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Martedì, 19 Marzo 2024
Economia

Pensione con 41 anni di contributi per tutti: il ritorno dell'opzione

È questa l’ipotesi sulla quale sta ragionando il governo alle prese con la riforma previdenziale per il post quota 100

Novità in tema pensioni. Quota 100, dopo la sperimentazione triennale, andrà in scadenza alla fine del 2021. E fin qui nulla di nuovo. Ma cosa accadrà dopo? Mercoledì riparte il confronto con i sindacati e il governo, alle prese con la riforma previdenziale da attuare con la prossima legge di Bilancio, ripropone l'opzione "quota 41": in pensione con 41 anni di contributi a prescindere dal livello di anzianità.

Sarebbe questa, secondo quanto riporta oggi Il Messaggero, l'idea sulla quale sta ragionando l'esecutivo: puntare su "quota 41" - riducendo il requisito contributivo per tutti, uomini e donne - per garantire una maggiore flessibilità in uscita, visto l'avvicinarsi della scadenza di quota 100. Quest'ultima, operativa dal 2019, consente l’uscita anticipata dal mondo del lavoro per tutti coloro che vantano almeno 38 anni di contributi con un'età anagrafica minima di 62 anni. Ma tra poco più di un anno scadrà. 

Nei giorni scorsi Antonio Misiani, viceministro dell'Economia, ha confermato che l'obiettivo del ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, è quello di garantire una maggiore flessibilità in uscita. E di quota 41 per tutti si discuterà mercoledì 16 settembre nell'incontro che il governo ha in programma con i sindacati.

Pensione con 41 anni di contributi per tutti: cosa cambia?

Proprio sul superamento di quota 100 ci sono alcuni nodi da sciogliere. Primo tra tutti: in che modo superare lo scalone di 5 anni che si formerà dal 2022, quando coloro che non sono riusciti a maturare i requisiti per quota 100 in tempo per il 31 dicembre 2021 dovranno attendere fino al compimento dei 67 anni per andare in pensione (anziché a 62)? La soluzione proposta dai sindacati è quella di permettere a tutti i lavoratori (non solo ai "precoci" come accade oggi) di andare in pensione con soli 41 anni di contribuzione, a prescindere dall’età.

Fattibile? Si tratterebbe di una riforma costosa, ma a differenza della chiusura dimostrata nei mesi scorsi ora il governo sembra intenzionato a dialogare con i sindacati per provare a trovare una soluzione. Malgrado questa parziale apertura su quota 41 per tutti in vista dell'incontro di mercoledì prossimo, l'ipotesi caldeggiata dal governo è quella di consentire a chi lo desidera l’uscita anticipata a 62-63 anni di età, prevedendo però un taglio - variabile dal 2,8% al 3% - del montante contributivo per ogni anno di anticipo. In tal modo chi sceglie di andare in pensione a 62 anni avrebbe un taglio medio di circa il 5% della pensione.

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