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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Nuovo decreto sostegni: a chi vanno gli aiuti

L'iter si concluderà tra meno di una settimana (è già slittato di sette giorni). Dubbi sulla cifra che il governo intende stanziare per gli operatori turistici, tra i settori più colpiti

Il nuovo decreto Sostegni è in dirittura d'arrivo. L'iter si concluderà tra meno di una settimana (è già slittato di una settimana). Tuttavia non c’è certezza neanche sulla cifra che il governo intende stanziare a favore degli operatori turistici, tra i settori più colpiti. Il ministro del Turismo Massimo Garavaglia (Lega) oggi tranquillizza la categoria: "Abbiamo mandato tutte le norme al Mef, il decreto arriverà giovedì prossimo. Servirebbe un miliardo e mezzo solo per il turismo, in aggiunta ai 700 milioni per la proroga della Cig Covid che sono già stati stanziati dalla legge di Bilancio. Se non sarà un miliardo e mezzo può essere qualcosina di meno, ma comunque parliamo di cifre importanti per un settore che è quello che sta pagando di più queste chiusure".

Decreto sostegni gennaio 2022: chi verrà aiutato

Quali misure ha richiesto, oltre alla proroga della Cig Covid? "Esenzione dell’Imu, agevolazione sugli affitti delle strutture alberghiere, voucher per le agenzie di viaggi, sostegni a fondo perduto alle discoteche, tanto per fare alcuni esempi: un pacchetto che copra tutte le esigenze delle categorie" dice a Repubblica Garavaglia.

I prossimi mesi sono un vero rebus: "Vogliamo andare oltre la parte sostegni - continua il ministro - e abbiamo già cominciato a varare le misure nell’ottica di accelerare la ripartenza. Faccio due esempi: la decontribuzione per chi rientra dalla cassa integrazione, per favorire la riapertura graduale ma veloce di più strutture possibili, e una sezione dedicata nel Fondo Nuove Competenze per il Turismo. Perché abbiamo visto quale è la necessità di forza lavoro del settore quando la macchina gira a regime, e quindi servono nuove professionalità, in particolare giovani che si occupino di marketing e di promozione digitale".

Ma torniamo al prossimo decreto sostegni/ristori e alle mosse nell'immediato. Mario Draghi durante l'ultima conferenza stampa ha frenato sull'ipotesi di una nuova Cig covid fino a marzo: da poco, ha sottolineato il premier, è entrata in vigore la riforma degli ammortizzatori sociali firmata Orlando che ha esteso i sussidi anche alle micro imprese del terziario (ma in parte dovranno pagarsi l’ammortizzatore). Potrebbe però esserci all'orizzonte una sorta di cassa “di prosecuzione” (ma non sono ancora chiari i contorni) a sostegno delle imprese in questo momento più in affanno. Un'ipotesi fragile, al momento, ma che c'è.

La coperta è corta

La coperta è relativamente corta. Sarà un decreto rivolto a un numero molto ridotto di imprese. In tutto ci sono due miliardi: un miliardo già accantonato in legge di bilancio nei fondi speciali dei ministeri, più il rinvio di qualche stanziamento meno urgente. Molte delle richieste che arrivano dal settore produttivo in queste ore andranno deluse. Non ci sarà infatti un altro scostamento di bilancio, nonostante ci sia chi in maggioranza lo ritenga necessario. Quello che è certo è che i nuovi sostegni non verranno erogati in modo universale a tutti, ma saranno destinati in modo mirato a specifiche imprese del settore turismo/eventi. Per quanto riguarda gli altri settori, qualcosa andrà allo spettacolo e allo sport, e alle discoteche. Queste attività nuovamente sono andate e vanno incontro a chiusure o restrizioni di rilievo, almeno fino alla fine di gennaio 2022.

Le misure in discussione, in sintesi, sono le seguenti:

  • Breve prosecuzione della cassa integrazione Covid-19 per i primi mesi del 2022;
  • Nuovi sostegni al turismo;
  • Nuovi sostegni alle imprese chiuse (eventi, discoteche);
  • Nuovi sostegni a spettacolo e sport;
  • Ipotesi di equiparare nuovamente la quarantena a malattia;
  • Congedi parentali per lavoratori con figli under 14 anni in caso didattica a distanza

"Emergenza" ristorazione

I pubblici esercizi dal 2019 hanno perso 56 miliardi di incassi. Secco l’allarme che lancia Fipe-Confcommercio: "Il settore è ancora in emergenza" che si rivolge con una lettera ai ministri Orlando (Lavoro) e Garavaglia (Turismo) chiedendo di fare in modo che le imprese del settore siano comprese nel prossimo decreto di sostegno alle realtà in crisi, che dovrebbe arrivare nei prossimi giorni all’attenzione del Consiglio dei ministri. Difficilmente accadrà.

Alla base della richiesta non ci sono solo i 56 miliardi di ricavi persi dallo scoppio della pandemia, la chiusura di 45mila attività con la perdita di circa 300mila posti di lavoro ma con una domanda fragile, una clientela scarsa. Le cause sono numerose:  l’aumento delle persone in isolamento causa Covid, lo smartworking che coinvolte circa 5,5 milioni di persone, la praticamente totale assenza di turismo straniero.

Alcune regioni si sono già mosse con i ristori per le passate stagioni di crisi. La Toscana, ad esempio, propone un contributo a fondo perduto di 2.500 euro alle imprese del comparto eventi, tra cui i ristoranti, che hanno subito un calo del fatturato di almeno 30 per cento rispetto all'anno precedente.

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