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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Pensioni e legge Fornero: "Intervento necessario", ma l'abolizione costerebbe 15 miliardi

Superare la legge Fornero con un'uscita dal lavoro a partire da 62 anni, ipotizza la Cgil, chiedendo di intervenire con urgenza sul nostro sistema previdenziale. Ma quanto costerebbe? E intanto il Fmi invoca un "taglio della spesa primaria corrente"

Mentre vanno avanti le trattative per cercare l'intesa per un governo, è sempre alta l'attenzione sulla legge Fornero. Da più parti si chiede una nuova riforma delle pensioni che punti a superare strutturalmente l'impianto della legge attuata dal governo Monti, introducendo dei nuovi elementi di stabilità per favorire i lavoratori. "Un intervento sul nostro sistema previdenziale è urgente e necessario. Il nuovo Parlamento e il futuro governo hanno un compito fondamentale: ridare equità al sistema pensando in primo luogo ai giovani, oggi così penalizzati da rischiare la totale perdita di fiducia nella previdenza pubblica". Così in una nota è il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. Cgil, Cisl e Uil, ricorda il leader del sindacato di Corso d'Italia, "hanno avanzato una proposta capace di dare risposte concrete alle tante iniquità dell'attuale legge. Continueremo a sostenere la nostra piattaforma unitaria e la porteremo al confronto con i nostri futuri interlocutori", conclude Camusso.

Secondo la Cgil, è possibile un'uscita dal lavoro a partire da 62 anni. Cgil e Fondazione Di Vittorio hanno presentato lo studio “I sistemi previdenziali in Europa”, da cui emerge che il sistema pensionistico italiano risulta tra i più penalizzanti. Durante la presentazione, Roberto Ghiselli - segretario confederale della Cgil - ha affermato: "E' fondamentale reintrodurre un meccanismo di flessibilità in uscita in Italia, come previsto nella nostra piattaforma sindacale unitaria, con un’età di accesso al pensionamento a partire dai 62 anni, e occorre superare strutturalmente l’impianto della legge Monti-Fornero, introducendo i necessari elementi di sostenibilità, in particolare nei confronti dei giovani, delle donne, di chi svolge lavori manuali e gravosi, e dei lavoratori precoci".

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Pensioni e legge Fornero: quanto costerebbe abolirla

Se si dovesse davvero abolire la Fornero questo verrebbe a costare nelll'immediato almeno "11 miliardi", ma questo costo potrebbe salire anche a "15 miliardi". Così il presidente dell'Inps Tito Boeri ospite pochi giorni fa a 'Mezz'ora in più' condotto da Lucia Annunziata su Rai Tre, aggiungendo che in termini di debito pensionistico l'onere sarebbe di circa 85 miliardi. Il tutto creando un sistema "doppiamente iniquo" per i giovani e per chi ha pagato il costo della Fornero, oltre che problemi di "sostenibilità al nostro Paese".

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Fmi bacchetta l'Italia: aumento della spesa pensionistica

Nel dibattito sulla spesa pubblica si inserisce il Fondo monetario internazionale: all'Italia serve un risanamento credibile. Nel 2018 "alcuni Paesi - come l'Italia o il Canada - dovrebbero mantenere una politica di bilancio neutrale, per poi riprendere il consolidamento nei prossimi anni". Lo scrive il Fmi nel Fiscal Monitor precisando che per il nostro paese "la priorità dovrebbe essere l'avvio di un consolidamento fiscale credibile e ambizioso per porre il debito su un solido percorso discendente". La base di questo processo dovrebbe essere - aggiunge il Fondo - "il taglio della spesa primaria corrente, il sostegno alle fasce più deboli, l'aumento degli investimenti e la riduzione del carico fiscale sul lavoro, con un ampliamento della base imponibile e uno spostamento verso la tassazione delle ricchezze e degli immobili e dei consumi". Il Fondo sottolinea poi dal 2012 una traiettoria discendente dei deficit pubblici, con una riduzione media pari all'1,6% del Pil a partire dal 2012, soprattutto grazie alla riduzione della spesa per interessi in paesi come l'Italia, la Germania e la Francia. Tuttavia il Fondo evidenzia per il nostro paese un incremento della spesa pensionistica che, anche alla luce dell'invecchiamento della popolazione, dovrebbe spingere "la spesa pubblica a sostenere la crescita della forza lavoro attraverso un aumento dell'accesso all'apprendistato".

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Tra il dire e il fare, insomma... Ma a che età si va in pensione in Italia? Un rapporto Ocse, pubblicato lo scorso anno (qui i dettagli), ha certificato che nel nostro Paese l’età media di accesso alla pensione risultava nel 2016 di 62,1 anni per gli uomini e di 61,3 per le donne contro i 64,3 e 63,7, rispettivamente, della media Ocse. Tra i 35 Paesi presi in considerazione dallo studio l'Italia è peraltro il paese che nell'Ocse ha per gli uomini l'età di uscita “effettiva” per pensionamento più bassa rispetto a quella di vecchiaia legale. 
 

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