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Giovedì, 7 Dicembre 2023
Cash o non cash?

Pagamenti in contanti: si va verso un tetto di 5mila euro

Il senatore Zangrillo (Fi): "Il contante deve poter esser utilizzato dalle persone, do per scontato che gli italiani siano onesti". Il sondaggio: 6 italiani su 10 favorevoli a mettere un limite

Il centrodestra vuole alzare il tetto all'uso del contante che oggi è fissato a 2.000 euro, ma che nel 2023 (in assenza di altri interventi) potrebbe scendere a 1.000 euro. Il progetto di legge depositato dalla Lega (prima firma dell'onorevole Alberto Bagnai) prevede di innalzare il limite fino a 10mila euro, ma da Fdi hanno fatto capire più volte che si tratta di una soglia troppo alta e dunque bisognerà mediare. Anche in Forza Italia del resto sono piuttosto scettici. "Non credo che il tetto sarà diecimila euro, sarà un po' meno", ha confermato oggi il ministro della P.A. e senatore Fi Paolo Zangrillo, ospite di Un Giorno da Pecora, su Radio 1. Si dice possa essere di cinquemila euro? "Sarà cinque", ha detto Zangrillo rispondendo a una domanda dei conduttori.

Viene dunque ribadita l'intenzione della maggioranza (già emersa negli ultimi giorni) di consentire pagamenti cash fino a 5mila euro, per quanto si tratta al momento "solo" di dichiarazioni e non c'è ancora una proposta di legge condivisa da tutto il centrodestra. 

Sul fatto che il tetto verrà alzato comunque ci sono pochi dubbi. "Il contante deve poter esser utilizzato dalle persone, do per scontato che gli italiani siano onesti - ha detto Zangrillo -, non dobbiamo penalizzare chi si guadagna onestamente da vivere per contrastare quei pochissimi che fanno delle porcate, per cui la liberalizzazione del contante è un ragionamento che si può fare tranquillamente".

Il sondaggio: gli italiani sono favorevoli a un tetto (basso) sui pagamenti cash

Certo è che secondo gli italiani un limite ai pagamenti cash deve pur esserci. Lo dicono i risultati di un sondaggio degli istituti di ricerca mUp Research e Norstat commissionato da Facile.it. Ebbene, il 62% degli intervistati è favorevole al tetto, con un 24,2% che indica in 2.000 euro il punto dove porre il limite.

Scorrendo i dati dell'indagine si scopre che ad essersi detti favorevoli al tetto sono principalmente gli Italiani con età compresa fra 25 e 34 anni (64,2%), quelli con più di 65 anni (63,8%), in possesso di un titolo di studio elevato (65%) e i residenti in comuni con un numero di abitanti fra 10.000 e 30.000 (64%).

Guardando invece ai contrari, si vede che sono soprattutto individui con età compresa fra 55 e 64 anni (44,7%), con titolo di studio fino al I grado (46,9%), residenti nel Nord Est (38,5% - 44,7% nel solo Veneto) ed in comuni fino a 10.000 abitanti (38,9%).

Va evidenziato che una percentuale comunque rilevante (3,4% dei rispondenti, pari a 1.506.000 individui) dichiara di non avere la più vaga idea di cosa sia il tetto ai pagamenti in denaro contante.

Dove metterebbero il limite ai pagamenti in denaro contante? A questa domanda quasi un rispondente su 4 tra i favorevoli (24,2%) ha indicato la soglia ideale a 2.000 euro; 5.000 euro secondo il 22,1%, addirittura solo 1.000 euro per il 19,6%. Il 43,8% degli intervistati dunque sostiene che il limite debba essere inferiore ai duemila euro. Fra i sostenitori del tetto al limite di pagamento in contanti, molti sostengono che questa sia una misura utile al contrasto dell’evasione fiscale e, secondo quanto emerso dall’indagine, la pensano allo stesso modo il 56,2% degli intervistati, mentre quasi uno su 3 (32,3%) ritiene questa azione non adatta a quello scopo.

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