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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia

Pensioni, perché chi sceglie la quota 100 avrà meno soldi

Cosa succede a chi sceglierà la cosiddetta "quota 100" per anticipare la pensione nel 2019

Più si anticipa l'uscita meno si intasca, perché chi lascerà il lavoro prima - avendo versato meno contributi - non intascherà la rivalutazione di questi contributi al Pil (godendo però della pensione per più anni). E' questa, in soldoni, la prima conseguenza tangibile del nuovo "meccanismo" della quota 100, che nelle intenzioni del governo dovrebbe consentire di superare gradualmente l'impianto della Legge Fornero in tema previdenziale.

Pensioni, le novità: quanto perde chi sceglie quota 100?

Dalle bozze della manovra 2019 finora circolate, emergono anche indicazioni sui requisiti necessari per accedere alle diverse misure, e quindi è possibile fare delle prime proiezioni su quanti e quali cittadini saranno coinvolti. L'adesione alla cosiddetta "quota 100", la possibilità di andare in pensione quando la somma dell'età anagrafica e degli anni di contributi versati è pari almeno a 100, potrebbe dunque costare cara. Tali lavoratori potrebbero perdere fino a un quinto dell'assegno, cifra pari a 500 euro per i dipendenti pubblici (secondo le stime del presidente Inps Tito Boeri, in audizione parlamentare: qui per i dettagli sulla notizia). Secondo alcune simulazioni riportate da Repubblica, un lavoratore che andrà in pensione a 62 anni con 38 di contributi, invece di prendere 1778 euro al mese, ne prenderà 1.442. Vai in pensione prima? Intaschi meno soldi, precisamente da un minimo del 2% per chi ha 42 anni di contributi a un massimo del 20%, secondo queste stime. I nati tra il 1953 e il 1957 (nel 2019 avranno tra 62 e 66 anni) dovranno dunque pensarci bene: sono loro, infatti, quelli che risentiranno maggiormente di un'eventuale uscita anticipata dal lavoro.

Ma c'è di più, perché viene introdotto un ulteriore paletto: una volta in possesso dei requisiti (62 anni di età e 38 anni di contributi versati) non sarà possibile accettare questa uscita anticipata in qualsiasi momento, ma soltanto in una delle quattro finestre temporali che il governo aprirà, a partire dal mese di aprile 2019. E infine non si potrà uscire prima dal mercato del lavoro se - pur avendo i 62 anni anagrafici - mancherà il requisito dei 38 anni di contributi. Per questo motivo la quota per molti salirà a 101, a 102 e così via. A trarre vantaggio saranno quindi solo coloro che hanno già o stanno per avere entrambi i due valori e che con la Legge Fornero avrebbero dovuto lavorare altri 5 anni.​

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