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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

L'Italia dei "saltuari": in 600mila lavorano meno di 10 ore a settimana

Il popolo dei "lavoretti" (meno di 10 ore alla settimana) è composto da 592 mila persone secondo la Cgia. Ma è un dato sottostimato, perché il sommerso è ovunque

In Italia sono circa 600 mila gli addetti che nel 2017 hanno svolto un'attività lavorativa nel nostro Paese per meno di 10 ore alla settimana. Il popolo dei lavoretti è composto per l'esattezza da 592 mila persone, secondo i calcoli dell'Ufficio Studi della Cgia, ovvero il 2,6% del totale (poco più di 23 milioni di occupati): di questi, 389 mila hanno prestato servizio come dipendenti e gli altri 203 mila come lavoratori autonomi.

Il popolo dei lavori saltuari

Peraltro - aggiunge l'associazione - se rispetto al 2007, il numero complessivo dei lavoratori saltuari è aumentato del 20,3 per cento dal 2014 - con un picco di 631 mila unità - il numero di questi lavoratori è leggermente in calo sia a seguito della ripresa occupazionale sia della riforma dei voucher avvenuta l'anno scorso che ha ''aumentato'' il ricorso al lavoro irregolare. Due su tre addetti della cosiddetta 'gig economy' sono donne occupate, principalmente, nei servizi alla persona, come domestiche, baby-sitter, badanti, o al servizio di attività legate alla cura della persona (parrucchiere, estetiste, centri benessere, etc.).

Gli over 65 sono i più numerosi

Un altro comparto dove si concentra un'incidenza molto elevata di occupati saltuari è l'alberghiero-ristorazione e i servizi alle imprese. Gli over 65 sono i più numerosi: l'incidenza degli occupati con meno di 10 ore alla settimana sul totale dei lavoratori della stessa fascia demografica è pari al 6,9 per cento; seguono i giovani tra i 15 e i 24 anni (4,7 per cento). In valore assoluto il segmento che raggruppa il maggior numero di occupati della 'gig economy' è quello tra i 45-54 anni (156 mila su una popolazione lavorativa di quasi 7 milioni di persone).

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In Centro Italia la maggiore incidenza

L'area territoriale dove queste prestazioni occasionali sono più diffuse è il Centro: se a livello nazionale l'incidenza dei lavoratori saltuari sul totale degli occupati presenti in Italia è pari al 2,6 per cento, nel Centro la quota sale al 3 per cento. In termini assoluti, invece, è il Mezzogiorno la ripartizione geografica che presenta il numero più elevato: degli 592 mila, 171 mila lavora al Sud, 148 mila sia al Centro sia a Nordovest e 125 mila a Nordest.

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Gig economy: che cos'è

''Questi dati - segnala il coordinatore dell'Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo - evidenziano che la cosiddetta gig economy, sebbene in forte espansione, alimenta un' occupazione on demand ancora molto contenuta. Le opportunità offerte dai siti, dalle applicazioni e dalle piattaforme web, ad esempio, stanno riempendo le nostre strade di ciclo corrieri, ma i cosiddetti piccoli lavoretti sono ancora ad appannaggio di settori tradizionali, come i servizi alla persona, e in quelli dove è molto elevata la stagionalità. Ambiti, tra l'altro, dove la presenza degli stranieri è preponderante''.

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Il dato è sottostimato

''Ovviamente - conclude il Segretario della CGIA Renato Mason - questi 592 mila lavoratori occasionali sono sottostimati. Sappiamo benissimo che questo settore presenta delle zone d'ombra molto estese, dove il sommerso la fa da padrone. Tuttavia, è interessante notare che queste occupazioni regolari sono ad appannaggio soprattutto di donne e pensionati e servono ad arrotondare le magre entrate familiari, soprattutto al Sud''.

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