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Martedì, 19 Marzo 2024
Covid e crisi

Palestre, la riapertura è un miraggio: un settore distrutto su cui lo Stato ha fallito

Aprile e maggio ancora chiuse, il ministro Garavaglia parla del 2 giugno, ma intanto i lavoratori sono in ginocchio. Il presidente dell'Associazione Nazionale Palestre e Lavoratori Sportivi a Today: ''Il 30% delle attività non ce la faranno a superare un anno di chiusura. Ci vorranno 2-3 anni per riprendersi''

Dopo oltre un anno di chiusura, quasi una palestra su tre non riaprirà più. Il 30% delle strutture, infatti, non rivedrà la luce, quando e se, il Governo deciderà di aprire nuovamente centri sportivi e simili. Una strage silenziosa quantificata dalle stime dell'Associazione Nazionale Palestre e Lavoratori Sportivi. A confermare il dato a Today è stato il presidente Anpals, Giampiero Guglielmi: ''Secondo un sondaggio tra i nostri associati il 30% delle strutture non riaprirà. Quelle meno organizzate a sostenere i costi non ce la faranno, anche perché gli affitti e le utenze continuano ad arrivare, mentre gli aiuti spesso sono in ritardo e nella maggior parte dei casi rappresentano una minima parte delle spese da sostenere''.

Le palestre abbandonate dallo Stato

Infatti, oltre ad essere uno dei settori maggiormente colpiti dalle restrizioni anti-covid, quello delle palestre è stato anche 'dimenticato' dal Governo, come denuncia lo stesso Guglielmi: ''Ci sono stati dei ristori per gli istruttori e gli operatori sportivi, ma per i gestori le cose sono andate diversamente. C'è chi ha ricevuto 2mila euro, chi 5mila, a fronte di perdite superiori ai 100-150mila euro''.

Ma non si tratta dell'unica nota stonata per le strutture sportive, un altro corto circuito è arrivato con le riaperture avvenute prima dell'estate: ''In quei mesi le strutture si sono dovute adeguare alle normative per poter riaprire – spiega il presidente Anpals - sostenendo dei costi aggiuntivi igienizzare gli ambienti e contingentare le entrate. Tutti soldi già spesi e che molto probabilmente nessuno rimborserà''.

Palestre, un settore al collasso

Secondo l'indagine IFO International Fitness Observatory ‘Exercise is a medicine’ nel 2020 il settore delle palestre ha visto andare in fumo 2 miliardi di euro, lasciando senza lavoro 200mila persone. Perdite che stanno spingendo alla disperazione i gestori delle strutture, come sottolineato da Giampiero Guglielmi: ''Nell'ultimo decreto non ci sono aiuti corposi per questo settore, un settore abbandonato a se stesso, che invece dà lavoro a milioni di persone attraverso migliaia di strutture. Dopo la protesta di martedì a Montecitorio molti hanno deciso di riaprire nonostante il decreto e il rischio delle multe''.

''Poi c'è il discorso dei contagi - ha aggiunto Guglielmi - in un settore in cui non ci sono stati casi, con protocolli corposi e regole mirate. Manca uniformità, un discorso logico, nessuno ci ha mai spiegato perché le palestre sono chiuse. Lo Stato dice di voler tutelare la salute, però non tutela le strutture che consentono di praticare l'attività sportiva, esperienza necessaria proprio per la salute''.

Quando riapriranno le palestre?

Ma la domanda che tutti si pongono è ancora una: quando riaprono le palestre e i centri sportivi? Una data certa non c'è ancora: ma i mesi di aprile e maggio dovrebbero proseguire con le saracinesche abbassate, a meno di colpi di scena. Si spera nel 2 giugno, una giornata paventata anche dal ministro del Turismo, Massimo Garavaglia: ''In Francia dicono 14 luglio, negli Usa il 4 luglio e noi abbiamo il due giugno, un po’ prima. Potrebbe essere una data ma il tema è programmazione e monitoraggio. La programmazione è fondamentale quindi dobbiamo iniziare a dire noi stiamo lavorando settore per settore stiamo vedendo i protocolli e faremo le nostre proposte''.

Il 2 giugno rimane quindi una data possibile, anche se, con l'estate alle porte, il periodo potrebbe non essere il migliore per la riapertura delle strutture: ''Le persone difficilmente vanno in palestra in estate, per questo un'apertura prima del periodo estivo potrebbe non essere di grande aiuto, ma l'importante è riaprire – ha ribadito il presidente Anpals - Il dato più gravo è purtroppo un altro: il settore ci metterà almeno 2-3 anni per riprendersi.

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Un settore dimenticato dallo Stato che rischia il collasso: ''Vogliono dare un contentino ad un settore volutamente distrutto. Quello che c'è stato dato è un'offesa e gli unici ad avere dei benefici sono stati gli istruttori, c'è una domanda che al Governo dovrebbero porsi: un domani dove andranno a lavorare queste persone se i centri sportivi saranno tutti chiusi?''.

''Noi non ci aspettiamo nulla – ha concluso Guglielmi – per noi l'unica possibilità di sopravvivere è riprendere l'attività. È più facile contagiarsi all'aperto andando in un parco, prendendo un autobus pubblico, andando in una farmacia piuttosto che andando in una palestra. Così si arriva all'esasperazione: quando lo Stato porta il cittadino ad infrangere le regole, vuol dire che lo Stato ha fallito''. Una frase che arriva come un pugno nello stomaco. Ma come dargli torto.

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