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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia

Pensioni, ecco come cambieranno gli importi nel 2019

Si va verso una rivalutazione piena solo per gli assegni inferiori ai 1522 euro lordi. Gli altri dovranno accontentarsi di qualche euro in meno del previsto. Parliamo comunque di importi molto bassi

Se per le pensioni inferiori a tre volte il minimo scatterà la rivalutazione piena, diversamente non si può dire dei trattamenti superiori alla fatidica soglia dei 1522 euro lordi. Per molti pensionati sarà un 2019 un po’ più amaro del previsto: i sindacati (e non solo loro) speravano finalmente di vedere scattare l’indicizzazione piena dei trattamenti dopo anni di blocco. 

In sostanza l’importo della pensione avrebbe dovuto adeguarsi all’aumento dei prezzi, secondo i tassi di inflazione previsti dall’Istat. Ma tutto lascia pensare che così non sarà. Nel maxi emendamento alla legge di bilancio infatti si parla infatti di una rivalutazione piena solo per le pensioni fino a tre volte il trattamento minimo, ovvero 1522 euro lordi al mese. 

Il governo ha leggermente rimodulato le percentuali previste dalla legge n.47 del 2013, ma in sostanza cambierà qualcosa solo per chi prende una pensione compresa tra 1522 e 2028 euro lordi: per questi pensionati la rivalutazione sarà del 97%, mentre per gli importi compresi tra 4 e 5 volte il trattamento minimo sarà del 77%.

Per tutti gli altri, le percentuali sono nettamente più basse. E vale a dire:

52% per gli importi compresi tra 5 e 6 volte il trattamento minimo.

47% per gli importi compresi tra 6 e 8 volte il trattamento minimo.

45% per gli importi compresi tra 8 e 9 volte il trattamento minimo.

40% per gli importi superiori a 9 volte il trattamento minimo.

Tutto ciò fermo restando che il governo ha messo una seria ipoteca sulla prossima legge di bilancio: nel 2020 l’esecutivo in carica – di qualunque colore sarà – dovrà trovare 23 miliardi sull’unghia per scongiurare l’aumento delle clausole di salvaguardia Iva deciso dal governo gialloverde. E dunque non sono escluse brutte sorprese. Per ora la maggioranza si mantiene cauta. E nel maxi emendamento scrive testuale che "dal 2022 la disposizione nulla innova, confermando, quindi, la piena applicazione del meccanismo di indicizzazione per fasce sopra descritto".

In poche parole, per molti pensionati l'importo dell'assegno aumenterà meno del previsto anche se si parla di cifre minime. 

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