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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Pensioni, Quota 100 può abbassare l'assegno anche senza penalizzazioni

Il governo ha garantito che per Quota 100 non ci saranno penalizzazioni (inizialmente si parlava di un -1,5% per ogni anno): ma anticipare l'accesso alla pensione comporterà in ogni caso un danno economico per gli interessati, e per un motivo preciso

La parola fine è ancora ben lontana dall'essere scritta. Certo, Quota 100 è la strada segnata dal governo Lega-M5s per il superamento della legge Fornero. Ma i dubbi sono ancora tanti e il calendario presenta una sola unica certezza: entro il 31 dicembre 2018 Camera e Senato devono approvare la legge di bilancio. Infatti la legge di bilancio (la "manovra") quando arriva in Aula è "solo" un disegno di legge e può essere modificata. Quando i dettagli fanno la differenza, come quando si parla di pensioni e contributi, per sapere davvero chi potrà sfruttare Quota 100 per andare in pensione già nel 2019 bisogna ancora aspettare.

Ma le ipotesi si possono, e si devono fare. Il tema è caldo, il dibattito pubblico tra favorevoli e contrari è a dir poco vivace. Tito Boeri, presidente dell'Inps, ha voluto avvertire tutti i lavoratori che dal prossimo anno potrebbero accedere a Quota 100 delle conseguenze negative che il pensionamento anticipato comporterà con ogni probabilità sul loro assegno previdenziale. Secondo Boeri, che è intervenuto in un'audizione alla Commissione Lavoro della Camera, accettando di andare in pensione a 62 anni, lavorando così per 5 anni potenziali in meno (ricordiamo che l'età pensionabile è fissata adesso a 67 anni), l'assegno previdenziale potrebbe essere più basso fino a circa il 21%.

Quota 100, quanto si potrebbe perdere sull'assegno mensile

Per quale motivo? Più volte il governo ha garantito che per Quota 100 non ci saranno riduzioni (inizialmente si parlava di un -1,5% per ogni anno di anticipo): ma anticipare l'accesso alla pensione comporterà comunque un danno economico per gli interessati, e per un motivo preciso. Ad oggi per il calcolo della pensione (per i contributi successivi al 1996, al 2011 per coloro che al 31 dicembre 1995 avevano almeno 18 anni di contribuzione accreditata) si applica il sistema contributivo con cui per quantificare l'importo dell'assegno previdenziale si tiene conto del solo montante contributivo del lavoratore che viene trasformato in pensione annua, applicando un coefficiente di trasformazione stabilito dall'Inps.In poche parole, più sono gli anni di contributi maturati dal lavoratore e più alta sarà la sua pensione. È ovvio quindi che anticipando il pensionamento si perdono 5 anni di contribuzione potenziale, utili per percepire un assegno di pensione più elevato.

Nel dettaglio, secondo quanto rilevato da Boeri, andando in pensione con Quota 100 si potrebbe prendere una pensione di circa il 21% più bassa di quella che si sarebbe maturata continuando a lavorare per altri 5 anni per poi accedere alla pensione di vecchiaia a 67 anni di età. Chi decide di accedere a Quota 100, quindi, deve essere consapevole che pur non subendo alcuna penalizzazione sull'assegno previdenziale dovrebbe percepire una pensione più bassa rispetto a quella che avrebbe ottenuto se non ne avesse beneficiato.

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