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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Il cantiere previdenziale

Pensioni, i partiti scoprono le carte: qual è l'ipotesi più realistica per il dopo Quota 100

Di fronte all'asse Pd-M5s (che propongono un rafforzamento dell'Ape social) la Lega ha poche chance di spuntarla. Cosa potrebbe cambiare nel 2022

Alla scadenza di Quota 100 mancano ormai solo tre mesi. Tre mesi per evitare lo scalone che 'condannerebbe' molti futuri pensionati a lavorare fino a 67 anni. Un problema anche di equità se pensiamo alla differenza di trattamento che si concretizzerebbe tra chi matura i requisiti per beneficiare di quota 100 entro la fine dell'anno e chi solo nel 2022 perdendo di fatto l'ultimo treno per la pensione anticipata. Di ipotesi se ne sono fatte tante, ma nell'ultima settimana la situazione si è fatta un po' più chiara. La novità principale è che il partito che ha eletto più rappresentanti in parlamento, il M5s, ha di fatto scoperto le carte ipotizzando per bocca del suo leader, l'ex premier Giuseppe Conte, una possibile uscita dall'impasse.

Pensioni, il piano di Conte e del M5s

Secondo Conte, "la soluzione più a portata di mano, più utile, tenendo conto anche degli effetti di Quota 100, che non ha avuto grande successo nella platea di coloro che potevano essere interessati" è quella di allargare "la platea dei lavori più gravosi" e costruire "un meccanismo di pensionamento anticipato che sia corrispondente alla diversa gravosità". In altre parle puntare su un rafforzamento dell'Ape Sociale. Che poi è la stessa soluzione proposta da tempo dal Pd.

"Quota 100 - ha spiegato l'ex premier - è nata come una misura triennale, si sapeva che sarebbe venuta a scadere il prossimo dicembre. Il problema dello scalone che si crea c'è per chi andrà dopo in pensione, allora dobbiamo intervenire. Alcune misure vengono varate e poi si vede come si depositano a terra, è normalissimo. Io - ha sostenuto Conte - la rifarei Quota 100. Dobbiamo, come avevo chiesto e mi sembra si stia facendo, allargare la platea dei lavori gravosi, più impegnativi: un operaio ha delle speranze di vita, certificate dall'Istat, più brevi di un pubblico impiegato che lavora in ufficio", ragiona Conte.

Parole a cui hanno fatto seguito quelle di Davide Tripiedi, deputato del Movimento 5 Stelle componente della commissione Lavoro, che si è detto d'accordo con quanto proposto dall'ex premier. Con la scadenza di Quota 100, ha fatto sapere il deputato, "bisogna puntare sull'estensione dell'Ape sociale, rendendola strutturale, allargando la platea dei lavori gravosi. Permettere di andare in pensione anticipatamente ai lavoratori di alcune categorie che svolgono mansioni faticose e che per questo corrono maggiori rischi in termini di infortuni e morti sul lavoro è, potremmo dire, un diritto dettato dalla logica e dal buonsenso. Proprio su questo tema - ha proseguito Tripiedi - mi sto battendo con convinzione dalla scorsa legislatura e ad agosto 2018 ho presentato una proposta di legge per garantire l'inserimento dei lavoratori edili e affini nella categoria dei lavori usuranti, di cui non fanno ancora parte".

L'asse Pd-M5s sulla riforma delle pensioni

Quella del M5s è in realtà una proposta su cui il Pd insiste da tempo. E lo stesso segretario Enrico Letta nei giorni scorsi ha fatto sapere che "per il superamento Quota 100 si deve partire dal concetto di lavoro usurante. Io sono d'accordo che a 65, 66 anni si vada in pensione prima, ma soprattutto se chi lavora deve stare su ponteggi, inseguire dei rapinatori o lavorare in condizioni usuranti. È un tema che va affrontato, ma non con la logica attuale, va affrontato mettendo al centro il concetto di lavoro usurante, e credo sia importante che governo e sindacati ne parlino per trovare una soluzione che superi Quota 100".

La Lega punta su Quota 41 o su una proroga di Quota 100

Infine tra i grandi partiti di maggioranza va registrata la posizione della Lega. Salvini com'è noto ha sempre rivendicato la riforma approvata ai tempi del governo giallo-verde e punta ad alzare l'asticella. Una delle soluzioni individuate dalla Lega è il pensionamento anticipato al raggiungimento di 41 anni di contributi a prescindere dall'età, la così detta Quota 41, proposta che piace anche ai sindacati ma ha il difetto non proprio trascurabile di avere un costo molto rilevante. E dunque si cerca un compromesso. Secondo indiscrezioni, dal Carroccio avrebbero fatto sapere di essere disposti a rinunciare a Quota 41, a patto di trovare un accordo per la proroga di Quota 100 per almeno un altro anno o per una riforma simile nei contenuti. Le distanze in ogni caso rimangono molto ampie. Certo è che l'asse Pd-M5s sembra ben saldo. E dunque, anche se ad oggi non si conosce il pensiero del premier Draghi, l'ipotesi più realistica è che dem e 5 Stelle possano spuntarla portando a casa un rafforzamento dell'Ape sociale. 

Pensioni, cos'è l'Ape sociale e come potrebbe cambiare

Cosa cambierebbe nei fatti per chi deve andare in pensione? L'Ape, acronimo di "anticipo pensionistico", oggi può essere richiesto dai disoccupati senza più strumenti di sostegno e dai caregiver famigliari con almeno 63 anni d'età e 30 di contribuzione. E permette ad alcune categorie ritenute usuranti di accedere alla pensione in tempi più rapidi rispetto a quelli previsti dalla norma generale. In sostanza, chi ha compiuto 63 anni e ne ha almeno 36 di contributi può anticipare l'uscita dal lavoro con un'indennità mensile che viene corrisposta fino all'età della pensione vera e propria. Esempio: se un cittadino può andare in pensione a 67 anni e rientra nelle categorie usuranti, può lasciare il lavoro a 63 prendendo l'indennità fino al compimento del 67imo anno, quando poi percepirà la pensione di vecchiaia.

Pensioni, INPS ANSA-2

I nuovi lavori gravosi

In questa ipotesi di riforma, l'anticipo pensionistico sociale verrebbe reso strutturale allargando la platea dei potenziali beneficiari che con 63 anni di età potrebbero lasciare il lavoro prima del previsto. Ad oggi sono 15 le mansioni gravose che danno accesso alla pensione anticipata. Rispetto alle categorie previste finora, la Commissione tecnica sui cosiddetti lavori gravosi, istituita dal ministro del Lavoro Andrea Orlando e presieduta dall'ex ministro Pd Cesare Damiano, ne ha individuate altre con un indice combinato di malattie professionali e infortuni sopra la media.

Sono stati inseriti lavori come quello dei benzinai, dei macellai, dei panettieri, dei bidelli, dei saldatori, dei tassisti, dei falegnami, dei conduttori di autobus e tranvieri, degli insegnanti di scuole elementari, dei commessi e dei cassieri, degli operatori sanitari qualificati, dei magazzinieri, dei portantini, dei forestali, dei verniciatori industriali. Ma l'allargamento della platea non è l'unico punto in discussione. Il requisito dei 36 anni di contributi è difficile da raggiungere, soprattutto per le donne. Per questo Cesare Damiano ha chiesto di abbassarlo a 30 almeno per alcune categorie, favorendo l'accesso alle lavoratrici con attività gravose. Insomma l'Ape sociale potrebbe subire un sostanzioso restyling per renderla più appetibibile. Questa al momento è l'ipotesi che ha più possibilità di andare in porto, ma la quadra all'interno della maggioranza è ancora lontana dall'essere trovata. 

In pensione prima con la "super" Ape sociale

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