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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Arriva la nuova Imu: chi pagherà di più

Come ampiamente previsto dagli osservatori più attenti, la riforma che ha portato all'unificazione di Imu e Tasi per qualcuno non è a costo zero. Stiamo parlando dei proprietari: saranno loro a pagare quella quota che oggi è a carico degli inquilini

Arriva la nuova Imu. La "nuova" imposta di fatto ha un'impostazione molto simile a quella dell’attuale imposta patrimoniale comunale. Con l'abrogazione della Tasi (Tributo per i servizi indivisibili) si avrà quindi lo stop della duplicazione di tributi locali sulla medesima base imponibile. Abolita la Tasi, il gettito confluirà nella nuova Imu, quindi ci sarà una tassa unica sulla casa dal 1° gennaio 2020. 

Tra Imu e Tasi c'era una differenza sostanziale, che è bene ribadire. La Tasi era una tassa, quindi legata al tipo di servizi comunali che deve andare a coprire e necessita di una delibera che lo specifici, l'Imu invece (sia quella vecchia sia la nuova nel 2020) è invece un’imposta serve a coprire in generale i fabbisogni di un Comune senza che questo debba fornire giustificazioni dettagliate. Il rischio è che qualche Comune possa decidere un innalzamento generale in maniera tutto sommato "facile", perché non dovrebbe ricorrere all'indicazione di tutti i specifici servizi come per la Tasi.

Precisazione: la nuova Imu rimane un'imposta sulle seconde case. Rimangono escluse quindi le abitazioni principali a meno che si tratti di immobili di lusso accatastati come A1A8 o A9.

Nuova Imu 2020 e addio Tasi: chi pagherà di più e cosa cambia

Come ampiamente previsto dagli osservatori più attenti, la riforma che ha portato all'unificazione di Imu e Tasi per qualcuno non è a costo zero. Stiamo parlando dei proprietari: saranno loro a pagare quella quota che oggi a carico degli inquilini, variabile tra il 10% e il 30% del tributo complessivamente. 

Confermata con l'unificazione Imu-Tasi l’esenzione per l’abitazione principale non di lusso e le relative pertinenze. Sono confermate quasi "in toto" anche alcune riduzioni previste già in passato.

Inoltre il mese in cui si acquista la casa viene "calcolato" per intero al contribuente che ha il possesso per almeno 15 giorni del mese stesso. Il giorno ufficiale del trasferimento viene considerato a carico dell’acquirente, che paga l'Imu per l’intero mese se c'è uguale numero di giorni di proprietà tra chi cede e chi acuista l'immobile.

L’aliquota di base della Nuova Imu è pari all’8,6 per mille e può essere aumentata sino al 10,6 per mille o del tutto azzerata. Aliquote specifiche vengono stabilite in caso specifici, ad esempio l’1 per mille per gli immobili rurali strumentali. 

Con l’eliminazione della Tasi viene soppresso l’obbligo per i Comuni di individuare, con regolamento, i servizi indivisibili e di indicare analiticamente, per ciascuno di essi, i relativi costi alla cui copertura il tributo è diretto. Non è tutto: la soppressione della Tasi porta con sé l’attribuzione ai proprietari dell’intero importo del tributo, ora invece in parte a carico degli occupanti degli immobili, se non utilizzati come abitazione principale.

Nuova tassa sulla casa: le scadenze non cambiano

Non cambiano invece le scadenze, sempre le stesse: 16 giugno (entro questa data i contribuenti dovranno pagare la metà dell'imposta complessivamente dovuta per l'anno, applicando l'aliquota e la detrazione dei dodici mesi dell'anno precedente), e 16 dicembre. Perché c'è ancora chi dubita che non ci saranno aumenti? Il motivo è che la Tasi è una tassa ed essendo legata ai servizi comunali che copre ha bisogno di un'apposita delibera che la accompagni, la "nuova" Imu (così come la vecchia) serve a coprire in generale i fabbisogni municipali senza dover fornire giustificazioni. Quindi, spiegato in parole povere, per i Comuni potrebbe essere più semplice alzare l'aliquota unica. Solo ipotesi.

Al momento l'Imu massima è al 10,6 per mille, la Tasi invece ha come aliquota massima l'8 per mille, ma non ovunque. Come spiega il Sole 24 Ore, "la somma delle due aliquote, che hanno la stessa base imponibile (il valore catastale dell’immobile con dei moltiplicatori), arriva all'11,4 per mille, cioè esattamente l'aliquota massima della nuova Imu". Tutto è rimandato alla decisione dei singoli Comuni.

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