A più di un pensionato su due l'Inps corrisponde un assegno minore di 750 euro
Quasi 5 milioni di pensionati sono costretti a chiedere integrazione al minimo, maggiorazioni o assegni sociali. Lo indica l'Inps in un report statistico da cui emerge anche un marcato divario tra maschi e femmine. A loro un aiuto dalla pensione di cittadinanza
Mentre salgono a 104.390 le domande per Quota 100 (7.769 domande presentate solo a Roma), l'Inps in un documento statistico, tira le somme dell'anno passato e offre uno specchio della situazione previdenziale dell'Italia.
Pensioni, quante sono quanto (ci) costano
Il 61,3% delle pensioni erogate dall'Inps ha un importo inferiore a 750 euro, confermando una forte concentrazione nelle classi basse. Si tratta - spiega l'istituto - di una percentuale, che per le donne raggiunge il 74,5%, che "costituisce solo una misura indicativa della 'povertà', per il fatto che molti pensionati sono titolari di più prestazioni pensionistiche o comunque di altri redditi".
L'Inps evidenzia infatti come delle 10.929.466 pensioni con importo inferiore a 750 euro, solo il 43,9% (4.797.442) beneficia di prestazioni legate a requisiti reddituali bassi, quali integrazione al minimo, maggiorazioni sociali, pensioni e assegni sociali e pensioni di invalidità civile.
La Pensione di Cittadinanza approvata con il cosiddetto "decretone" potrà forse dare una risposta. "La situazione è preoccupante soprattutto per le donne, dato che il 74,5% riceve meno di 750 euro al mese” affermano in una nota i deputati M5s della commissione Lavoro alla Camera. Tuttavia va ricordato che la pensione di cittadinanza non aumenta la pensione minima, ma il beneficio economico rappresenterà una mera integrazione del reddito erogata attraverso una carta elettronica da fruire entro il mese successivo.
Come funziona la pensione di cittadinanza
Per accedere alla Pensione di Cittadinanza oltre al requisito anagrafico (età pari o superiore a 67 anni) occorrerà anche soddifare requisiti reddituali e patrimoniali. Qui tutte le indicazioni sulla pensione di cittadinanza.
Pensioni, che divario tra maschi e femmine
In questo caso - aggiunge l'istituto di previdenza - il divario tra i due generi è accentuato; infatti per gli uomini la percentuale di prestazioni con importo inferiore a 750 euro scende al 44,1% e se si analizza la situazione della categoria vecchiaia si osserva che questa percentuale scende al 22,4%, e di queste solo il 21,7% è costituito da pensioni in possesso dei requisiti a sostegno del reddito. Sempre per i maschi, oltre un terzo delle pensioni di vecchiaia è di importo compreso fra 1.500 e 3.000 euro.
Al primo gennaio 2019 le prestazioni di tipo previdenziale erogate dall'Inps erano costituite per i due terzi, esattamente il 66,8%, da pensioni di vecchiaia di cui poco più della metà (56,5%) erogate a maschi, per il 6,6% da pensioni di Invalidità (il 52,6% a maschi) e per il 26,6% da pensioni ai superstiti (in questo caso il livello di percettori maschi scende al 12,2%).
Lo comunica l'Istituto aggiungendo che invece nell'ambito delle prestazioni di tipo assistenziale quelle per assegni sociali rappresentavano il 3,8% mentre gli assegni di invalidità civile il 96,2%.
Pensioni, come cambiano gli assegni dell'Inps
In quindici anni, da gennaio 2004 a gennaio 2019, il numero di prestazioni pensionistiche erogato dall'Inps è aumentato del 1,8% passando da 17.312.270 a 17.632.073: ben altro andamento invece per l'importo complessivo che - con un incremento medio del 2,4% annuo - è salito del 42% passando da 8.008 euro a 11.373 euro.
Sul fronte del numero di prestazioni erogate a partire dal 2013 si sta assistendo ad una inversione di tendenza; infatti, mentre dal 2004 al 2012 il numero delle pensioni è incrementato mediamente dello 0,7% annuo per un complessivo 6,1%, negli ultimi 7 anni è iniziato a decrescere mediamente dello 0,6% annuo, con un decremento complessivo del 4,0%.
