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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Caro bollette e decreto sostegni: le prossime mosse del governo Draghi, chi avrà gli aiuti

Nuovo pacchetto di misure in vista del Cdm di giovedì. Via gli oneri di sistema per tutti, anche per le imprese più grandi. Il premier in una morsa: da un lato c'è la lamentela del mondo produttivo, dall'altra la paralisi dell'esecutivo per l'elezione del Quirinale

Il rincaro dei prezzi dell'energia sta colpendo duramente le imprese e ne risentono le bollette di tutti gli italiani. Ieri a Palazzo Chigi c'è stata una lunga riunione fra i tecnici di Tesoro, Sviluppo economico e Transizione ecologica per mettere a punto un decreto da approvare già questa settimana, probabilmente giovedì, tre giorni dalla prima chiama di deputati e senatori. Il decreto avrà un unico focus: l'aumento esponenziale del prezzo dell'energia. "Aumenti senza precedenti nella storia", come conferma Stefano Basseghini, presidente di Arera, l'autorità di regolazione dei prezzi energetici. Il quadro non è definitivo, come l’entità del decreto che potrebbe anche contemplare il rilancio della produzione nazionale di gas.

Un decreto contro il caro bollette

Il passaggio è stretto. Il premier si trova in una morsa, ragiona la Stampa: "Da un lato c'è la lamentela delle imprese, dall'altra la paralisi del governo per via dell'imminente scadenza quirinalizia. I partiti – in particolare la Lega – chiedono un aumento del deficit, mentre il Tesoro resiste. La ragione è presto detta: in Europa è iniziato il dibattito sulla riforma del patto di stabilità, i Paesi nordici reclamano più disciplina di bilancio, e l'Italia non può mostrare il fianco". Che farr dunque? Il ministro dell'Economia Daniele Franco (che resta il premier più papabile per provare a portare a termine la legislatura se Draghi andrà al Quirinale) ha incaricato i tecnici del Tesoro di trovare nel bilancio tutti i fondi non spesi per finanziare anzitutto i ristori a favore dei settori colpiti dall'ultima ondata del Covid. Al momento per il decreto Sostegni c'è a disposizione circa un miliardo di euro. Un altro miliardo, forse un miliardo e mezzo, potrebbe arrivare dalla tassa sugli extraprofitti delle aziende energetiche. 

In ogni caso la mazzata è assicurata. E non c'entrano solo le bollette. Nel 2022 secondo Assoutenti pagheremo 736 euro in più quest’anno solo per mangiare e per gli spostamenti essenziali. Il Codacons parla di 1198 euro. L’Unione Consumatori, di 1400 euro.  A dicembre l’inflazione è salita di un altro 0,4% sul mese precedente (novembre). E la fiammata inflattiva è addirittura del 3,9% se vista da un anno all’altro. Costa di più la colazione al bar (con il caffè che presto potrebbe costare 1,50 euro al banco), costa di più un pacco di pasta al supermercato.  La benzina e il gasolio sono saliti del 10% in soli 7 giorni.

In questo clima, il Consiglio dei ministri approverà giovedì il decreto per calmierare le bollette di luce e gas. "L’ipotesi di tassare i profitti straordinari delle compagnie energetiche, con un “contributo di solidarietà”, beneficia di un appoggio politico largo - scrive Repubblica -  Ma ci sono difficoltà applicative. Il taglio dell’Iva, costoso, produrrebbe i suoi effetti troppo tardi. Più facile allora ridurre gli oneri di sistema che gravano sulle bollette (come il contributo per lo smantellamento delle centrali nucleari)".  L'esecutivo starebbe valutando anche l’uso dell’extra-gettito delle accise e dei fondi delle aste Ets (il sistema Ue che permette alle aziende di comprare i diritti a emettere anidride carbonica, ci torniamo tra un attimo). E oltre all’accantonamento di scorte di gas per le imprese, si pensa di aumentare la produzione nazionale di metano (da 4,5 miliardi di metri cubi all’anno, a 8). 

Cosa sono gli oneri di sistema

Negli ultimi anni, gli oneri generali di sistema hanno rappresentato una quota crescente e sempre più significativa della spesa totale annua di energia elettrica degli utenti finali. Le aliquote degli oneri generali da applicare a tutte le tipologie di contratto sono distinte in oneri generali relativi al sostegno delle energie rinnovabili e alla cogenerazione (Asos) e oneri generali rimanenti (Arim).

Nella prima categoria sono inclusi innanzitutto gli oneri che vanno a supportare gli incentivi alle fonti rinnovabili e alla "cogenerazione Cip 6/92". Quest'ultimo è un provvedimento, adottato dal governo nel 1992, che premia l'energia prodotta da terzi e ceduta alla rete elettrica nazionale che sia stata prodotta da fonti verdi, rifiuti o impianti ad alta efficienza. All'interno della componente Asos ci sono poi anche i costi che coprono le agevolazioni per le imprese a forte consumo di energia elettrica, note anche come imprese energivore.

Gli oneri rimanenti pesano per il 20% circa su tutto il pacchetto e si trovano sotto la voce "Arim". In questo caso le spese pagate dai consumatori sono varie: si va dallo sviluppo tecnologico e industriale agli oneri per la messa in sicurezza del nucleare e per le compensazioni territoriali, dal sostegno della ricerca di sistema alle compensazioni per le imprese elettriche minori, dagli esborsi a sostegno dei regimi tariffari speciali per il servizio ferroviario universale e merci a quelli necessari per garantire il bonus elettrico, l'agevolazione prevista in bolletta per le famiglie in disagio economico.

Un intervento massiccio

Secondo il Sole 24 Ore l'intervento sarebbe più massiccio, da 4-5 miliardi, ai quali si affiancherebbe la dote per i nuovi sostegni (si ragiona di una cifra poco sotto i 2 miliardi di euro). Ma sembra soprattutto un auspicio del giornale di Confindustria. Le beneficiarie sarebbero le imprese, rimaste fuori dall’ultima manovra che ha riguardato le famiglie e i nuclei più vulnerabili.

Si lavora dunque per destinare al caro-energia i proventi delle aste Co2, che sono vincolati quanto a destinazione per decreto e che nel 2021 hanno cubato 2,5 miliardi. Una via caldeggiata dal ministero dello Sviluppo Economico, i cui tecnici, nella riunione di ieri, sarebbero tornati a chiedere lo scostamento di bilancio per far salire le risorse disponibili. E sempre il Mise, che domani ospiterà il tavolo con gli energivori, ha proposto altresì di accantonare scorte strategiche di gas per le imprese, di utilizzare l’extragettito delle accise e di tassare gli extraprofitti delle società energetiche.

Ma se l’obiettivo è assicurare rapidamente energia a un prezzo sostenibile all’industria, "non è detto che questa sia la strada più facile da percorrere - continua il Sole 24 Ore -. Ecco perché ieri ha fatto capolino l’idea di tornare a intervenire sugli oneri di sistema. Lato elettricità, l’ultima manovra del governo ha infatti azzerato il “fardello” solo per le famiglie e le microimprese, quelle cioè con potenza disponibile fino a 16,5 kilowatt (piccole attività commerciali e studi professionali). Si starebbe quindi valutando di innalzare quell’asticella in modo da includere anche le aziende più grandi. Ma di quanto? Le riflessioni sono in corso perché se si amplia la platea ci vorranno più risorse sul piatto".

Decreto sostegni e ristori (e torna la Cig Covid)

Anche per il decreto sostegni il dado non è tratto: sì, ci sarà attenzione rivolta ai settori più in difficoltà, dallo sport al turismo. Si torna a parlare di proseguire con la Cig Covid cessata a dicembre. Si vorrebbe permettere, in pratica, di poter contare su un ammortizzatore gratuito sia per le imprese sotto i 15 addetti sia per quelle sopra, almeno fino a fine marzo. Si tratta, fino all'ultimo.

La sottosegretaria all'Economia Alessandra Sartore, in una intervista al Messaggero, annuncia che nel prossimo decreto legge sono previsti ristori, limitatamente "ai settori chiusi dai provvedimenti del governo: sale da ballo, discoteche, ma anche sport e cinema e più in generale il settore spettacolo che hanno avuto una riduzione significativa di entrate". Sostegno anche al turismo. Quanto alle risorse, "c'è uno spazio certo di un miliardo, al netto della questione caro-bollette. Ma credo che alla fine sarà di più". Un intervento per i primi tre mesi dell'anno, con aiuti a fondo perduto e a forfait, spiega.

La premessa, ricorda, è che "salvo alcune eccezioni, la maggior parte delle attività economiche sono aperte. Capisco le richieste che arrivano di sostegno, ma non dobbiamo dimenticare che il 2022 sarà un anno di grandi investimenti. Semmai il vero tema è riuscire a metterli tutti a terra", dice Sartore. Che si riferisce "non solo" al Recovery fund: "Abbiamo appena approvato una manovra con 30 miliardi di scostamento dal deficit. E poi c'è il fondo complementare. E sul Pnrr abbiamo 102 target da centrare. Dobbiamo concentrarci su questo. Non possiamo fallire". La sottosegretaria spiega che "da parte dei sindacati una richiesta forte di rifinanziare la Cassa Covid. La valutazione è in corso, ma i costi sono alti". Valutazioni "in corso" anche sull'equiparazione a malattia della quarantena. Interpellata sul caro bollette e sulla richiesta dei partiti di uno scostamento di bilancio ribatte: "Al momento non se ne parla"

Non è nemmeno escluso che le misure contro il rincaro bollette possano slittare di qualche giorno, perché è difficile -secondo diverse fonti- che si arrivi a chiudere il testo già giovedì. Ma da Palazzo Chigi emerge la volontà di accelerare: anche ieri si sono tenute riunioni tecniche sul tema, obiettivo chiudere prima del voto sul Colle, al via lunedì 24 gennaio. Perché mai come oggi il futuro a stretto giro di posta della politica italiana, dichiarazioni di facciata a parte, è avvolto dalla nebbia.

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