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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia Vercelli

Morire di lavoro, la strage quotidiana e silenziosa non si ferma mai: "Inaccettabile"

A Vercelli un giovane di 32 anni ha perso la vita travolto da un muletto. Un morto anche in Veneto. Ugl: "Grande preoccupazione per i dati diffusi dall'Inail riguardo agli incidenti mortali sui luoghi di lavoro, che nel mese di gennaio 2020 sono in aumento"

Continua, inarrestabile, la strage silenziosa sul lavoro. Uomini e donne, giovani o più avanti con l'età, che escono di casa una mattina e non vi fanno più ritorno. Due drammi oggi. A Vercelli un giovane di 32 anni ha perso la vita. L'incidente mortale in una azienda che si occupa di imballaggi martedì mattina. Sul posto il 118, i carabinieri e i tecnici dello Spresal. La dinamica di quanto accaduto è ancora da ricostruire con esattezza. La vittima è Stefano Manzino, era residente a Robbio Lomellina (provincia di Pavia). Lavorava come autotrasportatore per un'altra ditta, era sul luogo in cui ha trovato la morte per una consegna. In base alle prime informazioni, il 32enne è deceduto dopo essere stato investito da un muletto mentre stava scaricando del materiale. Tutti i soccorsi sono stati vani.

Altro incidente: un uomo di 51 anni è morto in un incidente sul lavoro in provincia di Verona. Per cause in corso di accertamento l'uomo, questa mattina intorno alle 9, è rimasto schiacciato da un muletto. L'uomo, autista di una ditta con sede a Sarego, si trovava presso una ditta di Colognola ai Colli per ritirare delle merci. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di Colognola ai Colli e il 118, oltre che lo Spisal.

Dati Inail: aumentano le denunce di morti sul lavoro

Non sono buone notizie quelle che arrivano dall’Inail sul mondo del lavoro. A gennaio 2020 (l'ultimo mese per cui sono disponibili i dati completi) sono calati gli infortuni con 46.483 casi, un -3% rispetto al gennaio 2019, ma nello stesso periodo sono aumentati gli incidenti mortali sul lavoro. Sono 52. Un più 18,2%. I dati rilevati da nord a sud al 31 gennaio di ciascun anno evidenziano per il primo mese del 2020 un incremento rispetto al gennaio 2019 sia dei casi avvenuti sul posto di lavoro, che sono passati da 31 a 33, sia di quelli avvenuti nel tragitto casa lavoro, aumentati da 13 a 19.

Gli incidenti mortali riguardano quasi tutti i settori: Industria e servizi (da 39 a 43 denunce), Agricoltura (da 5 a 7) e Conto Stato (da 0 a 2). In gennaio è avvenuto anche il primo incidente stradale plurimo, in cui hanno perso la vita due lavoratori. Nello stesso mese dello scorso anno, invece, non si erano verificati incidenti che hanno coinvolto più persone.   Dall'analisi territoriale emerge un aumento di cinque casi mortali nel Nord-Est (da 9 a 14), di tre al Centro (da 9 a 12) e di uno sia al Sud (da 8 a 9) che nelle Isole (da 4 a 5). 

Il Nord-Ovest si contraddistingue, invece, per un calo di due casi (da 14 a 12), complici soprattutto i sette casi mortali in meno registrati in Lombardia (da 10 a 3). Gli incidenti mortali tra gennaio 2019 e il gennaio 2020 hanno riguardato in maggioranza uomini. I casi mortali sono passati da 42 a 49. Meno coinvolte le donne un caso in più, da 2 a 3.  Salgono le denunce dei lavoratori italiani (da 29 a 43), mentre le morti di cittadini comunitari sono state cinque in entrambi i periodi e quelle dei lavoratori extracomunitari sono diminuite da 10 a 4.

"Ogni giorno in Italia si muore sul lavoro, inaccettabile per un paese civile"

“Esprimiamo grande preoccupazione per i dati diffusi dall'Inail riguardo agli incidenti mortali sui luoghi di lavoro, che nel mese di gennaio 2020 sono in aumento del 18,2 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019. Purtroppo, questo incremento ha riguardato tutti i settori, come l'industria, i servizi, l'agricoltura. Quasi ogni giorno, in tutta Italia si verificano incidenti mortali sul lavoro ed è un dato inaccettabile in un Paese civile come il nostro. Per questo, l’UGL è impegnata con grande determinazione con la manifestazione ‘Lavorare per vivere’, al fine di sensibilizzare l'opinione pubblica sul triste fenomeno delle ‘morti bianche’. Un'attenzione che, ci auguriamo, riesca a far capire che c'è assoluto bisogno di più formazione e che la sicurezza rappresenta un diritto per tutti i lavoratori e un dovere per chi deve garantirla” ha commentato pochi giorni fa Paolo Capone, Segretario Generale dell'UGL.

Il sindacato delle costruzioni Uil, la Feneal, poche settimane fa ha rivolto un appello al governo: "Chiediamo un'accelerata sul tema degli infortuni perché il dramma delle morti sul lavoro non ammette ritardi né pause e per questo motivo vanno assunte decisioni concrete al più presto: intervenire concretamente sulla sicurezza sul lavoro, dopo le morti delle ultime settimane e i numerosi infortuni che continuano a ripetersi ogni giorno. Una persona ogni otto ore continua a morire e nel 2019 si parla di quasi 1.000 vittime".

"Su un tema tanto importante c'è poco da parlare e tanto da fare e, soprattutto, solo dalla collaborazione di tutti possono nascere le migliori soluzioni. Apprezziamo, infatti, la consultazione pubblica lanciata dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali con cui si chiedono idee e progetti su salute e sicurezza, ma dall'altra parte, sollecitiamo atti più concreti, a partire dal ripristino della commissione d'inchiesta costituita nel 2005 e attiva per 4 legislature" commenta il sindacato. E poi ancora si chiede più prevenzione e formazione e il rafforzamento delle sanzioni con l'introduzione dell'aggravante di omicidio sul lavoro.

Nel 2019 circa mille "vittime del lavoro" in Italia. Dietro ai freddi numeri ci sono vite, affetti, nomi. Come quello di Stefano Manzino, 32 anni, morto oggi in Piemonte. Nel tempo libero faceva il vigile del fuoco volontario. Il sindaco di Robbio Roberto Francese ha già comunicato l'intenzione di proclamare il lutto cittadino.

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