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Giovedì, 18 Aprile 2024
Verso il voto

Più pensioni per tutti: ecco cosa vuole fare il centrodestra

La Lega insiste su Quota 41, ipotesi su cui potrebbe convergere anche Fdi. Berlusconi promette (di nuovo) l'aumento delle minime a 1.000 euro e la "pensione per le mamme". I costi per lo Stato? Molto alti

Si avvicinano le elezioni e il tema delle pensioni torna centrale nell'agenda politica dei partiti. A cavalcare la necessità di riformare il sistema pensionistico (almeno in questa prima fase di campagna elettorale) è soprattutto il centrodestra e segnatamente Lega e Forza Italia. La proposta di Salvini per sostituire Quota 102 (in scadenza a fine 2022) è l'ormai arcinota Quota 41, vecchio cavallo di battaglia del Carroccio destinata probabilmente a diventare un punto fermo del programma di centrodestra.

Salvini ha assicurato che la coalizione sarà compatta sulla riforma delle pensioni "perché il primo gennaio ritornerebbe la scellerata legge Fornero" e allo stesso tempo ha messo in chiaro che il tema previdenziale sarà uno dei capisaldi del programma del Carroccio insieme alla pace fiscale. "La proposta della Lega che offriremo a tutto il centrodestra è quota 41" ha precisato l'altro ieri al Tg1, perché "dopo 41 anni di contributi penso che sia un meritato diritto godersi qualche anno di serenità".

La posizione di Fratelli d'Italia sulle pensioni

Un'ipotesi, quella di introdurre la Quota 41, su cui potrebbe convergere anche Fratelli d'Italia che d'altra parte aveva indicato proprio la "pensione di anzianità con 41 anni di contributi" tra i punti del programma con cui la leader Giorgia Meloni si presentò alle elezioni del 2018. Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia, ma le priorità non sembrano cambiate sebbene sul tema previdenziale la segretaria di Fdi appaia ben più defilata rispetto a Matteo Salvini.

Per quanto riguarda Fratelli d'Italia c'è anche da segnalare un'ipotesi di riforma presentata dal deputato Walter Rizzetto che prevede una soglia minima di 62 anni con almeno 35 anni di contributi. Solo qualche mese fa lo stesso Rizzetto e la deputata Ella Bucalo avevano spiegato che "Quota 102 e quota 104 non sono per FDI le soluzioni perché riguardano solo una platea marginale dei lavoratori. Le nostre proposte alla legge di Stabilità sono strutturali" si legge nella nota dei due parlamentari. Ovvero: "Quota 41 per gli operai metalmeccanici ad esempio ma non solo, una flessibilità che tagli l'assegno pensionistico mensile del 3,4,5% al massimo e non del 30% come vuole il governo, un provvedimento di garanzia per chi non riesce a pagare regolarmente i contributi previdenziali". 

Ma quanto costerebbe introdurre Quota 41 per tutti i lavoratori (come vorrebbe la Lega)? Ebbene, secondo l'Inps la spesa per lo Stato sarebbe di 4 miliardi di euro nel primo anno di adozione, per arrivare a più di 9 miliardi alla fine di un decennio. A regime la riforma costerebbe dunque come il reddito di cittadinanza, o poco più, rivelandosi più onerosa di Quota 100. 

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Berlusconi e la promessa di portare le pensioni minime a 1.000 euro

Berlusconi punta invece tutto sull'aumento delle pensioni minime. "Nel nostro programma c'è l'aumento delle pensioni, tutte le nostre pensioni, ad almeno 1.000 euro al mese per 13 mensilità" ha detto intervistato al Tg5, "c'è la pensione alle nostre mamme che sono le persone che hanno lavorato di più alla sera, al sabato, alla domenica, nei periodi delle ferie e che hanno diritto di avere una vecchiaia serena e dignitosa".

Due punti (l'aumento per le minime e la pensione per le mamme) che Berlusconi aveva già indicato nel programma con cui si presentò alle elezioni nel 2018. In realtà già nel 2001 il Cavaliere promise di rivedere gli importi delle minime, alzandoli a 1 milione di lire. Una promessa mantenuta, ma solo in parte dal momento che l'innalzamento della pensione venne subordinato a una serie di criteri: i beneficiari furono infatti 1,8 milioni di pensionati rispetto a una platea potenziale di quasi 6 milioni tra pensionati e invalidi. Ora Berlusconi ci riprova con le pensioni a mille euro.

Il costo stimato di una simile manovra sarebbe di circa 18 miliardi se si prendono in considerazione anche gli assegni di invalidità. Che sommati ai 9 miliardi di Quota 41 farebbero 27 miliardi all'anno da destinare ogni anno alla spesa previdenziale (dal calcolo abbiamo escluso la "pensione per le mamme"). Un costo che avrebbe un impatto molto importante sulle finanze pubbliche. Senza contare che innalzare le minime a mille euro porrebbe anche un problema di equità nei confronti di chi ha versato i contributi e percepirà un importo analogo a chi ne ha versati molti meno.   
 

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