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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Pensioni da 62 anni: la proposta che divide

Secondo Elsa Fornero Quota 100 "è stata una trappola perchè ha generato false aspettative" ma non se ne può uscire con pensioni a 62 anni. Ma la Cgil insiste: serve una riforma previdenziale basata sulla flessibilità in uscita da 62 anni, o con 41 anni di contributi

Quota 100 "è stata una trappola perchè ha generato false aspettative" ma non se ne può uscire con pensioni a 62 anni. Lo sostiene l'ex-ministra del lavoro Elsa Fornero, secondo cui "era più che legittima l'aspettativa che ci sarebbe stato un intervento sull'età di pensionamento per ridurla rispetto alla nostra riforma del 2012". Ma "nessuno può immaginare che per tre anni si è fatta scendere anche drasticamente l'età pensionabile e poi si torna come prima. Lo scalone di cui tutti parlano è un'inevitabile conseguenza della Quota 100 che è stata messa lì, diciamocelo, per intrappolare anche le decisioni di chi viene dopo".

Fornero: "Con pensioni a 62 anni si creano futuri poveri"

Con le pensioni a 62 anni come propone la Cgil, spiega Fornero in un'intervista a Formiche.net, "si creerebbero solo dei futuri poveri perchè tra qualche lustro quelle persone potrebbero trovarsi con carenze di risorse". Quello che va fatto invece "è consolidare il metodo contributivo, far capire che questo ha delle sue regole che sono quelle della sostenibilità".

"Penso che il modo migliore - aggiunge l'ex-ministra - per ritornare su un sentiero più ragionevole e sostenibile, anche alla luce dei nuovi dati sulla demografia e dell'economia del paese, sia di cominciare a porre qualche restrizione in più rispetto a Quota 100, non per il 2020 ma per il 2021. Limitazioni che segnalino la volontà del governo di non posticiparla ma di andare su misure egualmente generose".

Ghiselli (Cgil): "Serve riforma strutturale, flessibilità in uscita da 62 anni"

Per il sistema pensionistico è necessaria "una riforma strutturale". Lo dice il segretario confederale della Cgil, Roberto Ghiselli, secondo cui "è importante che il ministro Gualtieri abbia definitivamente tolto dalla discussione l'anticipo della fine di Quota 100, dalla cui gestione comunque, visto il limitato numero di prestazioni che saranno erogate rispetto alle previsioni, emergeranno rilevanti risparmi di spesa".

"Risparmi - spiega il sindacalista - che potranno concorrere a sostenere una vera e strutturale riforma previdenziale che dovrà essere basata sulla flessibilità in uscita da 62 anni, o con 41 anni di contributi, e che affronti i temi dei giovani e del lavoro discontinuo, delle donne, dei lavori gravosi, che risolva definitivamente il problema esodati e affronti la questione dell'aumento delle pensioni in essere, in particolare quelle medie e basse".

“La nostra proposta è economicamente sostenibile”, sottolinea Ghiselli, che ribadisce: “Siamo assolutamente contrari all’ipotesi di ricalcolo interamente contributivo, che, come dimostrano le nostre simulazioni, rischia di pesare eccessivamente sulle future pensioni, con un taglio fino al 30% dell’assegno lordo. Un metodo che determinerebbe addirittura un vantaggio per lo Stato perché imporrebbe al lavoratore un onere aggiuntivo maggiore del beneficio eventualmente concesso”.

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