rotate-mobile
Venerdì, 29 Marzo 2024
Le proposte

Pensioni il primo nodo del governo: dopo "Opzione Tutti" torna la "Quota 41"

L'ipotesi su cui potrebbe scommettere il nuovo governo piace all'Inps ma viene stroncata dalla Cgil, che chiede tutele per i giovani e le donne. Si fanno largo altre ipotesi

La riforma delle pensioni è uno dei nodi che il nuovo governo, quello che dovrebbe nascere a giorni sotto la guida di Giorgia Meloni, dovrà affrontare. L'Esecutivo a trazione Fratelli d'Italia potrebbe provare la via della "Opzione Tutti" per evitare il ritorno alla legge Fornero. L'ipotesi piace all'Inps, ma viene stroncata sul nascere dalla Cgil che pensa piuttosto a "pensioni di genere". Si ragiona anche su una nuova versione di "Quota 41". La situazione attuale e le proposte.

Dal primo gennaio 2023 a meno di nuovi interventi non ci saranno più le Quote 100 e 102 (età anagrafica più anni di contribuzione). Le uniche vie per uscire dal lavoro saranno quelle previste dalla legge Fornero: 67 anni e 20 di contributi per la pensione di vecchiaia oppure 42 anni e 10 mesi per la pensione anticipata, a prescindere dall’età anagrafica (un anno in meno per le donne). 

In pensione con "Opzione tutti"

Meloni guarderebbe con interesse alla cosiddetta "Opzione Tutti": andare in pensione anticipatamente rispetto ai paletti stabiliti dalla legge Fornero, magari già da 58 anni, ma accettando un taglio dell'assegno fino al 30%. Si chiamerebbe, come detto, "Opzione Tutti" o "Opzione uomo" perché altro non sarebbe che un allargamento a tutti degli attuali requisiti di "Opzione Donna" (scelta però finora solo dal 25% della platea). 

Pensioni: "Opzione Tutti" per lasciare prima il lavoro, il piano del governo Meloni

Ragionare su "Opzione Tutti" non dispiace al presidente nazionale dell'Inps, Pasquale Tridico. "Credo - dice - che tutte queste riforme siano orientate a un principio giusto, ovvero quello di garantire una certa flessibilità in uscita rimanendo ancorati tuttavia al modello contributivo. Su questo eravamo orientati anche durante il governo Draghi quindi, se si va in questa direzione, poi ovviamente la politica deciderà, ma mi sembra che si è abbastanza in linea rispetto a quanto si stava facendo prima". 

"Taglio dell'assegno non percorribile"

L'"Opzione Tutti" è invece bocciata sul nascere dalla Cgil. Il segretario generale Maurizio Landini dice: "Mandare in pensione le persone riducendogli l'assegno non mi pare sia una grande strada percorribile. Credo - aggiunge - che il tema sia quello di affrontare la complessità del sistema pensionistico" unito al superamento della precarietà. "Quello che si sta determinando in questi anni - spiega Landini - è che la precarietà ha impoverito le persone, perché si può essere poveri lavorando, e sta mettendo in discussione anche il futuro dei diritti sociali del nostro Paese. Credo - conclude - che uno dei temi di fondo sia superare i rapporti di lavoro folli che non hanno ragione d'esistere e sancire che l'ingresso al lavoro dev'essere fondato sulla formazione con l'obiettivo di stabilizzare le persone".

"Se non si fa nulla, dal 1 gennaio del 2023 ritorniamo a una situazione peggiore, che porta tutti ad uscire oltre i 67 anni di età e così non è accettabile", aggiunge Landini.  Cgil, Cisl e uil avevano presentato una piattaforma al Governo Conte e poi a Draghi. "La ripresentiamo anche al Governo Meloni - annuncia Landini -. Bisogna mettere mano alla cosiddetta 'riforma Fornero' perché i giovani oggi, con la precarietà che c'è sul lavoro, non hanno un futuro previdenziale".

Tra le proposte dei sindacati, Landini ricorda "la pensione di garanzia per i giovani e riconoscere la diversità che c'è tra i vari lavori. Non ci può essere un'età di uscita unica per tutti - indica - c'è bisogno di riconoscere le differenze di genere, affrontando il problema delle donne che sono state penalizzate". 

L'ipotesi pensione a "Quota 41" con una modifica

In campagna elettorale Fratelli d'Italia ha promesso "flessibilità in uscita" e "Opzione tutti" risponderebbe a questa promessa. Oltre al "no" della Cgil c'è però una grana interna. La Lega ha sempre detto di preferire invece "Quota 41". ovvero la pensione con 41 anni di contributi a qualsiasi età. Meccanismo però ben più costoso e quindi creerebbe alri problemi al nuovo governo in termini di sostenibilità. 

Un'opzione alternativa può essere "Quota 41" sì ma con l'introduzione di una soglia d'età. Secondo fonti della maggioranza, permetterebbe di ridurre anche di molto l'impatto previsto da "Quota 41", che richiederebbe risorse pari a circa 5 miliardi l'anno. Tutto dipende comunque da quale sarà la soglia che verrà individuata e dai calcoli che verranno fatti dall'Inps.

Tutte le notizie su Today.it

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Pensioni il primo nodo del governo: dopo "Opzione Tutti" torna la "Quota 41"

Today è in caricamento