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Venerdì, 19 Aprile 2024
La nuova previdenza

Pensioni: cosa può cambiare con i bonus per ogni figlio e per i giovani

Tutte le ipotesi sulle nuove misure previdenziali per i giovani con carriere discontinue e per le donne, partendo dal bonus garanzia giovani e dal bonus maternità

E' partito il conto alla rovescia per l'appuntamento clou sulle pensioni del 7 febbraio 2022. Governo e sindacati si siederanno attorno ad un tavolo per iniziare a discutere seriamente di riforma delle pensioni 2023, per quella che viene definita come la prima "verifica politica". Intanto per oggi è stato fissato al ministero del lavoro un nuovo tavolo tecnico con Cgil, Cisl e Uil. Sinora sono state le organizzazioni sindacali ad avanzare proposte sulla flessibilità, sulle donne e sui giovani, ora tocca al governo svelare le proprie carte, o meglio le proprie intenzioni. Si discuterà di uscita anticipata dal mondo del lavoro, bonus giovani e maternità: proviamo a capire che cosa cambierà con questa riforma previdenziale. 

Flessibilità, bonus giovani e donne: le proposte sulle pensioni

Governo e sindacati al lavoro per realizzare la riforma delle pensioni 2023, studiata per correggere la legge Fornero che fissa a 67 anni l'uscita dal mondo del lavoro. L'obiettivo è quello di arrivare ad un punto di svolta prima del Def di aprile, per inserire poi le nuove misure previdenziali nella manovra economica autunnale o in un provvedimento mirato in modo da essere pronti per il 1° gennaio 2023. Va fatto tutto entro la fine dell'anno, prima che scada la misura ponte Quota 102 (64 anni di età e 38 anni di contributi), creata ad hoc in sostituzione di Quota 100 (62 anni di età e 38 di contributi) per evitare lo scalone di 5 anni, da 62 a 67 appunto. Le nuove misure previdenziali non riguarderanno solo la flessibilità in uscita (si punta su 62-63 anni di età o 41 anni di contributi) ma si focalizzeranno anche sui giovani con carriere discontinue e sulle donne, sempre restando nell'ottica di un regime contributivo. Guardando ai giovani urgono interventi importanti per evitare che coloro che hanno avuto carriere discontinue possano ritrovarsi ad andare in pensione tardissimo e con assegni molto bassi. A lanciare l'ultimo allarme l'Ocse, segnalando che i giovani in Italia rischiano di andare in pensione a 70 anni e con assegni sotto la soglia di povertà. Si guarda ad un paracadute previdenziale, una sorta di bonus contributivo virtuale per coprire i periodi di formazione, disoccupazione involontaria e lavoro di cura, per coloro che non hanno avuto la fortuna di godere di una vita lavorativa stabile nel tempo.

Bonus garanzia per i giovani: 1,5-1,6 anni di contributi per ogni anno di lavoro

Prende sempre più piede l'ipotesi di una pensione di garanzia per i giovani, nella forma già contemplata nel 2016 in un'intesa raggiunta tra governo e sindacati grazie anche al contributo dell'attuale presidente della Commissione bicamerale di controllo degli enti di previdenza e assistenza, Tommaso Nannicini. L'idea sarebbe quella di un bonus per garantire ai giovani che rientrano nel sistema contributivo (entrati nel mondo del lavoro dal 1° gennaio 1996) dei contributi virtuali per coprire i periodi di studio, disoccupazione e lavoro di cura per l'assistenza dei familiari. In ballo ci sarebbero 1,5-1,6 anni di versamenti per ogni anno di lavoro, con l'incognita costi ancora da vagliare. Il ministero dell'economia si è detto pronto a farlo e a stimare le platee interessate. Tra le altre ipotesi in campo c'è anche quella di un bonus contributivo una tantum da assegnare ai giovani che hanno bisogno di coprire periodi contributivi scoperti. 

Pensioni per le donne e bonus maternità: 12 mesi per ogni figlio

Tra le categorie da tutelare maggiormente con la nuova riforma delle pensioni 2023 ci sono anche le donne. Per loro si sta pensando prima di tutto a rendere strutturale Opzione donna, ma con una importantissima novità, ossia quella di rendere possibile e gratuito il cumulo dei contributi versati in diverse gestioni ai fini del raggiungimento dei 35 anni contributivi necessari per uscire prima dal lavoro. Al vaglio poi un bonus contributivo virtuale da estendere ai periodi di maternità e a quelli di assenza “forzata” dal lavoro e in aggiunta un bonus o sconto di dodici mesi di versamenti per ogni figlio.

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