in oggetto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

EMANUELE CESTARI (LEGA). Grazie, Presidente. Il Ministero dell'Economia e delle finanze, lo scorso 8 maggio, ha diffuso i dati aggiornati sul pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni, rilevando un miglioramento sistematico dei tempi di pagamento con in media un anticipo di un giorno rispetto ai termini previsti dalla legge.

Quindi, si è registrato un significativo miglioramento, che va a sottolineare anche un po' quello che diceva la collega Fregolent che mi ha preceduto, in termini migliorativi di dieci giorni nel 2017 e di sedici giorni nel 2016.

Quindi, questa tendenza alla riduzione dei tempi di pagamento risulta generalizzata per i diversi comparti delle pubbliche amministrazioni, e tali tempi sono mediamente inferiori di otto giorni al Nord, con un valore leggermente superiore al Centro e al Sud.

Tali dati e il trend positivo di riduzione dei tempi di pagamento dei debiti della pubblica amministrazione consentiranno all'Italia di eliminare il contenzioso con l'Unione europea con riguardo al rispetto della direttiva n. 7 del 2011 dell'Unione europea stessa, recepita in Italia con decreto legislativo 9 novembre 2012, n. 192, che ha stabilito il termine massimo di pagamento a trenta giorni, pena l'applicazione di interessi di mora.

Lo stock di debito, come anche sottolineato da chi mi ha preceduto, è assolutamente importante, di assoluto valore, su un complesso totale di 28 milioni di fatture, ma tale debito con le imprese è destinato a ridursi sensibilmente allorquando emergeranno i nuovi dati sui pagamenti che tutte le amministrazioni hanno dovuto inviare entro il 30 aprile.

La legge di bilancio per il 2019, infatti, all'articolo 1, comma 867, ha stabilito che solo per il 2019 le amministrazioni dovevano comunicare lo stock di debiti commerciali residui scaduti e non pagati entro il 30 aprile scorso, mentre a regime il termine sarà applicato dal 31 gennaio di ogni anno a decorrere dal 2020.

Quindi, chiediamo al Governo che prosegua nel processo di accelerazione del pagamento dei debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni, anche potenziando l'istituto della compensazione crediti-debiti delle pubbliche amministrazioni, implementando l'applicazione di tutte le misure adottate nella legge di bilancio 2019 relative anche alle anticipazioni di tesoreria, per garantire il rispetto dei tempi di pagamento dei debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni, ed uscire, così, dalla procedura di infrazione che la Commissione europea ha avviato contro l'Italia sull'attuazione della direttiva sui ritardi dei pagamenti. Quindi, voteremo a favore di questa mozione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

GIUSEPPE BUOMPANE (M5S). Presidente, la lentezza nel pagamento dei debiti della pubblica amministrazione è un annoso problema, che sembra finalmente vicino ad una soluzione. Sappiamo tutti cosa ha significato questa lentezza per le imprese nell'ultimo decennio, ovverosia carenza di liquidità in una fase già difficilissima a causa della stagnazione economica che ha colpito il nostro Paese, ma che era di livello internazionale.

Le imprese non falliscono solo per mancanza di commesse, ma anche per i crediti che vantano e che non vengono pagati tempestivamente; quando, poi, questi ritardi riguardano crediti vantati nei confronti della pubblica amministrazione, la situazione assume connotati kafkiani. Imprese che vantano crediti nei confronti della pubblica amministrazione si trovano in stato di decozione economica per non riuscire, magari, a pagare un debito tributario; dall'altro lato, però, vantando magari un credito anche consistente nei confronti della pubblica amministrazione.

Ora, grazie ad una serie di politiche mirate che hanno unito digitalizzazione e semplificazione, siamo riusciti a diminuire notevolmente i tempi medi di pagamento della pubblica amministrazione. Lo diceva prima il collega Cestari che nell'ultimo periodo abbiamo vagliato una riduzione dei tempi di pagamento mediamente inferiori di otto giorni al Nord, con un valore medio leggermente superiore al Centro-Sud.

Presidente, siamo altresì fieri della norma inserita in legge di bilancio con la quale abbiamo consentito alle amministrazioni debitrici di accedere ad un meccanismo di anticipazione di tesoreria con il coinvolgimento di banche, intermediari finanziari e Cassa depositi e prestiti, che ha permesso di adempiere le obbligazioni in modo più celere.

Siamo - è vero - in procedura di infrazione da parte dell'Unione europea, e rientrare dalla procedura di infrazione è un obiettivo sicuramente necessario, ma vogliamo ribadire con forza che il nostro impegno per velocizzare i pagamenti lo abbiamo profuso per i nostri straordinari imprenditori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché ricordiamo che le imprese che vanno in difficoltà per i ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione sono principalmente le piccole e medie imprese, che non hanno un agevole accesso ad altre fonti di finanziamento. Ora è bene continuare su questa strada e portare a termine il lavoro.

Presidente, mi permetta di manifestare anche la soddisfazione su un tema così importante per una convergenza unanime da parte di tutte le forze politiche. Pensare alle imprese del nostro Paese significa pensare al sistema Paese e riportare in auge l'economia italiana significa far percepire a tutti i cittadini, dalle imprese ai lavoratori, un miglioramento delle loro condizioni di vita. Per questo, signor Presidente, annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle sulla mozione Baldelli ed altri nella nuova formulazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Baldelli, Faro, Claudio Borghi, Fregolent, Rizzetto, Fassina e Lupi n. 1-00013 (Ulteriore Nuova formulazione), su cui il Governo ha espresso parere favorevole. Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

La Camera approva all'unanimità (Applausi).

Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Moz. Baldelli e a. 1-00013 u.n.f. 476 476 0 239 476 0 72

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