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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia Napoli

Operai sul campanile per protesta: "Il reddito di cittadinanza per noi licenziati non c'è"

La protesta a Napoli. Due operai licenziati da Fca hanno manifestato la volontà di trascorrere le festività pasquali sul campanile della Chiesa del Carmine e di fare uno sciopero della fame finché non saranno ascoltate le loro richieste

Sono saliti sul campanile della Chiesa del Carmine in piazza Mercato a Napoli due operai che furono licenziati dalla Fca di Pomigliano per aver esposto il manichino di Sergio Marchionne impiccato durante una manifestazione. I due sono saliti di notte sul campanile ed hanno esposto uno striscione con la scritta "Reddito di cittadinanza per licenziati non c'è". Nella piazza si sono radunati anche altri operai per sostenere la protesta. I due operai hanno manifestato la volontà di trascorrere le festività pasquali sul campanile e di fare uno sciopero della fame finché non saranno ascoltate le loro richieste.

Operai licenziati da Fca protestano sul campanile della Chiesa del Carmine a Napoli

"Una legge pensata per i poveri che non aiuta chi è povero che senso ha?", si domandano. Il campanile scelto per inscenare la protesta è tra i più alti di Napoli ed è visibile anche dal centro cittadino. "Passeremo qui la Pasqua", ha affermato Mimmo Mignano, uno degli operai saliti sulla torre. "Abbiamo iniziato uno sciopero della fame e non lasceremo la torre fino a quando non ci saranno risposte concrete alla nostra vertenza".

Reddito di cittadinanza e bonus per chi assume: cortocircuito nel mondo del lavoro

Questo il comunicato degli operai in protesta: "Siamo stati licenziati dalla FIAT nel 2014 per motivi politici. Ci siamo permessi di criticare l'allora amministratore delegato per le morti per suicidio dei nostri compagni del polo logistico di Nola. Dopo anni di cause legali, a giugno del 2018 la Corte di Cassazione ha confermato il nostro licenziamento per non aver rispettato l'obbligo di fedeltà nei confronti della FIAT. Praticamente per aver espresso una opinione contraria alle politiche aziendali. La corte d'appello di Napoli ci reintegrò temporaneamente nel 2016 ribaltando il giudizio espresso in primo grado dal tribunale di Nola. La FIAT, per questi due anni, ci ha pagato ma non ci ha mai fatto rientrare. Ora con la conferma definitiva del nostro licenziamento vuole la restituzione dei salari che ci ha pagato dal 2016 al 2018. [...] Tutti hanno sottolineato l'ingiustizia che è stata compiuta nei nostri confronti. Il nostro caso verrà discusso alla Corte Europea dei diritti umani. [...] La battaglia non è conclusa, ma noi siamo senza lavoro e senza reddito. [...] Oggi siamo nell'assurda situazione che neanche il 'reddito di cittadinanza ci viene concesso perché per i soldi percepiti nel 2018, e che la FIAT vuole indietro, non abbiamo i requisiti per ottenerlo".

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