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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Pensioni, Quota 100 diventa "indipendente": che cosa succederà

Le adesioni a Quota 100 sono inferiori alle attese, e non di poco: nel 2019 "solo" 200mila pensionamenti, quasi 100mila in meno rispetto alle previsioni. Molto difficile pensare che il prossimo governo la modificherà in alcun modo, perché "costa" meno del previsto

Quota 100 e pensioni, pensioni e Quota 100. Il tema resta di strettissima attualità anche nel bel mezzo della crisi di governo più surreale degli ultimi decenni. Basta dare uno sguarda ai quotidiani economici, che ogni giorno dedicano parecchia attenzione all'argomento, per rendersi conto di quanto alta sia l'attesa per le mosse del prossimo governo in ambito pensionistico. 

Pensioni, Quota 100 non è a rischio cancellazione immediata

Non è a rischio cancellazione immediata Quota 100, chiunque siano i prossimi inquilini di Palazzo Chigi e Palazzo delle Finanze. E' bene ribadirlo. Quota 100, che insieme al reddito di cittadinanza è stata la misura simbolo della macchina comunicativa del governo dell'ultimo anno e mezzo, è infatti una misura presente nella Legge di Bilancio 2019. Ciò sta a significare che è operativa dal 2019 in via sperimentale fino al 2021: nei prossimi due anni -a meno di sconquassi attualmente imprevedibili - si dovrebbe ancora consentire l’uscita anticipata dal mondo del lavoro per tutti coloro che vanteranno almeno 38 anni di contributi con un’età anagrafica minima di 62 anni anche nei prossimi due anni.  E' più probabile invece che Quota 100 non verrà rifinanziata in futuro. Ma se ne riparla nel 2022.

Le adesioni a Quota 100 sono in ogni caso inferiori alle attese e il 2019 si dovrebbe concludere con circa 200mila pensionamenti. Quasi 100mila in meno rispetto alle previsioni dell'ormai ex governo. Insomma, molto difficile pensare che vi si andrà a mettere mano, considerando che il peso sui conti pubblici è abbondantemente inferiore al previsto. 

Opzione Donna rischia grosso

Opzione Donna, la prestazione economica erogata, a domanda, alle lavoratrici dipendenti e autonome che, avendo maturato entro il 31 dicembre 2018 i requisiti previsti dalla legge, optano per il sistema di calcolo contributivo della pensione, potrebbe presto diventare un ricordo del passato.

A oggi le lavoratrici conseguono il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico trascorsi o 12 mesi dalla data di maturazione dei requisiti, nel caso in cui il trattamento pensionistico sia liquidato a carico delle forme di previdenza dei lavoratori dipendenti; oppure 18 mesi dalla data di maturazione dei requisiti, nel caso in cui il trattamento sia liquidato a carico delle gestioni previdenziali dei lavoratori autonomi. Per il momento i finanziamenti che permettono l'esistenza di Opzione Donna non sono stati prorogati e pare complesso che ci siano novità positive in tal senso. Introdotta 15 anni fa, rinnovata nella scorsa legislatura e in quella attuale, sarà secondo molti esperti assente dalla prossima legge di bilancio.

Pensione anticipata: che cosa è successo e cosa succederà

Quota 100 si è presa tutto il palcoscenico, almeno dal punto di vista della "propaganda" governativa. C'è però un altro elemento che pesa parecchio sui conti pubblici, e di cui si è parlato pochissimo di recente: è il congelamento dell’adeguamento alla variazione della speranza di vita per la pensione anticipata. Per i prossimi 7 anni gli uomini la potranno ottenere con 42 anni e 10 mesi di contributi, le donne 41 anni e 10 mesi. Secondo le proiezioni che erano già state elaborate, scrive oggi il Sole 24 Ore, nel 2026 dovrebbero essere necessari 11 mesi in più.

Ciò comporta come prima conseguenza un incremento crescente del numero di pensionamenti, con relativo appesantimento sui conti. Altro problema: l'ampliamento dell’accesso alla pensione anticipata potrebbe "incidere negativamente sull’offerta di lavoro, ostacolando così la crescita potenziale" secondo un report elaborato in primavera dalla Commissione europea.

La pensione anticipata è una prestazione economica erogata, a domanda, ai lavoratori dipendenti e autonomi, in possesso dei requisiti prescritti dalla legge. La prestazione spetta ai lavoratori iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO) – che comprende il Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti (FPLD) e le gestioni speciali per i lavoratori autonomi (artigiani, commercianti, coltivatori diretti, coloni e mezzadri) – e alle forme sostitutive ed esclusive della medesima, nonché ai lavoratori iscritti alla Gestione Separata.

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