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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Quando la pensione dei nonni spetta ai nipoti (anche maggiorenni)

Come cambia il trattamento economico di reversibilità e chi rientra tra i beneficiari, secondo una recente sentenza della Corte costituzionale

La pensione di reversibilità è il trattamento economico mensile che viene riconosciuto dall'Inps ai familiari di un pensionato deceduto, a determinate condizioni. Non spetta solo al coniuge rimasto vedovo, però, perché le riforme e le sentenze di tribunali e Corte costituzionale - l'ultima è del 5 aprile - hanno allargato la platea. Tra i beneficiari di una quota della pensione che veniva percepita dal defunto rientrano infatti anche i nipoti, anche non conviventi con il defunto e anche se maggiorenni a carico, in alcuni casi specifici. Andiamo con ordine e cerchiamo di fare chiarezza, analizzando una recente sentenza della Corte costituzionale.

Come spiega l'istituto nazionale di previdenza, la pensione ai superstiti è un trattamento pensionistico riconosciuto in caso di decesso del pensionato (pensione di reversibilità) o dell'assicurato (pensione indiretta) in favore dei familiari superstiti. L'assegno mensile è pari a una quota percentuale della pensione del defunto. La "pensione indiretta" è riconosciuta nel caso in cui l'assicurato abbia perfezionato 15 anni di anzianità assicurativa e contributiva, ovvero 5 anni di anzianità assicurativa e contributiva di cui almeno 3 nel quinquennio precedente la data del decesso.

La pensione di reversibilità a chi?

A chi spetta la pensione di reversibilità, nel dettaglio? In quanto superstiti, ne hanno diritto il coniuge del defunto, la persona che era legata a lui da un'unione civile, il coniuge separato (da poco anche quelli con addebito e non titolari di assegno alimentare), il coniuge divorziato. In quest'ultimo caso, spiega l'Inps, "a condizione che sia titolare dell'assegno divorzile, che non sia passato a nuove nozze e che la data di inizio del rapporto assicurativo del defunto sia anteriore alla data della sentenza che pronuncia lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio". Se ci sono sia il coniuge sia un ex coniuge, la pensione di reversibilità va ripartita tra di loro in base alla durata dei singoli matrimoni e delle eventuali convivenze more uxorio (coppie di fatto), oltre all'importo dell'assegno divorzile e la posizione economica dei superstiti.

In caso di convivenza di fatto, poi, si ha diritto alla pensione di reversibilità solo se il defunto ha lasciato un testamento e nominato il partner come erede: è quanto ha stabilito una sentenza nel 2019. La quota mensile della pensione che veniva percepita dal defunto, inoltre, spetta:

  • ai figli minorenni;
  • ai figli inabili al lavoro e a carico del genitore;
  • ai figli maggiorenni studenti, a carico del genitore, che non prestino attività lavorativa, che frequentano scuole o corsi di formazione professionale equiparabili ai corsi scolastici, nei limiti del ventunesimo anno di età;
  • ai figli maggiorenni studenti, a carico del genitore, che non prestino attività lavorativa, che frequentano l'università, nei limiti della durata legale del corso di studi e non oltre il ventiseiesimo anno di età.

Il familiare superstite è a carico del pensionato se sussistono le condizioni di non autosufficienza economica e di mantenimento abituale. "Per l'accertamento della vivenza a carico - spiega l'Inps - assume particolare rilievo la convivenza con il defunto". Inoltre, i figli studenti hanno diritto alla reversibilità anche se svolgono un lavoro dal quale deriva un piccolo "reddito annuo non superiore a un importo pari al trattamento minimo annuo di pensione previsto dal fondo pensioni lavoratori dipendenti, maggiorato del 30%, riparametrato al periodo di svolgimento dell'attività lavorativa".

L'importo della pensione di reversibilità è una quota percentuale che varia a seconda del grado di parentela del superstite e del numero di beneficiari. Ad esempio, al coniuge solo spetta il 60% della pensione che percepiva il defunto. Se ci sono coniuge e un figlio l'80%; coniuge e due o più figli il 100%; un figlio solo il 70%; due figli l'80%; tre o più figli il 100%; a un genitore solo il 15%; due genitori il 30%; un fratello o sorella soli il 15%; due fratelli o sorelle il 30%. La domanda deve essere presentata online all'Inps attraverso il servizio dedicato, oppure attraverso il contact center e gli enti di patronato e intermediari. La pensione ai superstiti decorre dal primo giorno del mese successivo a quello del decesso del pensionato o dell'assicurato.

Quando la pensione dei nonni spetta ai nipoti (anche maggiorenni)

Tornando ai beneficiari, in assenza del coniuge e dei figli, o se questi non hanno diritto alla pensione ai superstiti, possono usufruirne i genitori del pensionato deceduto che al momento del decesso hanno compiuto il 65esimo anno di età, che non siano titolari di pensione e risultino a carico del defunto. Oppure i fratelli celibi e le sorelle nubili del pensionato che al momento della morte di quest'ultimo siano inabili al lavoro, non siano titolari di pensione e siano a carico del deceduto. Con la sentenza numero 88/2022, qualche giorno fa la Corte costituzionale ha stabilito che la pensione di reversibilità dei nonni deve essere concessa non solo ai nipoti minorenni (anche non conviventi con il defunto), ma anche ai nipoti maggiorenni se orfani dei genitori e inabili al lavoro, purché a carico come sostentamento continuativo.

Pensione dei nonni ai nipoti: la sentenza della Corte in Pdf

Secondo la Corte, dunque, la pensione di reversibilità spetta anche agli eredi maggiorenni inabili al lavoro a carico del soggetto deceduto. In particolare, i giudici hanno stabilito l'illegittimità costituzionale dell'articolo 38 del decreto del presidente della Repubblica (Dpr) 818 del 1957 (qui nel dettaglio), nella parte di cui esclude questa ipotesi. La vicenda era stata sollevata dalla Cassazione sezione lavoro per il caso in cui il giudice di appello aveva negato la pensione di reversibilita alla nipote maggiorenne, ma totalmente incapace di intendere e di volere, che viveva a carico del nonno prima della sua morte, in quanto orfana dei genitori. La Corte d'appello di Napoli, in riforma della sentenza di primo grado, aveva rigettato la domanda del tutore, rilevando che la pensione di reversibilità spetta al coniuge e ai figli superstiti minorenni e di qualunque età inabili, a carico del genitore al momento del decesso.

Questa norma è stata poi integrata - a seguito di una sentenza della Corte costituzionale del 1999 - anche ai nipoti minori conviventi a carico, ma non ai nipoti maggiorenni. Nel caso in questione, la maggiore età della nipote escludeva, quindi, la spettanza della pensione di reversibilità, secondo la Corte di merito. A inizio aprile, la Consulta ha osservato che la sentenza del 1999 ha sanato l'incostituzionalità della norma precedente per salvaguardare "una condizione di minore capacità", comune ai soggetti minorenni come ai soggetti incapaci di intendere e di volere. Secondo la Consulta, inoltre, se il legame sotteso al rapporto tra nonno e nipote minorenne, come presupposto per l'accesso al trattamento pensionistico di reversibilità, deve essere ritenuto meritevole di tutela, una valutazione analoga collegata al "fondamento solidaristico della pensione di reversibilità" riguarda anche "il legame familiare tra l'ascendente e il nipote, maggiore di età, orfano e inabile al lavoro".

È illogico e ingiustamente discriminatorio, ha detto pochi giorni fa la Corte, che i soli nipoti orfani maggiorenni e inabili al lavoro viventi a carico della persona defunta siano esclusi dal godimento del trattamento pensionistico, pur versando in una condizione di bisogno e di fragilità particolarmente accentuata. Tant'è che ad essi è riconosciuto lo stesso trattamento di reversibilità in caso di sopravvivenza ai genitori, proprio perché non in grado di procurarsi un reddito per la loro condizione.
 

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