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Venerdì, 29 Marzo 2024
Pensioni

Lavoro part-time per tre anni, poi in pensione: la riforma targata Poletti

La soluzione messa a punto dai tecnici prevede la possibilità di orario ridotto per chi ha più di 63 anni. L'importo finale della pensione non verrà intaccato. Ecco cosa prevede la mini-riforma studiata da Poletti

In attesa dell'annunciata flessibilità (che arriverà solo l'anno prossimo) un primo assaggio della riforma previdenziale sarà contenuta già nella prossima legge di Stabilità. 

La soluzione che ha in mente il ministro del lavoro, Giuliano Poletti, prevede un orario di lavoro part-time per i lavoratori con soli tre anni di distanza dai requisiti di pensionamento (l'anno prossimo 66 anni e 7 mesi). La proposta dunque vale solo per chi ha raggiunto i 63 anni di età e solo per il settore privato. Ecco cosa prevede nel dettaglio. 

In sostanza l 'azienda verserà in busta paga la quota di contributi che avrebbe versato all'Inps in caso di contratto a tempo pieno, mentre per i contributi figurativi ci pensa lo Stato. Il lavoratore dunque, pur lavorando meno negli ultimi tre anni, non vedrà intaccata la sua pensione.

Inoltre, in caso di riduzione oraria del 50%, la retribuzione finale non dovrebbe scendere sotto il 65% di quella piena. Per quanto riguarda le aziende, non ci sarà nessun obbligo di assunzioni aggiuntive da parte dello Stato. 

Sul capitolo pensioni dovrebbe essere ormai assodata l'ultima salvaguardia per una platea residua di esodati, la cosiddetta 'opzione donna' e le risorse a copertura dell'effetto trascinamento delle indicizzazioni sugli assegni medio alti. Per prorogare 'opzione donna' e introdurre il part-time per gli over 63 la dote necessaria potrebbe raggiungere i 2,5 miliardi di euro.

Se la riforma avrà il via libera si tratterà di un primo assaggio di flessibilita. L'intervento vero e proprio di uscita anticipata dal lavoro con penalizzazioni verrà invece rinviato al prossimo anno. 

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