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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Perché si parla di "nuova Quota 100" e perché per gli insegnanti sarebbe una beffa

Pensioni rimodulate causa deficit: il nuovo provvedimento allo studio dei tecnici del governo vanificherebbe la quota 100 per gli insegnanti che finirebbero per non avere più benefici rispetto alla riforma Fornero

In pensione in anticipo, un desiderio che per molti rischia di allontanarsi. Come abbiamo spiegato la trattativa con la commissione europea richiede uno sforzo imprevisto e una rimodulazione della riforma delle pensioni. Come? Allungando la finestra di 6 mesi per i lavoratori pubblici che hanno maturato i requisiti entro il 31 marzo, chi vuole usufruire di quota 100 potrà andare in pensione entro il 1 ottobre. Tuttavia non tutti i lavoratori pubblici sono uguali, per alcuni le regole sono diverse, come ad esempio per gli insegnanti che ne sarebbero ancor più penalizzati.

Come spiega Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, la clausola sulle finestre allungabili a 6 mesi per quota 100 contenuta nella bozza di decreto elaborata dal Governo, taglierebbe fuori del tutto i docenti

"Considerato che per gli insegnanti i tempi di pensionamento sono basati sull'anno scolastico anziché su quello solare, per loro il termine si sposta al 2020: di fatto, quindi, la misura contenuta nella legge di Bilancio taglia fuori del tutto i docenti".

"Se questo provvedimento venisse approvato- spiega ancora Di Meglio- gli insegnanti sarebbero ulteriormente penalizzati rispetto agli altri dipendenti pubblici perché per questi ultimi la prima finestra utile per andare in pensione sarebbe in ottobre 2019 (con un ritardo di 6 mesi rispetto ai lavoratori privati), mentre per i docenti la prima finestra utile sarebbe a settembre 2020, quindi con 18 mesi di ritardo rispetto ai privati. È risaputo, infatti, che gli insegnanti non possono lasciare la cattedra durante l'anno scolastico per garantire la continuità didattica".

Insomma, il nuovo provvedimento allo studio dei tecnici del governo vanificherebbe la quota 100 per gli insegnanti: nel 2020, infatti, chi ne avrebbe avuto diritto oggi, avrà raggiunto quota 104 e buona parte di loro maturerebbe i requisiti richiesti dalla legge Fornero.

"I docenti, dunque, sono stati sedotti e abbandonati", conclude il coordinatore nazionale della Gilda.

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