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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

L'Osce taglia le stime del Pil: "Finanza italiana a rischio"

L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica dell'Italia: la stima di crescita del Pil italiano passa dall'1,4 all'1 percento

PARIGI (FRANCIA) - L'Ocse ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica dell'Italia e globali, "alla luce dei recenti dati deludenti". Ora, sul 2016, stima un Pil italiano al più 1 per cento, ovvero 0,4 punti percentuali di crescita in meno rispetto alle previsioni del novembre scorso.

STABILITA FINANZIARIA A RISCHIO - Sull'economia globale il taglio è stato di 0,3 punti, al più 3 per cento di crescita 2016, e sull'area euro di 0,4 punti al più 1,4 per cento. E in un un parziale aggiornamento del rapporto semestrale di previsioni economiche, l'ente parigino mette in guardia dai "considerevoli" rischi sulla stabilità finanziaria.

L'AVVISO - "A livello globale i mercati finanziari hanno rivalutato le prospettive di crescita, portando a cadute dei corsi azionari e ad aumenti della volatilità. Alcuni mercati emergenti risultano particolarmente vulnerabili a bruschi movimenti dei cambi valutari e agli effetti dell'elevato indebitamento interno". Per questo "è necessaria una forte risposta collettiva per rafforzare la domanda. Da sola la politica monetaria non basta: ora in molte economie le politiche di bilancio sono restrittive. Le riforme strutturali hanno perso slancio". Invece bisogna agire su tutti e tre questi livelli, avverte l'Ocse per ottenere una crescita più forte e sostenibile.(Segue) 

LA CRESCITA RALLENTA - In generale secondo l'ente parigino "la crescita sta rallentando in molte economie emergenti - prosegue l'Interim Economic Outlook - con una ripresa modesta nelle economie avanzate mentre la debolezza dei prezzi deprime le esportazioni dei produttori di materie prime. Commercio e investimenti restano deboli, la domanda a rilento sta portando a bassa inflazione e ad aumenti inadeguati di lavoro e salari".

MESSAGGIO ALL'UE - Quanto all'Europa deve accelerare il suo processo di integrazione e "parlare con una sola voce", mentre "una preoccupazione cruciale è che l'area euro resti intrappolata nella bassa crescita e in una dinamica di bassa inflazione", mentre il clima di fiducia resta troppo debole per innescare una ripartenza degli investimenti.

La bassa crescita crea anche un legame negativo con il settore bancario come evidenziato dai recenti crolli dei titoli azionari e obbligazionari in Europa. 

SEMBRA IL 2009 - E di recente "i costi azionari delle banche europee sono finiti ai minimi vicini a quelli osservati durante la crisi del 2009". Alcuni paesi Ue hanno varato riforme strutturali giudicate "importanti", ma complessivamente i progressi dell'insieme dell'area euro sono stati lenti, in particolare sul mercato unico, mentre il piano Juncker sugli investimenti ancora non sforna i benefici promessi.

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