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Domenica, 24 Settembre 2023
Economia Italia

Quota 100, il buco nei conti: pensioni troppo basse, anche sotto il limite di legge

Irrealistico l'assunto della sostituzione un pensionato - un nuovo lavoratore, boom di lavoro nero e un aggravio per la finanza pubblica che dovrà integrare assegni sotto il limite di legge: i primi dati fanno a pezzi la riforma delle pensioni

Ben il 42% delle quasi 53.000 domande presentate nelle prime tre settimane, per l'accesso alla pensione con Quota 100, è stato presentato al Sud. Un dato 'sbilanciato' rispetto alla naturale distribuzione delle prestazioni pensionistiche in Italia.

A evidenziare quella che viene definita "la prima sorpresa" degli effetti della misura prevista dalla legge di Bilancio 2019 e perfezionata dal 'decretone' del 29 gennaio scorso, è uno studio elaborato per il blog 'Pensioni e Lavoro' dal presidente di Itinerari Previdenziali, Alberto Brambilla, e da Giovanni Gazzoli.

Le richieste di pensione con Quota 100 analizzate su base territoriale, infatti, non sono allineate con la distribuzione reale del numero di pensioni: i dati ci dicono, spiegano Brambilla e Gazzoli, "che il 48,4% delle pensioni di anzianità è erogato al Nord, il 29% al Centro e solo il 21,2% al Sud". Dunque, sottolineano gli studiosi, "ci si aspetterebbe per quota 100 percentuali in linea con questi dati, facendo entrambe riferimento all'anzianità". "Invece, la realtà è ben diversa".

"Sul totale nazionale di 52.918 richieste (dato aggiornato al 18/02/2019), ben il 42% proviene da regioni del Sud, mentre Nord e Centro si dividono equamente il restante 58%".

"In sostanza, se il Centro Italia corrisponde, il Nord è dimezzato mentre il Sud è raddoppiato. Bisogna specificare che i dati riportati fanno riferimento alle richieste di Quota 100, e non all'effettiva concessione da parte dell'Inps, ma resta il fatto che il fenomeno è abbastanza diffuso e non isolato a qualche provincia", aggiungono Brambilla e Gazzoli.

"Quota 100 è riduzione costi a imprese pagata da Stato"

"Smentita la tesi che il reddito di cittadinanza va al Sud e la Quota 100 al Nord perché i dati dimostrano che gran parte delle domande per la pensione anticipata vengono proprio dal Sud" spiega ad Adnkronos/Labitalia Alberto Brambilla.

"L'analisi ci dice due cose. La prima è che c'è una vasta platea di quelli che hanno fatto domanda, che ha i requisiti di anzianità contributiva, ma con cifre basse. Dunque, la pensione che percepirà sarà probabilmente al di sotto del minimo di legge e andrà integrata. Poi, per via del divieto di cumulo di redditi imposto a chi usufruisce di Quota 100, molti della classe dei commercianti, artigiani, piccolissimi imprenditori, accederà alla prestazione anticipata ma è probabile che continui a lavorare intestando l'azienda alla moglie o al figlio. Dunque, un aumento del lavoro irregolare o sommerso".

"La seconda cosa -aggiunge l'esperto- è che la famosa sostituzione 1 pensionato/1 lavoratore, che è un obiettivo di questa misura, è difficile che si realizzi. Quota 100 si inserisce in un ciclo economico molto negativo: al Sud il lavoro manca, fatta eccezione per il datore di lavoro pubblico, e al Nord le aziende 'incentiveranno' questa scelta, la incoraggeranno, senza però assumere altre persone. Insomma, fatta così, Quota 100 diventa una bella riduzione dei costi alle imprese pagata dallo Stato".

Quota 100, pensioni troppo basse: "Sotto minimo legge"

Brambilla nella sua analisi ha toccato un elemento che non deve passare sotto traccia: servono più soldi rispetto a quanto ipotizzato. Molte delle domande presentate in Sud Italia per accedere alla pensione coi requisiti richiesti per Quota 100 sono di "categorie professionali per le quali -dati i modesti importi delle pensioni a calcolo, per via dei modesti contributi versati- si corre anche il rischio di dover integrare al minimo le pensioni, con un ulteriore aggravio per la finanza pubblica".

Si tratta di lavoratori autonomi, stagionali nei settori agricoltura e turismo, che nonostante un'anzianità contributiva elevata è caratterizzata da periodi di discontinuità lavorativa.

Ecco che si perde l'assunto del tournover uno a uno. "Le possibilità che quest'eventualità si concretizzi -spiegano Brambilla e Gazzoli- sembrano prossime allo zero".

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