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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Il calo dello spread sorride al nuovo governo M5s-Pd

Lo stallo dell'economia è la sfida più complessa per il nuovo esecutivo. Bonomi (Assolombarda) al nuovo governo: "Dobbiamo pagare di più i giovani neoassunti, valorizzando le loro competenze". Spread in calo

"Voglio fare una proposta per un'agenda che chiami in causa un governo di statisti, più che di politici. Facciamo un grande patto tra imprese, sindacati e governo in cui, oltre a difendere il salario contrattuale, introduciamo una finestra aggiuntiva sull'assunzione dei giovani. Non possiamo continuare a farli entrare in azienda con il minimo contrattuale, dobbiamo pagarli di più, valorizzando le loro competenze. Altrimenti, le eccellenze continueranno ad andare all'estero". Lo dice Carlo Bonomi, il nome più speso nel totonomine per la futura presidenza di Confindustria, presidente di Assolombarda,  a Repubblica.

Confindustria al nuovo governo: "Costruire un futuro migliore per i nostri giovani"

"Noi imprenditori, per primi, siamo pronti a fare delle rinunce e se lo Stato, che utilizza ogni anno miliardi in azioni improduttive, ne destinasse una parte alla costruzione di un futuro migliore per i nostri giovani il Paese intero ne avrebbe un gran beneficio - sostiene l'esponente di Confindustria -. Ma in questa operazione che battezzerei 'Detassiamo il nostro futuro' ci sono anche altre cose che si possono fare subito. Per esempio una grande operazione di sostenibilità sociale e di giustizia tra generazioni. Piuttosto che quota 100, che non è la strada giusta, io proporrei di detassare il 'tutoring', cioè il trasferimento di competenze, in azienda, tra i lavoratori più esperti e i neoassunti. O ancora, la sostenibilità ambientale, che anche è un grande tema economico: basta pensare che l'Ecobonus e il Sisma-bonus, in due anni, hanno mosso investimenti per 28 miliardi di euro. Anche qui, un grande piano di detassazione degli impianti a tecnologia avanzata, da finanziare con i soldi che ogni anno spendiamo per portare i rifiuti all'estero, metterebbe in moto miliardi di investimenti".

Governo M5s-Pd, perché lo spread ora è ai minimi

Lo spread tra i Btp decennali e i corrispettivi Bund tedeschi apre in calo a 150,3 punti base. Il rendimento dei titoli di Stato italiani è pari a 0,82%. Il nascente governo giallorosso sembra aver trovato un alleato di un certo peso nei mercati finanziari. "Una coalizione M5S-PD introdurrebbe probabilmente una maggiore disciplina fiscale, il che ha portato a una reazione positiva del mercato nell'ultima settimana", diceva recentemente all’agenzia Dire Matteo Ramenghi, Chief Investment Officer UBS WM Italy.

Lo spread è la misura della differenza tra quanto rende il titolo di Stato di un Paese (ovvero, il titolo emesso per finanziare le proprie spese o per pagare i suoi debiti) e quanto rende il titolo di Stato di un Paese più virtuoso. Se il tasso del debito si abbassa, è più facile rimborsarlo. Se al contrario diventa alto, sarà più difficile pagarlo. Inoltre, lo spread aumenta o diminuisce in funzione della fiducia dei risparmiatori sul fatto che il Paese che emette il titolo possa ripagare il suo debito secondo quanto stabilito. Insomma, in sostanza, diminuisce con il crescere della credibilità di un Paese.

Perché lo spread sale o scende

Cosa contribuisce a variare lo spread? Certamente, buone o cattive notizie sulla capacità di rimborso del Paese; ma può aumentare anche per difficoltà politiche o elezioni dall'esito incerto. Tutti elementi che mettono in discussione la capacità del governo di pagare il proprio debito. Con l'aumento dello spread, aumenta anche il tasso di interesse sui mutui e quindi i risparmi delle famiglie si ridurranno; le imprese, invece, pagheranno di più per avere un prestito e potrebbero decidere di fare meno investimenti, considerando il futuro più incerto. Infine, se cresce lo spread, uno Stato vedrà aumentare il proprio debito senza fare una spesa in più.

Chi perde per il deprezzamento dei Btp - oltre alle banche, titolari di molti Buoni del tesoro - è l'insieme dei risparmiatori che hanno comprato il nostro debito e che, se volessero venderlo, si ritroverebbero con un titolo che perde valore ogni volta che lo spread aumenta. E circa il 70% del debito, ricorda Veronica De Romanis, docente di politica economica europea alla Luiss e alla Stanford University di Firenze, è nelle mani degli italiani.

Perché con il governo giallorosso lo spread è in discesa

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