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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

L'effetto pandemia sulle pensioni

Centomila pensionati in più nel 2020. E aumenta la spesa, mentre le entrate contributive risentiranno delle difficoltà occupazionali. Cosa farà Draghi? "Non rinnoverà quota 100"

"È molto probabile che il mix di anticipi pensionistici introdotto dalla legge di Bilancio per il 2019, sgravi contributivi e crisi pandemica abbia prodotto già per l'anno appena concluso risultati negativi, che perdureranno almeno fino al 2023". Lo ha detto Alberto Brambilla, presidente di Itinerari previdenziali, presentando l'VIII Rapporto sul bilancio del sistema previdenziale italiano.

Cos'è l'effetto pandemia sulle pensioni

Cosa significa? Semplice: per effetto di Covid-19 che incentiverà la propensione al pensionamento anticipato degli italiani, i quali potrebbero cioè finire col ricorrere a quota 100 e provvedimenti correlati come ad una sorta di ammortizzatore sociale (meglio una rendita "decurtata" che nessuna rendita), il documento stima che nel 2020 il numero di pensionati possa aumentare di circa 100mila unità e crescere anche nei mesi successivi, deteriorando per qualche anno il rapporto attivi/pensionati.

L'aumento della spesa pensionistica

Allo stesso modo, mentre le entrate contributive risentiranno delle difficoltà occupazionali, la spesa pensionistica sconterà l'incremento dovuto alla pandemia, toccando livelli persino superiori a quelli della crisi del 2008: per il disavanzo Inps, al netto dei trasferimenti del bilancio dello Stato, l'ipotesi per il biennio 2020-2021 è un aumento fino a 33 miliardi, per poi rientrare su livelli più fisiologici a partire dal 2023. "Se sul fronte previdenziale si rende auspicabile non ricorrere ad altre forme di anticipo estemporanee, sfruttando la scadenza di quota 100 per una vera e più equa revisione della normativa Fornero - ha chiosato Brambilla -, dall'altra parte l'esecutivo ha già in mano strumenti e misure necessarie per contrastare gli effetti dello sblocco dei licenziamenti e dell'esaurimento della cassa integrazione covid. Servono però interventi veloci e di qualità, che agiscano su almeno due leve: innanzitutto, il piano vaccini che, ancor più se unito a una massiccia campagna tamponi e alla disponibilità di terapie efficaci, potrebbe rimettere in moto l'economia una volta raggiunta l'immunizzazione di almeno il 65% della popolazione e, non meno importante, l'impiego delle risorse europee e l'avvio della sblocca cantieri con la nomina urgente dei commissari. Basterebbe il dispiegamento dei fondi esistenti in tre anni per recuperare totalmente l'occupazione persa per colpa della pandemia".

Governo Draghi: quota 100 non sarà rinnovata

Una domanda sorge spontanea: cosa succede ora alle pensioni e a quota 100 con il governo di Mario Draghi? Attualmente quota 100 consente di anticipare la pensione a 62 anni di età con 38 di contributi fino al 31 dicembre 2021. Dal primo gennaio si torna alle regole di prima e quindi allo "scalone" di cinque anni di età. È molto improbabile che Draghi proroghi quota 100, per due motivi. Il primo è che la Commissione europea ha già criticato in più occasioni la misura e oggi è decisiva per il Recovery Fund. E poi perché la riforma è stata un mezzo flop dal punto di vista dei numeri, avendo meno successo del previsto e non riuscendo nemmeno ad aprire le porte alle assunzioni dei giovani.

"Nei colloqui privati Draghi ci ha convinto, ci ha parlato di sburocratizzazione degli appalti sul modello Genova per far partire investimenti pubblici e creare maggiore occupazione, ci ha parlato di un Recovery Fund speso guardando agli investimenti produttivi, ha detto che non toccherà il Titolo V della Costituzione, ha detto che non aumenterà le tasse e non ci sarà la patrimoniale", ha detto Riccardo Molinari su Radio Cusano Campus. "Ovviamente ha detto anche cose che non ci piacciono, ha detto che non sarà rinnovata quota 100 e che non ci sarà la flat tax. Nei partiti sono state scelte figure di competenza, li ha scelti comunque Draghi anche i ministri politici. Noi abbiamo solo detto che avremmo gradito il ritorno dei ministeri di turismo e disabilità, ma è stato Draghi a decidere chi e dove", ha aggiunto il capogruppo della Lega alla Camera.

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