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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Lavoro, gli operai tornano in piazza dopo il Covid: 144 crisi da risolvere

I lavoratori tornano a manifestare dopo l'emergenza coronavirus. Sono più di 100 i tavoli di crisi al Mise: in ballo il destino di oltre 300mila lavoratori

Dopo la fase più acuta dell'emergenza coronavirus, che ha portato conseguenze drammatiche sull'economia, italiana e mondiale, gli operai tornano in piazza per la manifestazione organizzata Fim, Fiom e Uilm per giovedì 25 giugno a Roma. All'appuntamento, che si svolgerà nel pieno rispetto delle regole di sicurezza e del distanziamento sociale, parteciperanno i rappresentanti delle 100 aziende metalmeccaniche che stanno affrontando la crisi.

''I metalmeccanici - scrivono le sigle - con le proprie iniziative nel mese di marzo hanno contribuito a tutelare non solo la propria salute e sicurezza ma anche quella pubblica, scioperando e contrattando hanno evitato che le aziende diventassero focolai di contagio e hanno raggiunto l’obiettivo, unico in Europa, di avere linee guida e protocolli – fino all’accordo raggiunto da Cgil, Cisl e Uil con il governo e le parti datoriali – utili a ridurre il rischio di contagio''.

Lavoro, crisi da risolvere e migliaia di lavoratori a rischio

Come ribadito anche dai sindacati, la crisi causata dal Covid non ha fatto che accentuare una situazione già critica: ''L’emergenza Covid-19 ha peggiorato la situazione delle crisi industriali che affrontiamo da anni nei settori della siderurgia, dell’automotive e dell’elettrodomestico. A queste se ne aggiungono di nuove come quelle nel settore dell’avionica civile e quelle delle piccole e medie imprese che con il calo dei volumi di mercato possono diventare drammatiche mettendo a rischio centinaia di migliaia di posti di lavoro e buona parte della capacità industriale''.

Dalla Whirlpool all'Ilva, passando per l'Ast di Terni, Arvedi a Trieste e l'ex Alcoa in Sardegna, quando l'emergenza coronavirus ha messo soltanto in stand-by i 144 tavoli di crisi su cui serve trovare una soluzione al ministero dello Sviluppo economico: in gioco c'è il futuro di circa 300mila posti di lavoro, di cui 80mila riguardano gli operai metalmeccanici. Dalla siderurgia all'automotive, fino alla produzione di elettrodomestici, parliamo di settori cruciali per il mondo del lavoro, che formano la spina dorsale dell'economia italiana.

''Il lavoro delle metalmeccaniche e dei metalmeccanici - proseguono Fim, Fiom e Uilm - è strategico per il futuro del nostro Paese in Europa. È essenziale che il governo utilizzi le risorse nazionali ed europee per realizzare un reale «green new deal» investendo nei settori strategici dell’industria, dalla siderurgia all'automotive, dal motociclo al materiale rotabile, dall’elettrodomestico all’informatica, dalla cantieristica alla microelettronica e alle installazioni fino alle macchine utensili e al medicale''.

''L’importanza strategica dell’industria deve trovare conferma nella scelta di un piano straordinario per l’occupazione e l’ambientalizzazione dei luoghi di lavoro e dei prodotti, siano essi merci o servizi. Si tratta di una nuova visione che mette al centro il lavoro e l’ambiente al fine di resistere meglio agli shock esterni a cui non possono sottrarsi il sistema delle imprese e il governo. I metalmeccanici respingono qualsiasi tentativo di mettere in discussione la contrattazione come strumento di tutela generale delle lavoratrici e dei lavoratori e si mobilitano perché è necessario ripartire in una nuova direzione''.

Lavoro e crisi industriali, le richieste dei sindacati

Le sigle concludono il loro comunicato indicando le richieste necessarie per una ripartenza del mondo del lavoro, eccole: 

  • blocco dei licenziamenti con ammortizzatori sociali più efficaci che garantiscano una continuità di copertura attraverso la contrattazione e la formazione;
  • realizzare il Contratto collettivo nazionale di lavoro;
  • confronto istituzionale sui settori principali per un piano di investimenti pubblici condizionati all’innovazione e all’occupazione stabile;
  • garantire la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro diffondendo comitati, applicando i protocolli e investendo nell’Inail e nella medicina del lavoro; 
  • contrattare il lavoro da remoto;
  • garantire diritti e salario a parità di lavoro.

Al Mise ci sarà un grande e duro lavoro da fare, ma in gioco ci sono i futuri di oltre 300mila lavoratori e delle loro famiglie:  Patuanelli e il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo sono avvisati.

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