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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

In pensione cinque anni prima: chi avrà diritto allo "sconto" sull'età nel 2021

Un emendamento alla legge di Stabilità rende più appetibile il così detto "contratto di espansione". Ma la platea resta comunque limitata a circa seimila persone

In pensione cinque anni prima, ma a beneficiare della novità saranno solo pochi fortunati. La Camera dei Deputati ha approvato ieri un emendamento alla legge di Stabilità che prevede uno scivolo pensionistico per chi lavora in aziende con più di 250 dipendenti. Si tratta del così detto “contratto di espansione” che darà la possibilità di uscire dal mondo del lavoro molto prima dei canonici 67 anni. In quali casi? Come spiega oggi Valentina Conte su “Repubblica” si tratta di una possibilità che era già prevista da una norma del 2019, ma ora lo strumento è stato potenziato e rivisto per interessare una platea più vasta di pensionate. Se prima potevano beneficiare dello scivolo solo i dipendenti di azienda con oltre 1.000 addetti, adesso si è scesi a 250. L’obiettivo è gestire le transizioni occupazionali al termine del blocco dei licenziamenti (il 31 marzo) e permettere alle aziende di riorganizzarsi. Da aprile si stima che almeno 6mila lavoratori saranno interessati ad accedere allo scivolo verso la pensione anticipata perché si troveranno a non più di 5 anni (60 mesi) dal conseguimento del diritto alla pensione di vecchiaia o alla pensione anticipata.

Chi avrà diritto allo scivolo pensionistico

Ma come funziona lo scivolo pensionistico? Saranno previsti due canali: si potrà lasciare il lavoro  a 62 anni con almeno venti anni di contributi (e accedere così alla pensione di vecchiaia) o con 38 anni di di contributi (pensione anticipata). Scrive “Repubblica”

“Chi anticipa di 60mesi l’uscita di vecchiaia perde cinque anni di contributi e avrà in futuro un assegno più basso. Ma smetterà di lavorare a 62 anni e quando ne avrà 67 la pensione un po’ comunque salirà per l’applicazione del coefficiente legato all’età. Chi invece abbassa il criterio contributivo per l’uscita anticipata a prescindere dall’età - 38 anni anziché 43 - potrà contare sul versamento da parte del datore di lavoro dei contributi figurativi diquei cinque anni, senza i quali poi non può andare in pensione”.

In pensione cinque anni prima, ma deve esserci un accordo con l’azienda

Per attivare il contratto di espansione occorre un accordo tra l'azienda e il governo: con la risoluzione del rapporto di lavoro sarà l'azienda a riconosce al lavoratore una indennità mensile commisurata al trattamento pensionistico lordo maturato al momento della cessazione del rapporto di impiego. Come spiega il Sole 24 ore, la novità rispetto alle norme esistenti introdotte due anni fa, è che dal 2021 il versamento a carico del datore di lavoro viene ridotto per l’intero periodo di spettanza teorica della Naspi al lavoratore e che il pagamento dei contributi previdenziali utili al conseguimento del diritto alla pensione anticipata è ridotto di un importo equivalente alla somma della contribuzione figurativa. Questo fa sì che il contratto di espansione sia un po’ più conveniente anche per le imprese di minori dimensioni, rispetto a quelle più grandi, che, a legislazione vigente, possono avvalersi anche dei Fondi di solidarietà o l’isopensione della legge Fornero.

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