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Sabato, 20 Aprile 2024
ECONOMIA

Draghi sputa fuoco sulla crisi: scacco matto all'austerity in cinque mosse

Il boss della Bce vara un pacchetto di cinque mosse pro crescita. Basta austerity, l'obiettivo è far tornare in circolo l'economia. Si parte con i tassi al minimo storico: così alle banche non converrà più tenere fermi i capitali

ROMA - Ha mirato. Puntato. E fatto fuoco. Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea, sfida la crisi a viso aperto. E lo fa con le armi che conosce meglio. Un pacchetto di cinque mosse, per certi versi storiche, per portare l'Unione europea fuori dal campo minato dell'austerity e farla cominciare a correre nel prato verde dei finanziamenti all'economia reale. L'obiettivo resta sostanzialmente, quasi drammaticamente, sempre lo stesso: rimettere in moto il carrozzone Ue. I mezzi da oggi sono nuovi e portano la firma del boss della Bce, uno dei veri "padroni" dell'Unione. 

Il fulcro della tanto attesa manovra anticrisi è la riduzione del costo del denaro al minimo storico dello 0,15%. Per la prima volta, e non è poco, i tassi sui depositi presso la Bce diventano negativi a -0,10% - il tasso precedente era dello 0,25. L'idea è tanto semplice che potrebbe funzionare: con una "percentuale di guadagno" così bassa alla banca centrale non converrà tenere i capitali immobilizzati. Cosa che potrebbe spingere l'istituto ad impegnare la liquidità in favore di cittadini e imprese.

Ma non solo. A settembre e dicembre Draghi ha previsto due nuove maxi operazioni di rifinanziamento alle banche da quattrocento miliardi, con scadenza nel 2018. Un regalo alle banche? No. Gli istituti di credito, infatti, potranno riutilizzare questi fondi solo per il credito a imprese e famiglie. 

E ancora. Il pacchetto della Bce impone lo stop alle operazioni di sterilizzazione dei titoli di Stato acquistati durante il piano Smp del 2010: con l’effetto, anche qui, di immettere liquidità nel sistema per circa centosettanta miliardi. Altro cartuccia, altra picconata all'austerity. Il piano Draghi estende le operazioni principali di rifinanziamento del sistema bancario fino al dicembre 2016 per ammontare illimitati. Infine, se non dovesse bastare, l’arma di riserva: l’acquisto di Abs - Asset backed securities -, le cartolarizzazioni dei prestiti finalizzate a liberare l'assorbimento di capitale in capo alle banche e far affluire credito all'economia, che verrà effettuato purché - ha spiegato Draghi - siano "prodotti semplici, reali e trasparenti".

Draghi ci scommette e giura che funzionerà. Che ieri, nel giorno del primo G7 post elezioni euroscettiche, la nuova Europa sia nata alla Bce? 

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