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Venerdì, 29 Marzo 2024
La resa

Netflix fa pace con il Fisco e paga quasi 56 milioni di tasse

Il colosso dello streaming ha posto fine al contenzioso con l'Agenzia delle Entrate versando le imposte dovute. Il procuratore di Milano: "Il primo caso di società occulta senza personale". L'azienda: "Abbiamo agito rispettando le regole"

È arrivata la pace tra Netflix e il Fisco italiano. L'azienda ha chiuso il contenzioso con l'Agenzia delle Entrate con un "versamento complessivo e in un'unica soluzione di euro 55.850.513 a titolo di imposte, sanzioni ed interessi", per definire ogni pendenza "per il periodo dall'ottobre 2015 fino al 2019". Si conclude così il fronte tributario dopo l'inchiesta aperta dalla procura di Milano e del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza milanese per omessa dichiarazione dei redditi, ossia per tasse non versate in Italia.

Netflix e le tasse da pagare in Italia

Le indagini, affidate al pm Gaetano Ruta ora nelle fila della procura europea, seguono lo sviluppo di analisi preliminari fatte dalla Guardia di finanza sui principali modelli di business delle Big tech della Digital economy, "da cui era preliminarmente emersa la presenza in Italia dell'operatore estero, già a far data dal mese di ottobre del 2015". La piattaforma televisiva in streaming sviluppata da Netflix, che si avvale di una propria rete per la trasmissione dei contenuti digitali in grado di erogare il 100 per cento del traffico video del gruppo, prima dell'avvio delle indagini "non era identificata fiscalmente in Italia", spiegano gli inquirenti.

L'attività di polizia giudiziaria ed economico-finanziaria - svolta anche con il contributo di professionisti esperti del settore tecnologico ed informatico - ha permesso l'esatta ricostruzione dell'estensione dell'infrastruttura digitale (denominata Content delivery network) con cui il gruppo multinazionale è stato in grado di diffondere il traffico video con elevatissimi standard qualitativi; l'infrastruttura "è stata ritenuta essenziale e significativa" ai fini dello sviluppo del business dell'impresa estera sul territorio nazionale, "poiché avrebbe garantito l'offerta di un servizio streaming di qualità agli utenti finali, grazie alla prossimità dei server rispetto al mercato di riferimento". In particolare, il Content delivery network del gruppo è risultato composto da oltre 350 server, che sarebbero stati utilizzati in via esclusiva ed installati stabilmente sull'intero territorio nazionale presso Data Center ed i principali operatori di telefonia. Questa "complessa ed evoluta" infrastruttura tecnologica avrebbe costituito la base su cui la Guardia di finanza prima e l'Agenzia delle Entrate dopo hanno individuato presupposti tecnico-giuridici per la configurazione di una "stabile organizzazione 'materiale' di un'azienda estera, ritenuta idonea a produrre reddito d'impresa in territorio italiano".

Al Fisco italiano quasi 56 milioni di euro

La multinazionale, al termine della fase di accertamento fiscale condotto dall'Agenzia delle Entrate, ha proceduto al versamento complessivo di euro 55.850.513 a titolo di imposte, sanzioni ed interessi, per definire ogni pendenza con il fisco italiano per il periodo dall'ottobre 2015 fino al 2019. Inoltre, "a partire dal primo gennaio 2022, è stata costituita una società di diritto italiano che ha iniziato a stipulare i contratti e fatturare i corrispettivi provenienti dagli abbonamenti sottoscritti con gli utenti nazionali. Ciò determinerà la tassazione in Italia dei redditi ivi prodotti dalla vendita degli abbonamenti agli utenti residenti sul territorio nazionale", si spiega nel comunicato stampa diffusa dal procuratore di Milano Marcello Viola.

"Il primo caso al mondo di società occulta senza personale"

"L'attività eseguita dalla procura di Milano, dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Milano e dalla Direzione regionale Lombardia dell'Agenzia delle Entrate su Netflix "rappresenta il primo caso, in ambito mondiale, in cui viene ipotizzata l'esistenza di una stabile organizzazione occulta di una società estera operante nella Digital economy, completamente priva di personale e caratterizzata esclusivamente da una struttura tecnologica avanzata, che sarebbe stata asservita in via esclusiva allo svolgimento di funzioni aziendali chiave per la conduzione del proprio business sul territorio dello Stato". Lo si legge nel comunicato stampa diffuso dal procuratore di Milano Marcello Viola in cui si dà atto che il colosso nella trasmissione di contenuti multimediali fa pace col fisco italiano versando circa 55,85 milioni di euro.

Netflix: "Abbiamo agito rispettando le regole italiane"

L'azienda, attraverso il suo portavoce, ha commentato la pace fiscale raggiunta con l'Italia: "Siamo soddisfatti di aver posto fine a questa vicenda, che ha riguardato gli anni fiscali 2015-2019. Abbiamo mantenuto un dialogo e una collaborazione costanti con le autorità italiane e continuiamo a credere di aver agito nel pieno rispetto delle norme italiane e internazionali applicabili al caso di specie".

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