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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cantieri più sicuri

La patente a punti per fermare la strage dei morti sul lavoro

La proposta della Filca-Cisl: uno strumento che costringa le imprese a lavorare in totale sicurezza, già avallato anche dalle altre sigle sindacali. In Lombardia invece arriva l'algoritmo per individuare i cantieri a rischio

Morti sul lavoro: una strage continua, una sequenza di incidenti che ha riportato la questione al centro dell'attenzione e che ci pone tutti di fronte alla stessa domanda: cosa si può fare per fermarla? Una ''Patente a punti della prevenzione'' per rendere più sicuri i cantieri: a lanciare la proposta alle istituzioni è il sindacato Filca-Cisl: ''Rendere l'Inail protagonista di una rinnovata azione di prevenzione nei cantieri edili, grazie anche al prezioso contributo offerto dai Comitati Paritetici Territoriali e dagli Rlst. Un'azione rafforzata dall'assunzione di `promotori della prevenzione, dalla formazione specifica degli operatori e attraverso l'istituzione di un nuovo strumento di lavoro, la "Patente a punti della prevenzione".

Una patente a punti per fermare la strage nei cantieri

Un'idea spiegata attraverso una nota da Enzo Pelle, segretario generale aggiunto della categoria: "Tutte le parti sociali devono mettere a disposizione il loro bagaglio di strumenti e di professionalità per una efficace azione di prevenzione degli infortuni nei cantieri. In questa partita l'Inail giocherebbe un ruolo da protagonista, anche con l'assunzione di tecnici con l'incarico di promotori della sicurezza". 

La proposta della Filca prevede che nei giorni immediatamente successivi l'apertura di un cantiere edile, l'Inail invii i suoi tecnici per certificare la bontà del sistema di sicurezza messo in campo dall'impresa. In caso di eventuali irregolarità, l'Istituto chiederà di procedere alla regolarizzazione, sulla scia di quanto già previsto dalle norme in essere.

"Questa proposta - aggiunge il sindacalista della Cisl - vede l'Inail coinvolto in prima linea anche perché sarà poi l'Istituto stesso, tramite le verifiche effettuate, a rimodulare l'entità delle tariffe. Lo scopo è quello di mettere in campo una politica che valorizzi le imprese virtuose, anche attraverso incentivi. Nei fatti, lo strumento potrebbe essere una sperimentazione per il primo anno, in particolare per la prevenzione delle cadute dall'alto (il 70% del totale degli incidenti), portandolo successivamente a regime per dare vita a una Patente a Punti della Prevenzione".

Perché si continua a morire di lavoro

A detta della Filca i benefici sarebbero notevoli non solo per il settore, ma per l'intera collettività, grazie alla creazione di un clima di fiducia e alla riduzione degli incidenti. Senza dimenticare che il calo degli infortuni ricompenserebbe il costo dell'assunzione dei tecnici Inail.

"La formazione - conclude Pelle - è il cardine principale per una buona prevenzione: la cultura del lavoro e della sicurezza sul lavoro devono essere argomenti affrontati già a scuola e poi oggetto di approfondimento e aggiornamento con la formazione continua". L'idea di una patente a punti era stata paventata nei giorni scorsi anche dai leader di Cgil, Cisl e Uil, Landini, Sbarra e Bombardieri, anche se, a dirla tutta, uno strumento simile per il settore costruzioni era già previsto da una legge del 2008, che in questi anni non  è mai stata attuata.

Incidenti sul lavoro, in Lombardia arriva l'algoritmo 

Un diverso approccio alla problematica dei morti sul lavoro arriva invece dalla Lombardia, dove la vicepresidente e assessora al Welfare della Regione, Letizia Moratti, ha presentato una nuova iniziativa in occasione della Giornata regionale dedicata alle vittime degli incidenti sul lavoro e malattie professionali: ''La Direzione generale Welfare di Regione Lombardia adotterà quale strumento ordinario di vigilanza un algoritmo, che consentirà di individuare i cantieri maggiormente a rischio e di sottoporli prioritariamente a controllo. La riapertura delle attività economiche e la prevista crescita del settore dell'edilizia non devono coincidere con uno scenario di accrescimento degli infortuni". 

"La pandemia, da cui non siamo ancora usciti ha avuto pesanti ripercussioni sulla salute dei lavoratori - ha ricordato Moratti - in particolare per quelle mansioni particolarmente esposte al rischio contagio, come il personale sanitario e socio-assistenziale. Ci sentiamo particolarmente vicini a tutte le famiglie colpite da incidenti sul lavoro e rinnoviamo il nostro impegno affinché tragedie di questo genere non accadano più" ha sottolineato la vicepresidente lombarda, ricordando che "l'attività di controllo è proseguita anche nel 2020, seppure i servizi sono stati impegnati nell'attività di tracciamento dei contatti Covid".

In una nota la Regione ha ricordato che "la disponibilità economica che deriva dai proventi delle sanzioni ammonta a circa 30 milioni di euro". Secondo Letizia Moratti, l'obiettivo deve essere quello di riprendere le misure già definite per portarle a compimento. Regione Lombardia ha sottolineato inoltre che "grazie al servizio 'Gestione Cantieri', attivo da oltre 10 anni, e all'archivio dei controlli effettati da Ats e loro esiti, in Lombardia è disponibile l'anagrafe aggiornata dei cantieri edili, ed è possibile pertanto individuare a priori e distinguere le imprese virtuose da quelle problematiche da sottoporre a più stretta sorveglianza".

Morti sul lavoro: i numeri del 2021

Il problema della sicurezza sul lavoro  non è certo una novità, anzi, è una questione che ci portiamo dietro da anni e che torna sotto i riflettori soltanto quando qualcuno ci rimette la vita. Quest'anno è stato il caso di Luana D'Orazio, la giovane mamma morta a Montemurlo, in provincia di Prato, una delle troppe vittime di questo 2021. Un anno che non è ancora giunto a metà, ma che ha già fatto registrare un incremento di denunce per infortunio sul lavoro, come confermato gli ultimi dati resi disponibili dall'Inail: entro il mese di marzo le denunce sono state 185, 19 in più rispetto alle 166 denunce registrate nel primo trimestre del 2020 (+11,4%), effetto degli incrementi osservati in tutti i mesi del 2021 rispetto a quelli del 2020. 

A livello nazionale i dati rilevati al 31 marzo di ciascun anno evidenziano per il primo trimestre di quest'anno un decremento solo dei casi in itinere, passati da 52 a 31, mentre quelli avvenuti in occasione di lavoro sono stati 40 in più (da 114 a 154). L'aumento ha riguardato tutte e tre le gestioni assicurative dell'industria e servizi (da 146 a 158 denunce), dell'agricoltura (da 11 a 16) e del conto Stato (da 9 a 11). Dall'analisi territoriale emerge un aumento di due casi mortali nel Nord-Ovest (da 45 a 47), di quattro nel Nord-Est (da 34 a 38) e di 11 casi sia al Centro (da 23 a 34) che al Sud (da 47 a 58). Nelle Isole, invece, si registra un calo di nove decessi (da 17 a 8). 

Le regioni che presentano l'aumento più consistente sono il Lazio (+12 casi), l'Abruzzo (+8), la Lombardia (+6) e la Campania (+5), quelle con il maggior decremento Sicilia (-7 casi), Piemonte e Puglia (-4 decessi per entrambe). L'aumento rilevato nel confronto tra i primi trimestri del 2020 e del 2021 è legato sia alla componente maschile, i cui casi mortali denunciati sono passati da 155 a 171, sia a quella femminile, che ha registrato tre casi in più (da 11 a 14). L'incremento riguarda solo le denunce dei lavoratori italiani (da 137 a 158), mentre sono in calo quelle dei lavoratori comunitari (da 10 a 9) ed extracomunitari (da 19 a 18). Dall'analisi per classi di età emergono decrementi per gli under 40 (-17 decessi), mentre tra gli over 40 si segnalano gli aumenti nelle classi 50-59 anni (da 52 a 70 casi) e 60-69 anni (da 19 a 38).

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