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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia

Pensioni, l'allarme sulla Quota 100: "Così rischiano di aumentare i contributi"

Il centro studi di Confindustria demolisce la manovra: quelle proposte da M5s e Lega sono "misure molto difficili da cancellare se non in situazioni emergenziali" e ciò potrebbe portare a nuovi aumenti delle tasse. E anche sulla controriforma delle pensioni il giudizio è netto

Il centro studi di Confidustria demolice la manovra che il governo gialloverde si appresta a varare, boccia l'aumento del deficit annunciato nel Def e ammonisce il governo a non toccare la legge sulle pensioni. Il rischio, secondo gli industriali, è quello di pagare tra qualche anno il prezzo di una riforma troppo generosa. Per il Csc è necessario "evitare passi indietro pericolosi rispetto a quel processo di riforma del sistema pensionistico in atto dal 1992 che ha reso la spesa previdenziale Italia sostenibile nonostante l'invecchiamento della popolazione e ha fatto guadagnare credibilità al Paese".

Confindustria ammonisce sui rischi di una "retromarcia rispetto alle riforme pensionistiche degli anni scorsi" perché questo "renderebbe necessario aumentare il prelievo contributivo sul lavoro. Se il meccanismo di 'quota 100', per permettere l'anticipo della pensione, venisse introdotto andrebbe invece nella direzione opposta".

Pensioni, sulla Quota 100 ci sono due notizie buone e una cattiva

Il rischio di aumenti delle tasse

Più in generale, osserva Confindustria, "l’aumento del deficit  serve per avviare parti del contratto di governo di sostegno al welfare, misure molto difficili da cancellare se non in situazioni emergenziali. Ciò potrebbe portare a più tasse in futuro e ad aumentare il tasso di risparmio già oggi, limitando la crescita dei consumi".

Gli industriali dunque non sembrano credere all'equazione "più spesa, più crescita" che è alla base della manovra targata M5s-Lega. Che succederà infatti se la crescita non dovesse concretizzarsi? A quel punto - questo sembra essere il ragionamento del Csc - non potendo cancellare con un tratto di penna le riforme contenute nel contratto di governo, il Tesoro non avrà altra strada che quella di alzare le tasse. "Anche accrescere l'obiettivo di deficit programmato al 2,4% difficilmente consentirà di avere margini per attuare le misure di policy delineate dal Governo - scrive il Csc -. Servono coperture credibili e un'ampia manovra lorda che includa una rimodulazione delle spese e delle entrate". 

E affinchè questo sia credibile, aggiunge il Csc," è necessario che le misure di aumento del deficit e quelle di compensazione abbiano lo stesso orizzonte temporale". 

A pesare infatti sulla crescita futura del Paese soprattutto la sostenibilità del contratto di governo nelle sue componenti più onerose, ribadisce il Csc, dalla Flat Tax al reddito di cittadinanza alla controriforma delle pensioni. Per questo, ammonisce ancora, "è fondamentale che le coperture siano credibili per avere un impatto macroeconomico positivo".

Il deficit rischia di essere più alto

Inoltre, secondo Confindustria, anche un deficit al 2,4% è "poca cosa rispetto agli impegni politici assunti; se le coperture non saranno ben definite si rischia, ex post, un rapporto deficit Pil più alto".

Bocciata la Flat tax

Quanto alla Flat tax il giudizio è impietoso: "E' improbabile che il passaggio ad una quasi Flat Tax si autofinanzi con i proventi della maggiore crescita indotta". Così il Csc esprime i sui timori circa la possibile copertura della riforma fiscale pur riconoscendo che l'introduzione di una tassa piatta potrebbe "semplificare il sistema e ridurre i costi di adempimento".

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