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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Tasse, chi rischia di pagare di più con la nuova Imu

Addio Tasi, la nuova Imu accorperà i due tributi. Niente aumenti secondo il viceministro Laura Castelli. Ma l'unificazione dei due tributi probabilmente "obbligherà" i proprietari delle case in affitto a farsi carico anche della quota di Tasi fino a oggi chiesta agli inquilini

Nell'ultima bozza della Legge di Bilancio, ancora al vaglio del parlamento, è prevista una riforma delle imposte sulla casa. Addio Tasi, la nuova Imu infatti accorperà i due tributi. Qualcuno ventilava il rischio di aumenti, ma il viceministro dell'Economia Laura Castelli (Movimento 5 stelle) assicura che non sarà così. L'unificazione dei due tributi però "obbligherà" i proprietari delle case in affitto a farsi carico anche della quota di Tasi fino a oggi chiesta agli inquilini. "Quando fondi due tributi devi uniformarli e non si poteva unire la Tasi all'Imu, che grava solo sui proprietari, senza porre anche a carico di questi ultimi la quota finora pagata dagli inquilini. Diversamente, la semplificazione, anche sul fronte del pagamento e della riscossione del tributo sarebbe rimasta sulla carta" dice a ItaliaOggi Laura Castelli.

Nuova Imu, niente aumenti per i cittadini

"Niente aumenti per i cittadini, ma anzi possibili riduzioni di imposta visto che i sindaci avranno per la prima volta la chance di azzerare l'Imu su determinate categoria di immobili" rimarca Castelli. Si prevede quindi la possibilità per i sindaci di azzerare del tutto la nuova Imu. Più strumenti poi nelle mani dei sindaci che grazie all'autonomia impositiva potranno lavorare a una pianificazione fiscale. Curiosità anche per la cosiddetta "semplificazione dei tributi minori". Secondo Castelli sarà possibile calmierare i canoni di occupazione a carico degli ambulanti.

Confesercenti teme invece che il canone unico, che riunisce appunto le imposte locale minori, dal quella sul suolo pubblico alla pubblicità, "potrebbe trasformarsi in un aggravio" che, nel caso del caso degli ambulanti potrebbe arrivare fino al "+25 per cento".

A Confedilizia che teme un aumento delle tasse a carico dei proprietari di immobili locati che ora dovranno sobbarcarsi anche la quota di Tasi fino ad oggi pagata dagli inquilini, Castelli nell'intervista a ItaliaOggi risponde così: "E' stata una scelta di semplificazione e anche di riscossione. Se unisci due tributi devi anche uniformarne le regole, altrimenti non c'è semplificazione. La Tasi verrà assorbita nell'Imu e l'Imu non grava sugli inquilini ma sui proprietari. Non si poteva fare altrimenti".

Tassa sulla casa: come funziona e scadenze 2020

Importante sottolineare che le scadenze non cambiano: 16 giugno (entro questa data i contribuenti dovranno pagare la metà dell'imposta complessivamente dovuta per l'anno, applicando l'aliquota e la detrazione dei dodici mesi dell'anno precedente), e 16 dicembre. Perché c'è ancora chi dubita che non ci saranno aumenti? Il motivo è che la Tasi è una tassa ed essendo legata ai servizi comunali che copre ha bisogno di un'apposita delibera che la accompagni, la "nuova" Imu (così come la vecchia) serve a coprire in generale i fabbisogni municipali senza dover fornire giustificazioni. Quindi, spiegato in parole povere, per i Comuni potrebbe essere più semplice alzare l'aliquota unica. Solo ipotesi.

Al momento l'Imu massima è al 10,6 per mille, la Tasi invece ha come aliquota massima l'8 per mille, ma non ovunque. Come spiega il Sole 24 Ore, "la somma delle due aliquote, che hanno la stessa base imponibile (il valore catastale dell’immobile con dei moltiplicatori), arriva all'11,4 per mille, cioè esattamente l'aliquota massima della nuova Imu". Tutto è rimandato alla decisione dei singoli Comuni.

Confesercenti: "Chiediamo al governo di ripristinare il blocco dei tributi locali"

"La tendenza alla crescita del fisco locale - secondo quanto dicono da Confesercenti - era stata interrotta nel 2016 con il limite posto sull'agibilità delle imposte locali. Il blocco dei tributi è però terminato nel 2019, scatenando una nuova ondata di incrementi di imposta: solo nei primi cinque mesi di quest'anno, rileva la Corte dei Conti, sono stati 469 i comuni che hanno già deliberato un aumento dell'addizionale comunale, cui vanno aggiunti 3.173 enti che già applicano l'aliquota massima. Una valanga di aumenti d'imposta da fermare subito. È necessario evitare di peggiorare la situazione: per questo chiediamo al governo di ripristinare il blocco dei tributi locali già attuato nel 2016, che ha dato un po' di respiro a famiglie ed imprese".

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