rotate-mobile
Martedì, 23 Aprile 2024
Scenari

Pensioni: Quota 41 si allontana, chi lascerà il lavoro dal 1º gennaio

Secondo il Pd "può essere utile, ma solo a poche generazioni e lascerebbe scoperti i giovani". In base ad alcune stime Inps costerebbe tantissimo, 4 miliardi solo il primo anno. Lega e sindacati affermano che basterebbero 1,4 miliardi. ma il programma comune del centrodestra (probabile vincitore delle elezioni) sul fronte pensioni è vago e non ci sono riferimenti espliciti alla misura

Quota 41 è il futuro? Andrà a sostituire Quota 102 dal prossimo anno? Altro non sarebbe che la possibilità di lasciare il lavoro per tutti al raggiungimento del quarantunesimo anno di contribuzione a prescindere dall'età anagrafica. Il termine "Quota 41" sembra - va detto - essere utilizzato in modo improprio. Fino a ora i meccanismi di pensionamento ribattezzati con il termine "Quota" hanno fatto riferimento a  un meccanismo che sommava l'età anagrafica agli anni di contribuzione  (come fatto per Quota 100).

Oggi come oggi è prevista una via d'uscita anticipata "ordinaria" (quindi non a tempo come Quota 102 che scade tra tre mesi) basata esclusivamente sulla contribuzione maturata. Che consente il pensionamento per i lavoratori in possesso di almeno 42 anni e 10 mesi di versamenti e per le lavoratrici con non meno di 41 anni e 10 mesi di contributi.

Quota 41: un'ipotesi per le pensioni dopo il 31 dicembre

Annamaria Furlan, ex segretaria generale della Cisl, adesso candidata dem al Senato in Sicilia e nel Lazio, dice che "Quota 41 può essere utile, ma solo a poche generazioni. Lascerebbe scoperti i giovani, per i quali proponiamo una pensione di garanzia proprio perché l'instabilità del lavoro li candiderebbe a diventare futuri anziani poveri". Si torna alla Fornero dal prossimo 1 gennaio, a meno di interventi in materia del nuovo governo: "Bisogna definire nuove ipotesi di flessibilità in uscita, soprattutto per i lavori usuranti - ha detto Furlan - L'età pensionabile non deve superare i 62-63 anni". Già, ma come?

"Quota 41 permetterà di andare oltre la Fornero - dice il deputato della Lega e responsabile del dipartimento Lavoro del partito, Claudio Durigon, punto di riferimento del Carroccio in tema di pensioni - porteremo a termine una riforma vera del sistema previdenziale italiano che trova favore anche nei sindacati". Fratelli d'Italia si mantiene prudente e nel suo programma parla solo di flessibilità in uscita dal mondo del lavoro e accesso facilitato alla pensione, favorendo al contempo il ricambio generazionale. Nel programma comune del centrodestra è citata la flessibilità in uscita ma non si fa specifico riferimento a Quota 41.

Va evidenziato come da alcuni anni Quota 41 è già prevista. A poterne usufruire sono i lavoratori in possesso, al 31 dicembre 1995, di contribuzione che possono far valere almeno 12 mesi di versamenti antecedenti al compimento del diciannovesimo anno d'età (i cosiddetti “precoci”) e che si trovano in una di queste condizioni: chi è disoccupato e non percepisce da almeno tre mesi l'indennità di disoccupazione; chi presta cure da non meno di sei mesi a un familiare entro il secondo grado, convivente con handicap grave; gli invalidi civili con oltre il 74% di invalidità; coloro che hanno svolto attività usurante o mansioni gravose per almeno sette anni negli ultimi dieci non meno di sei anni negli ultimi sette di attività lavorativa.

Quanto costa Quota 41

Il progetto, messo nero su bianco nei programmi elettorali, di alcune forze politiche andrebbe verso una estensione generalizzata di Quota 41. Nessuno è fermamente contrario. Ma c'è un problema: costerebbe tantissimo, secondo alcune stime Inps, da sola più di 4 miliardi nel primo anno per poi arrivare a 9 miliardi nell'ultima annualità di un percorso decennale. La proposta sembra insostenibile dal punto di vista economico.

Secondo stime ufficiose, fatte partendo dalle ultime previsioni della Ragioneria generale dello Stato, prevedere contemporaneamente il ricorso a Quota 41, lo stop ai meccanismi automatici di adeguamento all’aspettativa di vita, la proroga (considerata poco più che una formalità) di Opzione donna e Ape sociale e l’avvio di un percorso per far salire, anche gradualmente, tutti gli assegni ad almeno mille euro, appesantirebbe la spesa pensionistica di oltre un punto di Pil. Un'enormità. Gli spazi di finanza pubblica disponibili per definire la prossima manovra, intorno ai quali il nuovo governo dovrà lavorare con una certa celerità, non sono molto vasti. Si era parlato prima dell'estate di una proroga di un anno della possibilità di uscita con 64 anni d’età e almeno 38 di contribuzione, attualmente prevista per il solo 2022, ma l'ipotesi sembra tramontare: la spesa per le pensioni nel 2023 sarà già gravata da un conto vicino ai 24 miliardi legato soprattutto all’aumento dell’inflazione.

A chi conviene

C'è però chi professa ottimismo: Lega e sindacati affermano che basterebbero 1,4 miliardi, e non 4, per lanciare Quota 41, perché l’adesione non sarebbe superiore al 40% della platea potenziale. Il Carroccio sta lasciando intendere che la spesa aggiuntiva per Quota 41 sarebbe più contenuta di quella stimata dall'Inps e continuerà a spingere su questa misura nelle ultime settimane di campagna elettorale.

Il grande vantaggio di Quota 41 (come tutti i sistemi che si basano esclusivamente sugli anni di contribuzione) è quello di slegare il collocamento a riposo dall'età anagrafica. Così facendo che ha iniziato presto a lavorare andrà in pensione relativamente giovane. Ad esempio, una persona che ha cominciato a lavorare a 16 anni potrà andare in pensione a 57 (41+ 16). Resterebbero comunque anche dei parametri di pensione di anzianità, età (si ipotizza fra i 67 e i 70) alle quali anche senza i 41 anni di contributi si avrebbe diritto al pensionamento. Staremo a vedere. Il programma comune del centrodestra, che si avvia secondo tutti i sondaggi a vincere le elezioni, esibisce, come abbiamo visto, una formula abbastanza prudente sul fronte pensioni: "Flessibilità in uscita dal mondo del lavoro e accesso alla pensione, favorendo il ricambio generazionale". Di Quota 41, nessuna traccia. E se Salvini otterrà un risultato negativo alle urne, Quota 41 potrebbe non essere più una priorità nemmeno dentro al centrodestra.

Dal primo gennaio 2023, a meno di nuovi interventi (e visti i tempi tiratissimi potrebbero non essercene), non ci saranno più le Quote (100 e 102). Da quel giorno gli unici canali di uscita dal lavoro saranno quelli ordinari della legge Fornero: 67 anni e 20 di contributi per la pensione di vecchiaia oppure 42 anni e 10 mesi per la pensione anticipata, a prescindere dall’età anagrafica (un anno in meno per le donne).

Tutte le notizie di oggi

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Pensioni: Quota 41 si allontana, chi lascerà il lavoro dal 1º gennaio

Today è in caricamento