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Venerdì, 29 Marzo 2024
Il ritardo

Pensioni, gli aumenti slittano a marzo: cosa sta succedendo

C'entrano problemi di calcolo e la necessità di evitare errori sulle cifre per i trattamenti Inps "più alti". Definirla beffa è probabilmente troppo, ma chi contava di vedere subito la cifra spettante dopo la rivalutazione prevista dalla legge di bilancio dovrà attendere

Definirla beffa è probabilmente troppo, ma gli aumenti delle pensioni per moltissimi cittadini slittano a marzo. C'entrano problemi di calcolo e la necessità di evitare errori sulle cifre per i trattamenti Inps "più alti". 

Pensioni, gli aumenti slittano a marzo

Con l'inizio dell'anno nuovo sono scattati in teoria gli aumenti delle pensioni (che variano a secondo di quale sia la cifra di partenza dell'assegno). Già, in teoria. Infatti in concreto ma solo ad alcuni sono arrivati già a gennaio. Per coloro che hanno pensioni "più alte"  gli aumenti arriveranno invece a marzo 2023. I tempi a gennaio però erano troppo ridotti per permettere all'Inps di adeguare il calcolo con l'assegno già di gennaio. Ma nemmeno per febbraio si è riusciti a "completare l'opera".

D'altra parte va detto che l'Inps fino a oggi non aveva comunicato date precise. Ecco come stanno le cose: dal 1° gennaio, l'Inps ha provveduto ad attribuire la rivalutazione delle pensioni e delle prestazioni assistenziali nella misura del 100% a tutti gli utenti che abbiano ottenuto in pagamento, nell’anno 2022, rate di pensione per un importo inferiore o uguale a € 2.101,52 (quattro volte il trattamento minimo).

Per tutti gli altri pensionati invece solo nel mese di marzo 2023 l'Inps procederà ad attribuire la perequazione in percentuale in base all’importo annuale in pagamento, come previsto dall'ultima legge di bilancio. Nel mese di marzo saranno inoltre posti in pagamento anche gli arretrati riferiti ai mesi di gennaio e febbraio 2023.

A chi spetta la rivalutazione piena

La rivalutazione piena quest'anno non riguarda tutti i pensionati. Ad essere interessati dall'adeguamento al 100% sono solo gli assegni non superiori a quattro volte il trattamento minimo, cioè quelli fino a 2.101,52. Per chi riceve mensilmente cifre più elevate è invece previsto un aumento decrescente, sulla base dei sei nuovi scaglioni. Chi percepisce una pensione lorda pari a 2.626 euro riceverà circa 160 euro in più, chi percepisce una pensione compresa tra quella cifra e 3.150 euro avrà una rivalutazione del 53%. Infine, chi prende 3.150 euro si troverà sul conto corrente circa 120 euro in più. 

La rivalutazione piena al 100% sarà fruibile soltanto da chi riceve assegni che non vanno a superare di più di quattro volte il valore delle pensioni minime, ossia quelli che arrivano a poco più di 2100 euro. La percentuale della rivalutazione va poi a calare al crescere del valore dell’assegno. Così, chi ha una pensione che è tra le quattro e le cinque volte la minima, si vedrà applicare non il 100% ma l’85%. Chi ha un assegno tra le cinque e le sei volte l’importo minimo lo troverà rivalutato al 53%. Gli assegni superiori a sei volte l'importo minimo e pari o inferiori a otto volte lo stesso trattamento minimo, saranno rivalutati al 47%

Si cala al 37% per i trattamenti pensionistici compresi tra otto e dieci volte il minimo. Ultimo scaglione, al 32%, è quello previsto per la rivalutazione degli assegni pensionistici che superano di 10 volte il minimo. Questo mese sono già partite le erogazioni degli importi del primo scaglione, quelli fino a quattro volte il minimo. Tutti gli altri sono invece andati a scalare: è possibile che le pensioni più alte vedano il nuovo assegno arrivare per la prima volta non a febbraio ma tra marzo e aprile. Il sistema di calcolo non è progressivo, non è per scaglioni, come con l'Irpef (lì a ogni porzione di reddito, aliquota diversa), ma a fascia, dunque un'aliquota unica applicata a tutto l'importo. 

Questa è la ripartizione dei 6 scaglioni: 

  • assegni fino a 2.102,52 euro lordi: rivalutazione del 100% (aumento 7,3%)
  • assegni fino a 2.696,90 euro lordi: rivalutazione dell'85% (aumento 6,2%)
  • assegni fino a 3.152 euro lordi: rivalutazione del 53% (aumento 3,8%)
  • assegni fino a 4.200 euro lordi: rivalutazione del 47% (aumento 3,4%)
  • assegni fino a 5.250 euro lordi: rivalutazione del 37% (aumento 2,7%)
  • assegni oltre i 5.250 euro lordi: rivalutazione del 32% (aumento 2,3%)

Per tutti gli scaglioni, eccetto il primo che ha già potuto godere degli aumenti a gennaio, verranno pagati anche gli arretrati del mese o dei mesi mancanti. Di seguito alciuni esempi di massima degli aumenti delle pensioni:

  • pensioni fra 1.000 euro lordi e 1.500 euro lordi, aumento di 73 euro lordi
  • pensioni fra i 1.500 euro lordi e i 2.000 euro lordi, aumento di 109,5 euro
  • pensioni da 2.000 euro lordi a 2.500 euro lordi, aumento di 146 euro
  • pensioni da 2.500 euro lordi a 3.000 euro lordi, aumento di 155 euro
  • pensioni da 3.000 euro lordi a 4.000 euro lordi, aumento di 117 euro
  • pensioni da 4.000 euro lordi a 5.000 euro lordi, aumento di 136 euro
  • pensioni da 5.000 euro lordi a 6.000 euro lordi, aumento di 135 euro
  • pensioni superiori a 6.000 euro lordi, aumento da 138 euro

Pensioni febbraio 2023: date pagamenti calendario

A febbraio, chi ha scelto l'accredito della pensione presso la propria banca riceverà i soldi il primo giorno del mese, mercoledì 1° febbraio, coincidendo anche con il primo giorno bancabile. La regola generale per il pagamento delle pensioni, infatti, stabilisce che l'accredito su conto corrente debba avvenire il primo giorno bancabile del mese. L'unica eccezione a questa regola è per il mese di gennaio, quando si slitta di un giorno con l'obiettivo di concedere un po' più di tempo all'Inps per aggiornare i propri sistemi informatici nel passaggio da un anno all'altro. Le date dei pagamenti scaglionati per chi la ritira gli uffici postali, suddivisi per lettera iniziale del cognome (del titolare dell'assegno), sono già state esposte in molti casi nei propri uffici postali di riferimento. In linea di massima il calendario è il seguente, anche se conviene controllare sempre eventuali annunci specifici affissi presso l'ufficio postale più vicino:

  • mercoledì 1 febbraio per i cognomi dalla A alla B;
  • giovedì 2 febbraio per i cognomi dalla C alla D;
  • venerdì 3 febbraio per i cognomi dalla E alla K;
  • sabato 4 febbraio (solo la mattina) per i cognomi dalla L alla O;
  • lunedì 6 febbraio per i cognomi dalla P alla R;
  • martedì 7 febbraio per i cognomi dalla S alla Z.

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