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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Pensioni a due velocità: che cosa succede nel 2020

Il governo guarda oltre Quota 100. A gennaio dovrebbero partire i tavoli con i sindacati "per una riforma generale delle pensioni". Il confronto, secondo le parole di Conte, partirà dalla distinzione tra due tipologie di lavori, quelli usuranti e quelli non usuranti

Pensioni, il governo prende tempo. "Quota 100 l'abbiamo intesa come una misura temporanea. L'anno prossimo torneremo a interrogarci, il modo migliore è di affrontare il tema distinguendo lavori usuranti e non usuranti e offrire finestre di pensionamento più anticipato a lavoratori che fanno lavori usuranti": lo ha detto il premier Giuseppe Conte durante la conferenza stampa di fine anno.

Che i primi mesi del 2020 porteranno in dote novità importanti sul fronte pensioni lo ha assicurato nelle scorse settimane anche il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, una fedelissima di Luigi Di Maio. A gennaio dovrebbero partire i tavoli con i sindacati "per una riforma generale delle pensioni". Il confronto, secondo le parole di Conte, partirà proprio dalla distinzione tra lavori usuranti e lavori non usuranti.

Al centro del confronto ci sarà tra le altre cose anche il tema della pensione di garanzia per i giovani.  L'esecutivo vorrebbe incrementare il fondo previdenziale integrativo pubblico per assicurare alle nuove generazioni con carriere discontinue una copertura previdenziale. Le politiche di welfare per gli under 35 non sono mai state la priorità per alcun governo nella storia recente.

Pensioni di garanzia, il piano del governo

Sempre procrastinato fino a oggi, è inevitabile prima o poi un intervento per sollevare le sorti pensionistiche di quanti sono stati assunti in seguito al 1995, data di avvio del metodo di calcolo contributivo, che rischiano di maturare assegni del tutto inadeguati se non inesistenti. La pensione contributiva di garanzia, legata agli anni di contributi e all’età di uscita, ha l’obiettivo di garantire l’adeguatezza delle pensioni dei giovani lavoratori (o comunque per gli assunti dal 1996) con redditi bassi e discontinui, a carico della fiscalità generale

"È essenziale investire sulle nuove generazioni, vera risorsa per il futuro del Paese al fine di garantire a tutti la possibilità di svolgere un percorso di crescita personale, sociale, culturale e professionale", si legge nel documento che illustra le linee programmatiche del nuovo governo, che prevede anche la necessità di creare "le condizioni affinché chi ha dovuto lasciare l'Italia possa tornarvi e trovare un adeguato riconoscimento del merito" oltre a "incrementare politiche di welfare rivolte ai giovani che provengono da famiglie a basso reddito".

I dettagli per il momento mancano: il piano è che l'assegno pensionistico venga calcolato interamente con il sistema contributivo. I destinatari sono soprattutto i nati dopo il 1970 che in molti casi stanno svolgendo lavori precari, discontinui che difficilmente potrebbero andare in pensione con 20 anni di contributi e prima di aver compiuto 70 anni. Pesano tanto i possibili periodi di vuoto contributivo, che incidono sull’importo della futura pensione.

Pensioni, Quota 100 è sempre al centro delle polemiche

"Continuiamo a sprecare miliardi di euro in spese assistenzialiste e acchiappa-consenso, che gonfiano il debito pubblico e sottraggono risorse a istruzione, sanità, ambiente, infrastrutture e difesa. Per pagare il reddito di cittadinanza e Quota 100, per dire - conclude - lo Stato rinuncia a fare bene le uniche cose che davvero lo Stato dovrebbe fare" dichiara il vicesegretario di Più Europa, Piercamillo Falasca.

"L'Italia è l'unico Paese dell'Unione europea in cui la spesa per interessi sul debito pubblico, 69 miliardi nel 2017, supera quella per l'istruzione, 66,1 miliardi: nei giorni in cui commentiamo le dimissioni del ministro dell'Istruzione, polemico per gli scarsi investimenti sulla scuola, ricordiamo al governo qual è la causa per cui in Italia ad ogni legge di bilancio si fanno le nozze coi fichi secchi".

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