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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Pensioni: opzione donna legata al numero dei figli?

La misura approvata con alcune modifiche in Consiglio dei ministri prevede che le lavoratrici possano andare in pensione a 58 anni con due o più figli, a 59 con un figlio, a 60 in altri casi. Quest'ultimo aggiornamento però non convince: ha sollevato alcuni dubbi in merito al rischio di incostituzionalità. Si sta quindi lavorando per riprendere in considerazione la versione precedente

La proroga di "opzione donna" contenuta nella legge di bilancio 2023 del governo Meloni potrebbe tornare alla versione originale, evitando perciò di legare l'età di uscita al numero dei figli, ipotesi emersa durante il Consiglio dei ministri che ha varato la manovra. La misura approvata dal Cdm prevede, secondo quanto riportava il comunicato di Palazzo Chigi, la proroga per il 2023 con alcune modifiche: in pensione a 58 con due figli o più, a 59 con un figlio, a 60 in altri casi. A seguito dei cambiamenti apportati, però, sarebbero stati sollevati dubbi sul rischio di incostituzionalità, perché una distinzione di questo tipo potrebbe portare a sollevare la violazione del principio di uguaglianza.

Ecco perché al ministero del Lavoro si sta lavorando per confermare la precedente norma (possono accedere alla pensione anticipata le lavoratrici con 35 anni o più di contributi e almeno 58 anni d'età per le lavoratrici dipendenti e a 59 anni per le autonome), con la proroga di un anno. La proposta al momento è all'attenzione del ministero dell'economia, che dovrà trovare le coperture.

Le modifiche che sono state apportate alla misura hanno ricevuto critiche da più fronti, a cominciare dal leader della Cgil Maurizio Landini: "È un altro errore. Bisognerebbe riconoscere alle donne che hanno avuto dei figli un anno di contributi per figlio, come se avessero lavorato", ha detto. Critiche anche le opposizioni. Secondo Cecilia D'Elia, senatrice Pd e portavoce della Conferenza delle democratiche, "sarebbe cosa buona e giusta tornare indietro, evitando norme discriminatorie, pur rimanendo le criticità di opzione donna". "In questi giorni ho ricevuto tanti messaggi di lavoratrici che sarebbero discriminate dalla modifica di opzione donna, ora legata al numero dei figli. Voglio rassicurare loro che, se il governo confermerà questa folle impostazione, ci batteremo con tutte le nostre forze per modificarla in Parlamento", ha commentato l'ex sindaca di Torino Chiara Appendino, del Movimento 5 stelle.

Il "maxi" aumento di stipendio per chi ritarda la pensione

Per finanziare le misure inerenti alle pensioni (quota 103, opzione donna e ape social) sono stati stanziati circa 800 milioni con la legge di bilancio. Come spiega il sito dell'Inps, le lavoratrici conseguono il diritto alla decorrenza dell'opzione donna trascorsi 12 mesi dalla data di maturazione dei requisiti - nel caso in cui il trattamento pensionistico sia liquidato a carico delle forme di previdenza dei lavoratori dipendenti -, oppure 18 mesi dalla data di maturazione dei requisiti, nel caso in cui il trattamento sia liquidato a carico delle gestioni previdenziali dei lavoratori autonomi. La domanda per l'opzione donna va presentata online all'Inps attraverso il servizio dedicato. In alternativa, si può fare la domanda tramite contact center al numero 803 164 (gratuito da rete fissa), oppure 06 164 164 da rete mobile.

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