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Giovedì, 28 Marzo 2024
Lo studio

I mutui accesi dai genitori sono costati l'80% in più di quelli dei figli

Lo rende noto l'ufficio studio di Telemutuo che ha messo a confronto un finanziamento sulla casa approvato nel 1990 e quello sottoscritto oggi da un giovane under 35

L'adagio comune suggerisce che va "sempre tutto peggio" e che l'Italia di 30 o 40 anni fa fosse un'orizzonte di benessere e prosperità. Ogni tanto qualche dato viene a incrinare questa narrazione. Oggi è il turno di uno studio realizzato dall'ufficio studi di Telemutuo.it, società che si occupa attivamente dei finanziamenti sul mercato immobiliare italiano. Lo studio ha messo a confronto il costo finale di un finanziamento ipotecario acceso da una coppia nel 1990 per l’acquisto della prima casa con quello in capo a un giovane under 35 che si approccia oggi all’acquisto dell’abitazione. E il dato è sorprendente: la coppia che l'ha sottoscritto nel 1990 ha pagato circa l'80% in più di chi invece lo stipula oggi. 

Una simulazione? Ipotizzando l’accensione di un mutuo a tasso fisso con durata di 30 anni di pari importo (100.700 euro pari a 195 milioni di lire del 1990) si scopre che il montante, a fine rimborso, da parte di un giovane di oggi ammonta a 162.000 euro a fronte degli oltre 292.000 euro pagati dai genitori sul finanziamento richiesto nel 1990, se attenti a utilizzare tutti i mezzi a loro disposizione per rinegoziare nel tempo il tasso iniziale. Per un giovane di oggi, questo si traduce in un risparmio superiore a oltre 132.000 euro rispetto a quanto pagato dai genitori per un mutuo dello stesso importo. 

Decreto Bersani e un mercato più aperto tra le motivazioni 

Come è potuto avvenire tutto ciò? Per avere una risposta è sufficiente guardare alla differenza fra i diversi tassi di interesse. Nel 1990 il tasso di interesse si attestava addirittura attorno al 14% a fronte di un tasso di inflazione del 6,5%. Sette anni più tardi i tassi si erano dimezzati arrivando al 7% inducendo le famiglie a sostituire il primo mutuo con uno più conveniente. Fondamentale poi è stato il Decreto Bersani che nel 2007 ha introdotto a surroga ovvero la possibilità di trasferire un mutuo a un’altra banca senza costi di rinegoziazione generando un evidente vantaggio per il mutuatario che può così cercare le condizioni migliori di sottoscrizione. Una dinamica che ha portato i tassi molto vicino allo zero, negli anni scorsi, per poi tornare a lievitare verso l'alto per effetto dell'innalzamento dei tassi di interesse da parte della BCE. Oggi i tassi di interesse sui mutui, proposti dalle maggiori banche, oscillano di poco sopra il 3%. Una percentuale, nonostante l'inflazione galloppante, assai lontana da quelli dei primi anni '90. 

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